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Dopo aver perso la grande occasione di accorciare su Inter (perdente a Torino, 1-0 contro la Juventus) e Napoli (che a fatica ha pareggiato 2-2 a Roma contro la Lazio), l’Atalanta (0-0 nell’ultima gara casalinga in Serie A contro il Cagliari) ritrova l’aria d’Europa, quella che in passato le ha fatto tanto bene. Qui la Dea è cresciuta, è maturata, si è infine imposta come una delle realtà più solide del calcio internazionale. Qui, ad inizio stagione, la si dava tra le favorite almeno tra le prime otto d’Europa, lei che d’Europa (League) è campionessa in carica. Cosa è accaduto, poi?

Un po’ di sfortuna, qualche calo di tensione di troppo, una forma che tra gennaio e febbraio, storicamente, ne rallenta la corsa – che torna fluida in primavera –, e l’assenza di alcuni elementi di rilievo, su tutti Scamacca (rientrato e riuscito dalla rosa in poco tempo), Scalvini e Lookman, tutto ciò ha portato la squadra di Gasperini a doversi sudare anche il risultato più ‘scontato’, almeno sulla carta.

  • La partita: Atalanta v Club Brugge, playoff di ritorno, UEFA Champions League 2024/25
  • Quando si gioca: martedì 17 febbraio 2025, ore 21:00
  • Dove vederla in TV: Sky Sport
  • Dove vederla in streaming: NOW e Sky GO

Così contro il Club Brugge, squadra belga, nei playoff di Champions League. Nella competizione dove le stelle splendono più luminose, e dove le favole diventano realtà, la Dea ha perso la bussola, almeno all’andata. D’accordo il clamoroso errore arbitrale sul finale – ci torneremo tra poco – ma l’Atalanta può e deve fare meglio. Cosa non è andato, sette giorni fa? Cosa deve cambiare la Dea in vista della sfida di martedì sera?

Cosa è accaduto all’andata

Partita forte, come suo solito, l’Atalanta vista contro il Brugge in Belgio è parsa povera d’idee. Al contrario i padroni di casa, puntando tutto sulla freschezza atletica dei suoi migliori interpreti, hanno aggredito con veemenza la squadra di Gasperini, invertendo così i naturali ruoli del gioco.

L’1-0 di Ferran Jutlga, giocatore da tenere d’occhio anche nella sfida di ritorno, è stato bellissimo, e racconta bene le qualità dei belgi. Pressing alto, recupero palla, attacco immediato alla porta avversaria e cinismo. Così, l’1-0 nel primo tempo. L’Atalanta ha però reagito, trovando la rete del pareggio con Pasalic su bel cross di Zappacosta. Una rete che ha messo in mostra le qualità della Dea, superiori a quelle dei dirimpettai.

Sul finale, come detto, il clamoroso errore di Umut Meler, che ha concesso un calcio di rigore a dir poco dubbio per fallo di Hien su Nilsson, è costato il 2-1 del Brugge e la necessità di alzare i giri del motore per l’Atalanta al ritorno. Una necessità, invero, che sarebbe stato comunque un tema portante dei discorsi del Gasp ai suoi: all’andata abbiamo visto una pallida versione dell’Atalanta che conosciamo. Al ritorno, servirà tutta un’altra squadra.

Cosa ci aspettiamo al ritorno

Dalla mente e dal cuore alle gambe e al cervello il passaggio non è così scontato. Sette giorni fa, infatti, l’Atalanta ha dimostrato di subire molto una squadra come il Brugge. Veloce, dinamica, coraggiosa. Soprattutto nei suoi migliori interpreti, giovanissimi.

Ci riferiamo a Talbi, De Cuyper e Ordonez, rispettivamente classe 2005, 2000 e 2004. Il primo ha fornito a Jutlga l’assist del vantaggio iniziale, e ha giocato una gran partita a centrocampo nel complesso. Il secondo, più esperto dei compagni sopracitati, è un difensore di livello, e Retegui ha faticato molto nel trovare la giusta posizione.

In questo senso, l’innesto di Lookman – non è chiaro se dal primo minuto – potrebbe cambiare di molto il volto dell’attacco nerazzurro, all’andata troppo prevedibile e poco veloce (male anche l’ex De Ketelaere). Ordonez, infine, è un difensore già finito sul taccuino di mezza Europa – compreso quello della dirigenza orobica.

Il ritorno di Lookman, come detto, ma anche quello di Kolasinac dietro, sono certamente un fattore importante. Potrebbe diventare decisivo nel momento in cui tutta la squadra entrerà in campo con un atteggiamento diverso dall’andata, dimostrando di saper trasformare la rabbia per l’episodio finale in motivazione per passare il turno, come la Dea può certamente fare.