Sorteggio difficile per il Milan in Champions League.
Sette anni dopo l’ultima apparizione nella coppa regina, i rossoneri sono partiti dalla quarta fascia nelle urne e così hanno pescato Liverpool, Atl. Madrid e Porto.
Un raggruppamento tosto e al tempo stesso esaltante per la truppa di Pioli. Ben 15 Coppe dei campioni nel gruppo B, considerando le sette vinte dai rossoneri, le sei dei reds e le due del Porto, con gli spagnoli tre volte finalisti e tre volte battuti.
Insomma serve un Milan perfetto per superare la fase a gironi, con un occhio anche al terzo posto per quello concerne l’Europa League. Vediamo allora nello specifico le rivali dei meneghini in Champions League.
Liverpool: Klopp ritrova i suoi pezzi pregiati
Un mercato senza colpi altisonanti per il Liverpool, ma i veri acquisti per Jurgen Klopp arrivano dall’infermeria.
Dopo gli infiniti infortuni della passata stagione, il tecnico tedesco riabbraccia Van Dijk, Gomez e Matip in difesa. Questo terzetto va ad aggiungersi ai due terzini più forti al mondo: Alexander Arnold a destra e Robertson a sinistra. In porta, il muro risponde al nome di Allison.
Anche in mezzo al campo Klopp può tornare a respirare. Henderson e Fabinho, svestiti i panni di difensori centrali tornano a fare quello che hanno nel loro DNA, ovvero i mediani mixando qualità e quantità. Stessa cosa per Thiago Alcantara, dopo una stagione con poche luci e molte ombre. C’è poi il jolly Milner, con Keita rispolverato, oltre ai giovani Elliot e Jones.
In attacco un poker d’assi come poche squadre hanno in rosa: Salah, Firmino, Diogo Jota e Mane. Roba da far tremare le gambe a chiunque. Infine, non per ultimo, il Liverpool ritrova Anfield Road nella sua interezza.
Il popolo reds è davvero il dodicesimo uomo per la truppa in maglia rossa ed è mancato tanto il suo apporto negli ultimi 18 mesi. Dunque un Liverpool forte e favorito su tutti i fronti.
Formazione Tipo
Liverpool (4-3-3): Alisson; Robertson, Van Dijk, Gomez, Alexander Arnold; Keita, Fabinho, Thiago Alcantara; Manè, Salah, Firmino
Atl. Madrid: il culto del Cholismo
11 uomini che sembrano dei tarantolati. Il motto dell’Atletico Madrid è questo, da quando 10 anni fa Simeone prese in mano il club madrileno. Il Cholismo è diventato molto più di uno stile di gioco, per una squadra solida in difesa, impressionate per il dinamismo a centrocampo e fortissima in attacco con il pistolero Suarez.
Insomma l’Atletico è veramente una brutta gatta da pelare, sia in casa che in trasferta. Il gioco fisico prima della qualità, la garra prima della tecnica e con la vittoria come unico risultato. Da Oblak tra i pali, passando per Savic, Gimenez, Trippier e Renan Lodi in difesa.
A centrocampo il capitano Koke suona la carica, con il neo acquisto De Paul chiamato a dare geometria ad una mediana che ha riscoperto anche l’altro acquisto: Kondogbia. Tutto questo senza dimenticare la corsa di Llorente e Lemar, aspettando il rientro dall’infortunio di Hector Herrera.
Il vero salto di qualità della banda del Cholo arriva dall’attacco: Suarez è il goleador, supportato dalle giocate di Angel Correa e Joao Felix, a cui va aggiunto il figliol prodigo Griezmann.
Attenzione poi a Carrasco che nasce attaccante, ma con Simeone si sta adattando a fare l’ala e anche il terzino quando la situazione lo richiede. Cunha e Giuliano Simeone, il secondo genito di Pablo, sono le giovanissime frecce da scagliare nella mischia.
Il problema dell’Atletico resta sempre lo stesso: una squadra che sé da un lato non lascia giocare i rivali, dall’altro quando trova squadre altrettanto chiuse soffre e può andare in difficoltà. Senza dimenticare la maledizione della Champions, dove i Colchoneros hanno perso tre finali, di cui due tra il 2014 e il 2016 sempre contro l’odiato Real Madrid.
Formazione Tipo
Atletico Madrid (4-3-2-1): Oblak; Lodi, Gimenez, Savic, Trippier; De Paul, Koke, Llorente; Joao Felix, Griezmann; Suarez.
Porto: l’impronta di Sergio Conceicao
Mai sottovalutare le squadre portoghesi. Lo sa bene il Milan che lo scorso anno contro il Rio Ave ha visto il baratro dell’eliminazione dal playoff di Europa League, prima di spuntarla dopo infiniti tiri dal dischetto.
Il Porto ovviamente è più forte del Rio Ave e pur avendo operato pochissimo nel mercato a causa delle ristrettezze economiche generate dalla pandemia, il club due volte campione d’Europa si affida ad un’ossatura di grande spessore.
In porta il titolare sarebbe Marchesin, ma attualmente l’estremo difensore argentino è out per un problema fisico e se la sta cavando egregiamente il giovane Diogo Costa tra i pali. In difesa il motto è palla o piede: comanda l’ex Real Pepe, supportato dai vari Mbemba, Manafa, Marcano e Wendell.
Il centrocampo è il valore aggiunto di questa squadra e poggia su Mario Neto, Otavio, Uribe, Diaz e da uno dei prospetti di maggior qualità presenti in Europa. Stiamo parlando di Francisco Conceicao, il figlio del tecnico lusitano e già aggregato con la prima squadra dalla scorsa stagione. Appena 18 anni, ma ha tutto per far bene. Senza dimenticare Manuel Corona che però potrebbe essere ceduto per fare cassa.
Infine, l’attacco verte su Bruno Costa e Tony Martinez, a cui vanno ad aggiungersi anche l’iraniano Taremi, oltre ai brasiliani Evanilson e Pepe.
Squadra da prendere con le molle. Per informazioni chiedere alla Juventus che venne eliminata dal Porto negli ottavi di finale, la scorsa stagione. La corsa lusitana è finita nel turno successivo, contro il Chelsea poi campione, ma lottando fino all’ultimo secondo per la qualificazione.
Formazione Tipo
Porto (4-4-2): Marchesìn; Wendell, Pepe, Mbemba, Manafà; Diaz, Otavio, Sergio Oliveira, Corona; Evanilson, Taremi.