Un West Ham in versione dottor Jekill e mister Hyde. Opaca e per certi versi impalpabile in Premier League, la squadra di David Moyes ha tutto un altro passo in ambito europeo.
Raggiunta la salvezza tra mille difficoltà, gli Hammers hanno mostrato un profilo completamente diverso in Conference League, fino a staccare il pass per l’ultimo atto.
Il prossimo 7 giugno, all’Eden Arena di Praga, gli Irons sfideranno la Fiorentina in una finale che si annuncia molto interessante. La squadra di Vincenzo Italiano può compiere l’impresa, ma attenzione a sottovalutare i londinesi che nelle notti europee hanno dimostrato un piglio differente, con zero sconfitte.
Vediamo nel dettaglio.
Numeri e statistiche
Il West Ham torna a giocare una finale europea, a distanza di 47 anni dall’ultima volta. Sconfitta in Coppa delle Coppe per gli Irons contro l’Anderlecht e niente trionfo bis.
Gli Hammers hanno vinto la Coppa delle Coppe nella stagione 1964-65: superato il Monaco 1860. Da 58 anni quindi, gli inglesi non tornano ad alzare un trofeo continentale, fatto eccezione per l’Intertoto 2006, dove i londinesi arrivarono a conquistare il pass per la Coppa Uefa.
Discorso abbastanza simile per la Fiorentina che non gioca una finale europea dal 1990 e l’unico trionfo continentale concerne la Coppa delle Coppe 1960-61: prima edizione della kermesse e i gigliati si imposero due volte sui Rangers Glasgow. Nella stagione successiva i toscani mancarono il bis, con la finale persa contro l’Atletico Madrid.
Il cammino degli Hammers in Conference League
Fino a questo momento, il rendimento del West Ham in Conference League è stato perfetto. 14 partite giocate, tra playoff, fase a gironi e fase ad eliminazione diretta.
Gli uomini di David Moyes hanno vinto 13 partite, a fronte di un solo pareggio. Ancora imbattuti e decisi a chiudere senza sconfitte, per un cammino che ha visto protagonisti gli Irons sin dall’inizio.
Dopo aver raggiunto le semifinali di Europa League lo scorso anno, il debutto degli Hammers in Conference League è stato a dir poco scoppiettante. Nel playoff doppia vittoria sul Viborg: 3-1 interno e successo 3-0 in Danimarca, con pass per la fase a gironi
Impressionate il passo tenuto nel raggruppamento B da Rice e compagni: la squadra della capitale ha fatto sei vittorie su sei e primo posto a punteggio pieno con 18 punti, con annessa qualificazione diretta agli ottavi di finale. 13 le reti fatte e appena 4 quelle subite, un gruppo che ha visto l’Anderlecht ottenere il secondo posto a quota 8 punti, davanti al Silkeborg a 6 e la Steaua Bucarest ultima con due punti.
Negli ottavi di finale, sorteggio morbido per gli inglesi che hanno incrociato l’AEK Larnaca: successo per 2-0 a Cipro e trionfo casalingo per 4-0. Nei quarti di finale, gli Irons si sono presi lo scalpo del Gent, dopo aver pareggiato 1-1 in Belgio. Al London Stadium, la banda di David Moyes ha calato il poker, per 4-1.
In semifinale, l’avversario più ostico. Stiamo parlando dello scorbutico AZ Alkmaar che ha messo paura agli Hammers passando in vantaggio in terra inglese, nella gara di andata. La stessa partita vinta poi 2-1 in rimonta da Antonio e soci. Nel match di ritorno in Olanda, West Ham capace di vincere 1-0, contro una formazione che nelle gare interne europee non perdeva da 25 sfide consecutive.
In tutto, in 14 match disputati in Conference League, i Clarets hanno segnato 33 volte, con appena 7 reti concesse. Insomma, la Fiorentina è avvisata.
West Ham che involuzione in campionato
Belli di notti e poco concreti di giorno. I ragazzi di David Moyes hanno visto da vicino il baratro della retrocessione in Premier League, prima di dare la sterzata decisiva.
In 37 giornate, aspettando l’ultimo turno di domenica prossima, i londinesi hanno ottenuto 40 punti. Si trovano 9 lunghezze sopra Leeds e Leicester, ad oggi le ultime due formazioni a retrocedere.
Appena 11 i successi in campionato per gli Irons, a fronte di 7 pareggi e ben 19 sconfitte. Un rendimento al di sotto delle attese e che ad un certo punto della stagione stava per costare la panchina allo stesso David Moyes.
Basti pensare che il West Ham ha trovato la via del gol in 41 occasioni, poco più di una rete a partita, con 53 marcature concesse ai rivali. Numeri che fanno capire le grandi difficoltà trovate dagli Hammers in un campionato a dir poco ricco di insidie e con la testa rivolta probabilmente al cammino Europeo.
Non solo, ma per lunghi tratti della stagione, David Moyes ha dovuto fare i conti con tanti infortuni. E anche questo ha avuto il suo peso, sul rendimento incostante in campionato, per una formazione che si è trovata anche sul fondo della classifica, dopo la pausa per il Mondiale.
Poi alla lunga sono usciti i veri valori di una rosa che non è certo da bassifondi della Premier League, ma che in realtà dovrebbe lottare per l’accesso alle Coppe Europee.
Rice la mente, Antonio il braccio: la ricetta di Moyes
Il West Ham è una squadra di tutto rispetto e dunque il posizionamento in Premier League non deve ingannare. Consideriamo che il valore della rosa degli Hammers supera i 450 milioni di euro. Ben oltre la quasi totalità delle formazioni di Serie A.
E sono tanti i nomi interessanti agli ordini di David Moyes.
Due su tutti: Declan Rice e Michail Antonio. Il capitano è l’uomo che comanda la mediana e stiamo parlando un giocatore che rientra tranquillamente fra i top 5 centrocampisti al mondo. Sarà dura tenerlo ancora al West Ham se dovessero fioccare offerte impossibili per lui e il club.
Il Giamaicano invece è la freccia speciale, nell’arco degli Irons. Antonio, nonostante diversi infortuni in questa stagione, è la punta di diamante dell’attacco londinese e su 14 gol segnati, ben sei sono arrivati in Conference League. Classica prima punta che predilige attaccare la profondità, grazie anche ad una velocità che in pochi possiedono.
Nelle ripartenze del West Ham, Antonio è il giocatore che davvero può affondare il colpo. Insieme a questa coppia di giocatori sopra la media, spiccano i vari Areola tra i pali, Cresswell e Zouma in difesa, con l’ex Milan Paquetà, Lanzini, Fornals e Benrahma a centrocampo, mentre Bowen ed Ings infiammano l’attacco.
Senza dimenticare i due italiani che militano nel club londinese. L’eterno Angelo Ogbonna al centro della difesa e uno sfortunato Gianluca Scamacca in attacco che per infortunio ha già chiuso la stagione.
Il West sogna in grande e con il supporto di una tifoseria che è pronta a cantare a squarciagola il mitico “I’m forever blowing bubbles“. La Fiorentina dovrà giocare la gara perfetta per avere la meglio sugli inglesi.