Urna benevola per il Milan, nella fase a gruppi di Champions League, ma vietato abbassare la guardia.
Il girone E vede i rossoneri teste di serie, con Chelsea, Salisburgo e Dinamo Zagabria. Un raggruppamento alla portata della squadra di Pioli, ma dove le insidie possono essere molteplici.
Chelsea ovviamente antagonista principale del Diavolo, con l’ormai esperto Salisburgo che ha le sembianze di un Luna Park che può mettere paura, oltre ai croati che puntano molto sul fattore campo e un ambiente caldissimo a Zagabria.
Insomma massima attenzione per il Club sette volte campione d’Europa che dopo il rodaggio della passata stagione sogna di accedere agli ottavi di finale.
Vediamo nel dettaglio le avversarie del Milan, in ordine ovviamente di fascia nell’Urna.
Chelsea
Blues inseriti nella seconda fascia per il sorteggio e pescano il Milan, 23 anni dopo la prima volta, quando a cavallo del vecchio e nuovo millennio, gli allora campioni di Italia furono messi in grande difficoltà dai rinati londinesi sotto la cura italiana di Vialli. Sotto il Ponte di Londra è passata tanta acqua del Tamigi in questi due decenni e molte cose sono cambiate.
Qualità della Rosa
C’è poco da dire sulla qualità della rosa degli inglesi. Una super squadra imbottita di grandi campioni. Da Thiago Silva e l’ultimo arrivato Koulibaly in difesa, passando per Kanté e Jorginho in mezzo al campo, con Mount, Sterling e Havertz a ruotare in attacco.
Campioni d’Europa nel 2021 per la seconda volta nella loro storia, i Blues continuano il percorso con Tuchel, nonostante la squadra nel 2022 abbia avuto più delusioni che gioie.
Il titolo di campioni del Mondo 2021 ha sancito la fine della prima parte del ciclo con il tedesco in panchina e lo stesso allenatore ha rivoluzionato la rosa in questa sessione di mercato con partenze eccellenti: da Werner a Lukaku, passando per Alonso e Rudiger solo per citarne alcuni.
Ma la rosa è di grande spessore, nonostante un continuo sali e scendi nei risultati in Premier League. Una volta però trovata la quadra, siamo sicuri che per le altre formazioni sarà durissima affrontare il Chelsea.
Il Tecnico
Thomas Tuchel non ha bisogno di molte presentazioni.
Il tecnico tedesco il prossimo anno festeggerà mezzo secolo di vita, quasi tutta dedicata al calcio. Prima come giocatore e poi dal 2007, come allenatore.
Dalla squadra riserve dell’Augusta in Germania, fino a debuttare in Bundesliga con il Mainz. Da qui, il salto al Borussia con i gialloneri che per due stagioni hanno giocato un calcio assai spettacolare, con Tuchel in panchina. Il 2018 segna l’approdo al PSG con cui gioca una finale di Champions League nel 2020.
Quella sconfitta incrina probabilmente il suo rapporto con l’ambiente parigino e il 29 dicembre dello stesso anno viene esonerato. Passano tre settimane e il tedesco lo ritroviamo alla guida del Chelsea che con Lampard sta letteralmente deludendo.
5 mesi dopo arriva il trionfo nella Champions League 2021, 1-0 in finale contro il più quotato Manchester City di Guardiola. A cui si aggiungono la Supercoppa Europea e il Mondiale per Club.
Il suo 3-4-2-1 è diventato ben presto il marchio di fabbrica dei Blues e come abbiamo visto, i risultati non si sono fatti attendere con Tuchel al timone del Chelsea.
Formazione tipo
Il modulo è il famoso 3-4-2-1 che in fase di non possesso palla diventa un classico 5-4-1, con le due ali che attaccano e difendono senza sosta per 90 minuti. Nelle ultime settimane il tecnico tedesco ha varato anche un sorprendente 4-3-3, ma per il momento i frutti non sono quelli sperati.
Nel canonico 3-4-2-1, Mendy è a guardia dei pali, con un blocco granitico a comporre la linea difensiva: il nuovo arrivato Fofana oppure Azpilicueta, Thiago Silva, Koulibaly. Sulle fasce agiscono solitamente James a destra e Cucurella a sinistra, con Kanté e Jorginho al centro. Tra la mediana e l’attacco agiscono Havertz e Mount, mentre Sterling è il terminale offensivo.
Formazione tipo (3-4-2-1): Mendy; Fofana, Thiago Silva, Koulibaly; James, Kanté, Jorginho, Cucurella; Mount, Havertz; Sterling. All. Tuchel.
Salisburgo
Una presenza diventa ormai fissa, in ambito europeo, quella del Salisburgo. Merito anche della nuova proprietà, da quando la Red Bull ha deciso di investire sul club austriaco.
Un Luna Park molto interessante quello della formazione biancorossa che prima in Europa League e poi in Champions League si è messa in evidenza negli ultimi 5 anni, dominando al tempo stesso in Patria. Basti pensare che nelle ultime 9 stagioni in Austria, il Salisburgo ha fatto 8 volte il double: Campionato, più Coppa Nazionale.
Qualità della Rosa
Ovviamente non siamo davanti alla forza del Chelsea, ma la formazione austriaca è un mix interessante. Giocatori molto giovani, ma con un futuro assicurato, assieme ad una serie di giocatori con esperienza. Una sorta di Milan in miniatura per quello che concerne la politica societaria.
Non è un caso che negli ultimi anni elementi del calibro di Patson Daka, Dominik Szoboszlai, Sadio Mané, Erling Haaland, Naby Keïta e Brenden Aaronson (solo per citarne alcuni, ma la lista è lunga e impressionante) siano stati acquistati con investimenti medio bassi e poi rivenduti dopo qualche anno a cifre clamorose.
Per questo motivo è un avversario da prendere con le molle, nonostante l’età media della rosa, 22 anni spaccati. Spiccano fra questi, Philipp Köhn tra i pali, l’ultimo arrivato dal Monaco Strahinja Pavlovic in difesa, il guizzante Bernando sulle fasce, Nicolas Seiwald e Luka Sucic a reggere la mediana, oltre alle punte Noah Okafor e Junior Adamu.
Il tecnico
Matthias Jaissle è un allenatore giovane, ma già vincente. Entrato nel 2021 alla guida della prima squadra, il classe 1988 ha subito centrato il double in Patria con il Salisburgo: campionato + Coppa, mentre in Champions League il club per la prima volta ha superato la fase a gironi, prima di essere eliminato dal Bayern Monaco.
Poca esperienza in panchina, ma un CV che già fa invidia a molti colleghi. Ha proseguito sulla strada tracciata da Jesse Marsch, l’attuale allenatore del Leeds e che ha guidato gli austriaci nel biennio 2019-2021.
Squadra giovane e allenatore giovane, per risultati garantiti. E ora, il sogno di fare lo sgambetto al Milan.
La formazione tipo
Il 4-3-1-2 è il modulo più gettonato da Jaissle che punta molto sul gioco frizzante e sempre votato all’attacco della propria squadra. Köhn come detto è il portiere titolare e davanti a lui agiscono Dedic, Solet, Pavlovic e Bernardo. In cabina di regia, per la mediana ecco Seiwald che forma il vertice basso del rombo di centrocampo.
Sul centrodestra agisce solitamente l’italo-argentino Capaldo, con il 19enne danese Kjaergaard nelle vesti di mezzala sinistra. Quantità e soprattutto qualità per Sucic: il 19enne croato ha iniziato in carriera da play basso davanti alla difesa, ma nell’attuale Salisburgo gioca alle spalle delle punte, come un classico numero 10.
In attacco le soluzioni sono tante, con Okafor intoccabile, mentre Fernando e Adamu si alternano come compagni di reparto del nigeriano con passaporto svizzero.
Formazione Tipo (4-3-1-2); Köhn; Dedic, Solet, Pavlovic, Bernardo; Capaldo, Seiwald, Kjaergaard; Sucic; Okafor, Fernando. All. Jaissle.
Dinamo Zagabria
Sulla carta la meno forte del lotto, ma con esperienza da vendere in ambito europeo. Lo dimostra il tortuoso viaggio nei preliminari di Champions League che hanno condotto i croati alla fase a gironi.
Eliminati nel percorso i vari Shkupi, Lodogorets e Bodo/Glimt: avversari scomodi e non proprio banali. Insomma la Dinamo Zagabria è formazione che pecca qualcosa a livello di rosa, ma punta tanto sul fattore campo nelle gare interne al mitico “Maksimir” nel cuore della capitale.
Qualità della Rosa
Pochi grandi nomi e tante scommesse nella formazione balcanica. Il portiere Danijel Zagorac e il centrale difensivo Kévin Théophile-Catherine sono i due giocatori di maggior esperienza: 35 anni per il numero 1 e 33 per il perno del pacchetto arretrato.
Aggiungiamoci l’ultimo arrivato a Zagabria, vale a dire Josip Drmic svincolato dal Norwich e con i suoi 30 anni pronto a giocarsi uno degli ultimi treni della sua carriera. Senza dimenticare il bomber Mislav Orsic.
Fra i giovani attenzione a Josip Sutalo: difensore classe 2000 è da tempo sul taccuino di molti club europei e da un anno circa veste stabilmente la maglia della nazionale maggiore, dopo tutta la trafila nelle giovanili della Croazia. Luka Ivanusec è il numero 10 che deve far fare il salto di qualità alla squadra, con Dario Spikic in attacco.
Il Tecnico
Ante Cacic è l’esperienza fatta persona, fra le panchine europee. Classe 1953, il croato ha iniziato ad allenare a metà degli anni 80, quando la Jugoslavia era una nazione unica e il campionato, uno dei più difficili al mondo.
Si è forgiato per diverse stagioni con club minori della serie A slava, ma ha fatto il salto di qualità che lo ha portato a guidare 18 squadre di Club, la nazionale croata maggiore, la selezione Under 21 e persino la nazionale libica.
È tornato a guidare la Dinamo a 10 anni dall’unica stagione con la formazione della capitale e guarda caso i due campionati vinti in carriera sono arrivati proprio con questa squadra.
Una vecchia volpe del calcio balcanico che è pronto a sovvertire il pronostico che da per spacciata la sua squadra.
La formazione tipo
Ossatura ormai collaudata quella della Dinamo che come detto mixa giovani con giocatori di esperienza. Nel 4-2-3-1, in porta agisce il classe 1995 Livakovic, con Moharrami, Theophile-Catherine, Peric, Bockaj a comporre la linea a quattro della difesa.
I due mediani sono Misic e Tolic, con uno scoppiettante trio che agisce fra mediana e attacco: Menalo a destra, Ivanusec al centro e Orsic a sinitra. L’unico terminale offensivo è Petkovic.
Formazione Tipo (4-2-3-1); Livakovic; Moharrami, Theophile-Catherine, Peric, Bockaj; Misic, Tolic; Menalo, Ivanusec, Orsic; Petkovic. All. Cacic.