La fortuna non ha certo arriso all’Inter nel sorteggio di Champions League: come avversarie nel gruppo C i milanesi, che erano in terza fascia, hanno pescato Bayern Monaco (prima fascia), Barcellona (seconda fascia) e Viktoria Plzen (quarta fascia). Sorteggio davvero nefasto, in particolare per la caratura delle prime due avversarie.
Bayern Monaco: uno schiacciasassi nelle fasi a gironi
Nella fase a gironi il Bayern Monaco è forse il peggior avversario che si possa affrontare: nelle ultime 4 edizioni i bavaresi hanno vinto 21 partite e pareggiato 3 volte prima di accedere alla fase ad eliminazione diretta.
Certo, per l’Inter il Bayern fa tornare alla mente la fantastica finale di Madrid di dodici anni fa, quando la doppietta di Diego Milito stese i bavaresi e consentì ai nerazzurri di completare il magico Triplete. Attenzione però al curioso storico dei precedenti: tra Coppa Uefa e Champions League, il Bayern ha sempre vinto a Milano ma mai in casa contro l’Inter (2 sconfitte e 1 pareggio).
Nelle giovani ma esperte mani di Julian Nagelsmann il Bayern ha conquistato il suo 32° Maisterschale, guadagnandosi così anche il posto in prima fascia nel sorteggio.
L’allenatore
A soli 35 anni Julian Nagelsmann è uno dei più giovani e vincenti allenatori del panorama europeo. Costretto al ritiro dal calcio giocato a soli 20 anni per vari infortuni al ginocchio e al menisco, si è distinto da subito come osservatore nello staff di Tomas Tuchel nella squadra riserve dell’Augusta, per poi iniziare la carriera come tecnico nelle giovanili dell’Hoffenheim.
Fino alla scorsa stagione, nonostante le buone cose fatte vedere alla guida dell’Hoffenheim e del Lipsia, il suo palmares contava esclusivamente una vittoria del campionato primavera alla guida dell’Hoffenheim nel 2014. Al suo primo anno sulla panchina bavarese ha centrato immediatamente la Supercoppa di Germania, per poi conquistare il titolo di Campione di Germania e ripetersi in Supercoppa all’inizio di questa stagione.
La rosa
Rispetto all’anno scorso e soprattutto alla squadra che aveva sollevato la Champions League nel 2021, il Bayern Monaco ha perso quello straordinario cannoniere che è Robert Lewandowski, e anzi se lo ritroverà come avversario quando dovrà giocare contro il Barcellona.
Nonostante la partenza del polacco però l’attacco bavarese non ha perso colpi: con il nuovo arrivo Sadio Mané (32 milioni versati al Liverpool) e i “vecchi” Leroy Sané, Kingsley Coman, Serge Gnabry e Thomas Muller i campioni tedeschi hanno già messo a segno ben 16 gol in 4 partite di Bundesliga (15 nelle prime 3). Attenzione al giovane Jamal Musiala, che sta trovando sempre più spazio nelle rotazioni di Nagelsmann.
La squadra si è rinforzata in difesa, con l’acquisto di Matthijs de Ligt dalla Juventus per ben 67 milioni, che affianca Lucas Hernandez (fratello del milanista Theo) e Dayot Upemecano come difensori centrali, davanti alla porta dell’inossidabile capitano Manuel Neuer.
Sulle fasce operano la freccia canadese Alphonso Davies, a sinistra, e Benjamin Pavard, che quest’anno si alternerà con il marocchino Noussai Mazraoui, arrivato dall’Ajax.
Ajax che era la squadra anche dell’altro grande rinforzo di quest’anno, il centrocampista ventenne Ryan Gravenberch, che affianca Joshua Kimmich, Marcel Sabitzer e Leon Goretzka in un reparto di grandissima quailità. Infine, menzione per il giovanissimo (17 anni) attaccante Mathys Tel, prelevato per ben 20 milioni dal Rennes e aggregato stabilmente alla prima squadra.
Formazione tipo
Nagelsmann schiera la squadra generalmente con una difesa a 4 e due mediani, in un modulo che può variare tra il 4-4-2, il 4-2-3-1, il 4-2-4 e il 4-2-1-3, a seconda degli uomini utilizzati e dal loro atteggiamento tattico. Senza Lewandowski al momento non c’è un vero e proprio terminale offensivo, con Sadio Mané che ama svariare lungo il fronte d’attacco, supportato da Thomas Muller e con due ali che partono molto larghe.
BAYERN MONACO (4-2-3-1): Neuer; Pavard, de Ligt, Upamecano, Davies; Goretzka, Kimmich; Sané, Muller, Gnabry; Mané
Barcellona: Lewandowski copre qualsiasi difetto
Si citava Robert Lewandowski parlando del Bayern Monaco, e il centravanti polacco è sicuramente il giocatore più pericoloso del Barcellona che sta cercando una difficile rifondazione sotto la guida di Xavi.
Nelle ultime 4 fasi a gironi della Champions League l’allora attaccante del Bayern Monaco ha messo a segno ben 30 reti in 21 partite giocate, e ha iniziato la Liga mettendo a segno 4 gol nelle prime 3 giornate (due doppiette).
L’Inter ha affrontato il Barcellona innumerevoli volte nella sua storia, vincendo solo in due occasioni: l’ultima di questa è però storica, il 3-1 nell’andata della semifinale di San Siro del 2010 contro i catalani allenati da Guardiola, preludio alla stoica resistenza del Camp Nou in cui gli uomini di Mourinho, in inferiorità numerica per buona parte del match, riuscirono a chiudere con una sconfitta per 1-0 accedendo così alla finale contro il Bayern Monaco.
Da allora però altri due doppi confronti nella fase a gironi, nel 2018 e nel 2019, con 3 vittorie catalane e un pareggio.
L’allenatore
Per uscire dalla tremenda crisi, sia economica che di gioco, delle ultime stagioni il Barcellona si è affidato ad un suo ex giocatore che è stato il perno dei successi di inizio millennio: Xavi. Il cervello del centrocampo di Rijkaard, Guardiola e Luis Enrique ha vissuto 24 anni con la maglia blaugrana prima di chiudere con il calcio giocato all’Al-Sadd, squadra qatariota che l’ha visto anche esordire come allenatore.
Nonostante i molti successi ottenuti nel campionato qatariota, il suo percorso al Barcellona l’anno scorso non è stato semplice: arrivato a novembre per sostituire Ronald Koeman, ha dovuto fare i conti con una rosa costruita in maniera discontinua, molti infortuni e tanti problemi ambientali. Ciononostante si sono visti sprazzi di grande calcio nella tradizione blaugrana, in particolare nel Clasico vinto per 4-0 in casa del Real Madrid, ma anche grandi debacle come l’eliminazione ai quarti di finale di Europa League per mano dell’Eintracht Francoforte.
La rosa
Tra mille difficoltà dovute alle limitazioni imposte dal tetto salariale della Liga, il Barcellona si è rinforzato, oltre che con Lewandowski, con gli innesti di Raphinha dal Leeds e soprattutto Jules Koundé dal Siviglia, a rinforzare una difesa che negli ultimi tempi non ha mai dato grandi sicurezze. Oltre al francese è arrivato anche Andreas Christensen dal Chelsea, a parametro zero come l’ex milanista Franck Kessié.
A sorpresa è rimasto, rinnovando il contratto, Ousmane Dembelé, alla ricerca di un rilancio dopo troppe stagioni sfortunate e deludenti. Il reparto avanzato si completa con Pierre-Emerick Aubameyang, Ferran Torres e il giovane Ansu Fati, atteso alla definitiva consacrazione.
Consacrazione che hanno già trovato altri due giovanissimi del centrocampo blaugrana, ovvero Gavi e Pedro, 37 anni in due ma già imprescindibili ai lati del capitano Sergio Busquets o più probabilmente del fine cervello di centrocampo De Jong. In difesa il giovane emergente Alex Balde e Ronald Araujo stanno trovando sempre più spazio a discapito dei veterani Jordi Alba e Sergi Roberto.
Formazione tipo
Xavi non si discosta dal 4-3-3 che è stato il marchio di fabbrica delle vittorie del Barcellona in cui ha giocato. Lewandowski è ovviamente il riferimento offensivo, mentre a centrocampo tutto gira intorno a Sergio Busquets, regista e schermo difensivo imprescindibile. Il possesso palla e i tagli nel mezzo delle ali sono le caratteristiche più evidenti della squadra.
BARCELLONA (4-3-3): Ter Stegen; S.Roberto, Koundé, Christensen, Balde; Gavi, De Jong, Pedri; Raphinha, Lewandowski, Dembelé
Viktoria Plzen: vietato sottovalutare i cechi
Apparentemente la cenerentola del gruppo, il Viktoria Plzen è una squadra che nella sua storia ha conquistato per 6 volte il titolo di Campione della Repubblica Ceca, oltre ad una coppa nazionale.
È quindi alla sua quarta partecipazione alla Champions League, dove non ha mai superato la fase a gironi ma ha sempre centrato il 3° posto che le ha permesso di continuare il cammino europeo in Europa League.
Nella loro storia hanno incrociato il cammino di squadre italiane in varie occasioni: si registrano doppi confronti con Padova, Juventus, Milan, Napoli e Roma (due volte), riuscendo a centrare la vittoria in entrambe le gare con i partenopei (Europa League 2012-2013) e contro la Roma nella Champions League 2018-2019.
L’allenatore
Ex centrocampista che ha legato il suo nome principalmente allo Sparta Praga (ma ha militato anche un paio di stagioni nel Betis Siviglia), come allenatore Michal Bilek vanta un’esperienza ventennale, durante la quale si è seduto anche sulle panchine della nazionale ceca e di quella kazaka, oltre ad aver fatto esperienze anche in Costa Rica, Slovacchia e Georgia.
Il campionato ceco vinto con il Viktoria Plzen fa il paio con quello vinto sulla panchina dello Sparta Praga nel 2007, squadra con cui ha vinto anche due coppe nazionali. Il suo palmares conta anche una Supercoppa del Kazakistan conquistata alla guida dell’Astana nel 2020.
La rosa
Qualificati dopo aver eliminato ai preliminari HJK Helsinki, Sheriff Tiraspol e Qarabag, i cechi hanno nei centrocampisti offensivi Jan Sykora (ingaggiato dal Lech Poznan), Jhon Mosquera e Jan Kopic gli uomini più rappresentativi. In posizione di centravanti si alternano principalmente Tomas Chory e Jan Kliment (acquistato dal Wisla Cracovia), ma attenzione anche al nigeriano Fortune Bassey, arrivato in prestito dal Ferencvaros.
Equilibratori in mezzo al campo sono i mediani Pavel Bucha e Lukas Kalvach, mentre in difesa trova spazio il capitano Lukas Hejda e, spesso sulla fascia sinistra, Vaclav Jemelka, acquistato quest’estate dal Sigma Olomouc per 1 milione di euro, investimento record nella storia del club alla pari di quelli fatti nel 2017 per Chory e per il trequartista Ales Cermak (il quale però ha un po’ deluso nell’ultima stagione ed è scivolato indietro nelle gerarchie).
Formazione Tipo
La squadra si dispone in campo normalmente con un 4-2-3-1, ma occasionalmente può anche adottare un 3-4-3 particolarmente offensivo. La costante è comunque la grande densità in mezzo al campo, con gli esterni offensivi che danno una grande mano anche in fase di non possesso palla.
VIKTORIA PLZEN (4-2-3-1): Stanek; Holik, Heijda, Pernica, Jemelka; Bucha, Kalvach; Kopic, Sykora, Mosquera; Chory