Pierre Emerick Aubameyang, dei tre fratelli che hanno indossato la maglia del Milan nelle giovanili, è sicuramente quello che più di tutti ha creato rimpianti in casa del “Diavolo”.
Accolto nella primavera rossonera non ancora maggiorenne, l’attaccante del Gambia sembrava destinato ad entrare nel grande parco attaccanti della prima squadra 10 anni fa. Poi una serie di prestiti, qualche stagione sottotono e la cessione per 1 milione di euro.
Da quel momento Pierre Emerick Aubameyang è tornato sui livelli dei primi tempi delle giovanili, facendo in serie le fortune del St. Etienne e quelle del Borussia Dortmund, prima di approdare a Londra sulla sponda “Gunners“.
Più volte nel corso delle ultime stagioni radio mercato ha accostato il suo nome con quello del Milan, ma di fatto le due strade non sono mai tornate a congiungersi. E pensare che la famiglia Aubameyang per anni ha gravitato attorno al mondo Milan.
Dal padre ai figli
In casa Aubameyang, il primo a finire sotto contratto con il Milan è il padre. Si tratta di Pierre François: ex giocatore professionista in Gabon e poi in Francia, nei primi anni 2000 approda sotto la madonnina come talent scout del Milan. Il suo compito è scovare possibili campioni in Africa e in Francia. Così fra i tanti che porta in maglia rossonera, ci saranno anche i tre suoi figli.
Ovviamente il primo è il maggiore, vale a dire Catilina Aubameyang, classe 1983, centrocampista. In Italia era arrivato in realtà nel 1998 in quel di Reggio Emilia e nel 2000 passa al Milan appena 17enne. Vince un torneo di Viareggio con il “Diavolo”, mentre Ancelotti lo getta nella mischia per una presenza in Coppa Uefa, poi in Champions League l’anno seguente e infine debutta anche in Serie A. Il Milan decide di mandarlo a fare esperienza nelle leghe inferiori. Triestina e Ancona su tutte, ma i risultati non sono esaltanti. Alla fine saluta Milano per nazioni come Svizzera, Gabon e infine Francia, pur senza lasciare il segno.
Il secondogenito è invece Willy Aubameyang, classe 1987. Dalle giovanili di alcune formazioni francesi, viene notato dalla Triestina. A 18 anni, nel 2005 passa alla Primavera del Milan. Nel 2007, nel trofeo Berlusconi debutta con la prima squadra e segna il 3-2 finale che permette ai meneghini di battere la Juventus. Ma anche di lui ben presto si perdono le tracce fra prestiti e la cessione definitiva che lo riporta nell’anonimato.
Pier…che rimpianto
L’ultimo ad accasarsi al Milan in ordine di tempo è Pierre Emerick Aubameyang. Il gioiello classe 1989 approda in maglia rossonera dopo l’esperienze giovanili con Laval, Rouen e Bastia. Nel 2007 è l’anno del Milan e nella primavera si mette in luce. Filippo Galli, la quinta colonna della difesa storica del Milan di Sacchi e Capello, è l’allenatore della primavera e rimane colpito dalle qualità del giovane attaccante. Segna in tutti ruoli, sia da punta centrale e sia da esterno d’attacco. Nel trofeo Roberto Bettega organizzato dal Juventus, Pierre segna 7 gol in sei gare.
La sua unica sfortuna è quella di vedersi chiuso in prima squadra da fenomeni del calibro di Inzaghi, Ronaldinho, Ronaldo e dal talento brasiliano Pato, oltre che dall’imprendibile Kaka.
Insomma ha bisogno di giocare così il Milan lo manda in Francia: prima al Digione, poi al Lille e infine al Monaco. Il ragazzo però segna pochissimo e dopo un primo anno con la maglia del St. Etienne, il Milan opta per venderlo ai verdi di Francia per un milione di euro. Un colpaccio per quest’ultimi che si assicurano un talento dal grande futuro.
Pierre Emerick Aubameyang nelle due stagioni al St. Etienne torna sui livelli realizzativi della primavera del Milan, solo che adesso gioca titolare nella Ligue 1 e contribuisce al successo in Coppa di Lega della sua squadra.
Su di lui piomba il Borussia Dortmund e in Bundesliga il francese compie il salto di qualità.
Segna a raffica e si conferma un contropiedista d’eccezione. Il Milan si mangia le mani e sembra disposto a tutto pur di riportarlo a casa. Ma alla fine il passaggio salta e Pierre atterra a Londra per contribuire alla causa dell’Arsenal. In maglia gunners continua a segnare a raffica, diventando ben presto l’idolo dei tifosi. Pierre e l’Italia sembrano davvero distanti.