Non è mai facile crescere con l’etichetta di “bambino prodigio” addosso. Quando tutti si abituano a cose straordinarie per la tua età, il fatto di fare “solo” in maniera eccellente le cose “normali” fa nascere un certo assurdo senso di delusione. Per Andrea Pinamonti le cose stavano andando in questa maniera: da anni etichettato come gioiello del settore giovanile dell’Inter, inserito nella rosa della prima squadra a 17 anni, non ha avuto gli exploit improvvisi di altri giovani come Pellegri, Kean o Zaniolo, ma una crescita lenta e costante che non l’ha ripagato dal punto di vista mediatico come è successo ai suoi coetanei, nonostante i 5 gol segnati in Seria A a 19 anni in una squadra di bassissima classifica come il Frosinone. Eppure ad oggi è il centravanti titolare del Genoa, a soli 20 anni, ed è titolare nella nazionale Under-21, con un anno di anticipo rispetto alla soglia, come gli è sempre successo nelle nazionali giovanili a partire dalla Under-14.
Quello che stupisce di Pinamonti è la maturità che dimostra in campo: i movimenti che fa denotano un’intelligenza tattica e un’applicazione estremamente rara per un attaccante così giovane. Non ha lo strapotere fisico di un Kean o l’istinto da bomber di un Cutrone, se dobbiamo paragonarlo ad un centravanti affermato potremmo accostarlo a Edin Dzeko, una punta capace di giocare per la squadra, agevolando la manovra offensiva e allo stesso tempo di rendersi sempre pericoloso in area, pur non segnando caterve di gol. Almeno per il momento: stiamo sempre parlando di un ragazzo di 20 anni che ha tutto il tempo per imparare ad essere più cinico in area di rigore.
Gli inizi in Trentino e la prelazione da parte dell’Inter
Andrea Pinamonti nasce, come lascia intuire il suo cognome, tra le montagne del Trentino, per la precisione a Cles, nella Val di Non, il 19 maggio 1999. All’età di cinque anni inizia a giocare a calcio nella squadra della Bassa Anaunia, dove l’allenatore Bruno Tommasini nota il suo talento precoce e propone ai genitori di farlo provare per alcune squadre di serie A. Il padre Massimo non ha dubbi e lo indirizza verso la squadra del cuore di tutta la famiglia, l’Inter. Nel corso delle selezioni a cui partecipano circa 3000 bambini da tutta Italia, Andrea si mette in luce segnando 4 gol in una partita. I nerazzurri non perdono tempo e lo tesserano per alcuni tornei internazionali, ma in campo nazionale le norme federali impediscono di tesserare un Under-14 fuori regione. L’Inter, per non farsi scappare il talento che nel frattempo ha attirato le attenzioni di altre squadre come il Milan, lo fa tesserare da una società “amica” come il Chievo (pur essendo Verona in Veneto, il tesseramento dei giovani trentini è permesso), e dagli 8 ai 14 anni gioca con la casacca gialloblù, fino a quando finalmente gli è permesso di indossare il nerazzurro delle giovanili interiste una volta compiuti i 14 anni.
Il cammino inarrestabile nelle giovanili dell’Inter
Nelle giovanili dell’Inter gioca abitualmente con compagni più vecchi di uno o due anni, grazie anche ad un fisico molto sviluppato, tanto che nella stagione 14/15 viene schierato titolare nelle quattro partite della fase finale del campionato Under-17 giocate dall’Inter. Mentre inizia a venir chiamato dalle varie nazionali giovanili (tra Under 15, Under 16 e Under 17 segnerà ben 17 gol in 34 partite), a nemmeno 16 anni si divide tra l’Under-17 e la Primavera, chiudendo la stagione 15/16 con 14 presenze e 10 gol in Under-17 (con il campionato perso ai supplementari della finale contro l’Atalanta) e 16 presenze e 6 gol con la Primavera (con cui vince la Coppa Italia di categoria in finale contro la Juventus), oltre a 3 presenze e 1 gol al Torneo di Viareggio.
Nella stagione 16/17, complici le limitazioni alla rosa imposta all’Inter dal Fair Play Finanziario, viene aggregato sempre più spesso alla prima squadra. Oltre alle 28 presenze con ben 19 gol con la squadra Primavera (con cui vince il campionato in finale contro la Fiorentina), esordisce da titolare con la prima squadra nella partita di Europa League (ininfluente ai fini della qualificazione già sfumata nelle precedenti partite del girone) vinta contro lo Sparta Praga per 2-1 l’8 dicembre 2016, per poi essere inserito in pianta semi-stabile nella rosa della prima squadra a partire da gennaio, inanellando due presenze in campionato, subentrando nei minuti finali di Empoli-Inter (il 12 febbraio 2017) e di Lazio-Inter (il 21 maggio 2017).
Nella stagione successiva, 17/18, è aggregato in pianta stabile alla prima squadra (tanto che, nonostante ancora in età, farà solo una presenza nel campionato Primavera), ma dal momento che l’Inter è stata esclusa dalle coppe europee, durante la settimana può giocare le partite di Coppa Italia Primavera (2 presenze e 1 gol) ma soprattutto di Youth League, dove firma ben 6 gol in 6 partite. Con la prima squadra invece le soddisfazioni sono poche, una presenza da titolare in Coppa Italia decisamente deludente (in un match contro il Pordenone, squadra di serie C, vinto solo ai rigori) e 13 minuti contro il Genoa in campionato.
Frosinone e la maturazione
Nell’estate 2018, alla caccia di plusvalenze per rientrare nei termini del Fair Play Finanziario, l’Inter piazza molti dei suoi giovani in giro per le province italiane, cedendoli per cifre considerevoli e ma mantenendo in molti casi un’opzione di riacquisto. Il Pina però, dopo un Europeo Under-19 perso in finale contro il Portogallo ma chiuso senza reti personali, è l’eccezione a questo trend: per lui, consci della necessità di maturare, viene approntato un prestito secco al Frosinone, società neopromossa dalla B, rifiutando anche offerte attorno ai 7 milioni di euro. Inizialmente fatica ad imporsi: subentra nei minuti finali della prima di campionato persa 4-0 contro l’Atalanta, quindi viene schierato titolare dopo cinque giornate in un’altra sconfitta per 4-0, questa volta contro la Roma. Dopo cinque minuti giocati contro l’Empoli alla nona giornata, sono gli ultimi due minuti contro la SPAL il 28 ottobre 2018 ad essere fondamentali per la carriera del Pina: raccoglie una palla messa dietro dal fondo e dal limite dell’area disegna una parabola che si infila nel sette opposto, mettendo a segno il suo primo gol da professionista.
Due turni dopo, si ripete contro la Fiorentina con un preciso tiro indirizzato all’angolino basso, e da questo momento si guadagna sempre più spesso la maglia da titolare, prendendo sempre più confidenza con il campo e facendo vedere le sue doti tattiche e tecniche, stupendo per la sua capacità di sfuggire dalle marcature con il suo grande controllo di palla sullo stretto e aiutando sempre la squadra con i suoi movimenti a favorire gli inserimenti dei compagni. La stagione si chiude con 27 presenze e 5 gol (nessun Under-20 meglio di lui, compresi i celebratissimi Kean e Zaniolo di Juventus e Roma), non sufficienti ad evitare la retrocessione del Frosinone ma che gli valgono una lenta ma crescente considerazione da parte degli appassionati e della stampa specializzata.
Il Mondiale Under-20 e il trasferimento al Genoa
Nell’estate 2019 viene convocato sia per il Mondiale Under-20 che per l’Europeo Under-20, a differenza di molti suoi compagni (Tonali, Kean, Zaniolo) che vengono esautorati dalla prima competizione per giocare la seconda. Andrea, con la fascia di capitano al braccio, trascina con 4 gol in 6 presenze (anche se contro il Giappone gioca solo l’ultimo minuto) la Nazionale Under-20 fino alla semifinale contro l’Ucraina, persa per 1-0. Purtroppo un infortunio al ginocchio non gli fa saltare solo la finalina per il terzo posto contro l’Ecuador, ma anche tutto l’Europeo Under-21 giocato in Italia. Nel frattempo l’Inter, dopo le prestazioni con il Frosinone e al Mondiale Under-20, è subissata di richieste per il giovane attaccante che, per quanto stimato da Conte, non avrebbe molti spazi di crescita in nerazzurro. Per la costante necessità di fare plusvalenze, l’Inter si accorda con il Genoa per un prestito con obbligo di riscatto a 18 milioni, ma un gentlemen’s agreement con la società genovese assicura ai nerazzurri la possibilità di riacquistare il giocatore ad un prezzo concordato. Dopo 1 gol nelle prime 4 presenze in rossoblù, il futuro di Pinamonti è tutto da scrivere, ma visto il mancato arrivo in nerazzurro di un giocatore a cui è stato paragonato più volte come Edin Dzeko, chissà che Antonio Conte non opti per riaverlo in rosa nel prossimo futuro.