La seconda giornata del Gruppo B è alle porte e l’Italia insegue la seconda vittoria di fila che significherebbe guadagnare con 90 minuti d’anticipo l’ingresso agli ottavi di finale.
Prima però, la truppa di Roberto Mancini, deve battere la scorbutica Svizzera. Sulla panchina elvetica c’è una vecchia volpe come il CT Vladimir Petković che in Italia ha lasciato un buon ricordo alla guida della Lazio. Squadra giovane e ricca di qualità la formazione che affronterà gli azzurri e con l’obbligo di fare punti, dopo il pari per 1-1 all’esordio contro il Galles.
Dunque non va sottovalutata la Svizzera che ha delle ottima individualità, molte delle quali che militano in Premier League, in Serie A e in Bundesliga. Il valore aggiunto però resta l’attaccante Embolo. Vediamo quali sono i punti di forza della squadra elvetica.
Tra porta e difesa c’è un bel muro
L’impronta del CT Vladimir Petković si è fatta subito sentire fin dal primo giorno e il modulo da lui varato ha trovato ottimi riscontri. Un 3-4-1-2 che in fase di non possesso fa alzare il muro difensivo a 5 uomini.
Dunque servirà un giro palla rapido, continue verticalizzazioni e tanto pressing sugli esterni per mandare in tilt il pacchetto arretrato della formazione elvetica. In porta gioca Sommer, uno dei più graduati della Svizzera sia per i suoi 32 anni e sia per i suoi 61 gettoni con la maglia rossocrociata, dopo essere diventato uno dei perni del Borussia M.
Nella difesa a tre agiscono altri due elementi cresciuti notevolmente nel campionato tedesco. Nico Elvedi sempre nel Borussia M. e Manuel Akanji nell’altro Borussia, il Dortmund. Insieme hanno giocato oltre 20 gare in nazionale e dunque sono un qualcosa di collaudato, assieme al terzo elemento, vale a dire Fabian Schär. Quest’ultimo, difensore del Newcastle, è l’uomo di maggiore esperienza in difesa con il suo 60esimo gettone che verrà speso contro gli azzurri. Forza fisica e tempismo per un tridente difensivo che può essere messo in difficoltà con palla a terra e verticalizzazioni.
Gli esterni
Come detto la Svizzera, salvo clamorosi ribaltoni dell’ultimo minuto, si schiera in campo con il 3-4-1-2, dove Mbabu e Rodriguez sono gli esterni titolari. Il primo agirà su tutto il binario di destra e oltre alla fase difensiva ha anche spiccate doti per proporsi in attacco. Nonostante abbia 26 anni è da poco nel giro della nazionale considerando le 11 presenze. Decisiva l’ultima stagione in forza al Wolfsburg, dove è stato una delle colonne decisive per raggiungere la zona Champions League.
Dall’altra parte agisce invece Ricardo Rodríguez. Arriva da una stagione difficile al Torino, anche se in qualche modo ha contribuito alla salvezza dei granata. L’esterno sinistro però, dopo i primi mesi di spessore al Milan nel 2017, ha mostrato in questi anni più bassi che alti.
Nonostante un rendimento non sempre all’altezza, il CT Vladimir Petković lo ha sempre schierato. Più difensivo che offensivo, l’attuale terzino granata all’occorrenza può agire come centrale difensivo in una linea a tre.
Xhaka e Freuler a centrocampo
Vladimir Petković può contare su due mediani di grande spessore a centrocampo. Il capitano Granit Xhaka e il motorino Remo Freuler. Il primo gioca nell’Arsenal, anche se in molti lo danno prossimo alla corte di Mourinho alla Roma e con 93 presenze è l’uomo che coniuga qualità e quantità. Ben 12 le reti in nazionale. Il secondo è uno degli artefici del miracolo Atalanta e uomo di fiducia di Gasperini.
Il nerazzurro con le sue 28 presenze e 3 reti ha varcato l’ingresso della nazionale svizzera proprio grazie alle ottime prestazioni con la maglia dell’Atalanta. Certo un conto è giocare in un centrocampo di continuo movimento come quello bergamasco e un altro conto è dover far da raccordo tra la mezzapunta e la difesa. Petkovic chiede un altro tipo di gioco, ma le qualità mostrate a Bergamo sono sinonimo di garanzia per il centrocampista classe 1992.
Il dubbio Shaqiri
Il ruolo di trequartista alle spalle della punta è senza ombra di dubbio nelle mani di Xherdan Shaqiri. L’ex Inter però è uscito malconcio a gara in corso contro il Galles e dunque ci sono da valutare le sue condizioni. Ovviamente lo staff elvetico farà di tutto per avere in campo il suo uomo di maggiore qualità. Dodicesimo uomo nel Liverpool di Klopp, dove non parte quasi mai titolare ma entra quasi sempre per piegare le difese avversarie con le sue giocate, è il secondo nella truppa svizzera per presenze con 90 gettoni.
Nonostante non abbia un fisico statuario, il “10” elvetico ha dalla sua potenza e qualità, unite ad un ottima visione di gioco. Riesce a giocare fra le linee sia con e sia senza palla, con movimenti che spesso mettono in difficoltà le difese avversarie. Dunque in casa Italia servirà un ottimo lavoro di collaborazione tra difesa e centrocampo anche per fornire raddoppi di marcatura, oltre che a schermare fisicamente il giocatore. Attenzione a concedere punizioni dal limite, di cui lo stesso Shaqiri è un maestro.
Embolo l’arma in più
L’attacco della Svizzera è sicuramente uno dei più interessanti del campionato europeo. Il nome a cui tutti si aggrappano è quello di Breel-Donald Embolo. Gioca nel Borussia M. e in terra tedesca ha sempre segato reti pesanti. In nazionale invece, nonostante le 43 presenze è fermo a quota 5 gol, di cui l’ultimo proprio sabato contro il Galles. Questo perché il CT Petković chiede allo stesso attaccante tanto lavoro oscuro, con movimenti che lo portano ad allargarsi e premiare così l’inserimento dei centrocampisti.
È una sorta di guastatore nelle difese rivali e attraendo spesso su di se le attenzione, libera alla conclusione i compagni. L’altra punta è Haris Seferović. Giocatore completamente rinato al Benfica, dopo un’esperienza poco brillante in Italia alla Fiorentina. In 74 gettoni con la nazionale elvetica ha trovato la via del gol in 21 occasioni. Partener ideale di Embolo, è di fatto il primo a sfruttare i movimenti del compagno per aggredire l’area avversaria.
Gli assi nella manica
Il CT Vladimir Petković fra i 26 giocatori che ha portato alla fase finale di Euro2020 può contare poi su diverse soluzioni a gara in corso. Il primo nome è quello di Mario Gavranović: attaccante classe 1989 ha un ottimo rendimento realizzativo con la maglia della nazionale. La punta della Dinamo Zagabria ha segnato 11 volte in 29 presenze. Un altro nome caldo è quello di Ruben Vargas. È uno dei più giovani della compagnia con i suoi 23 anni, tanto da aver collezionato appena 11 presenze con la nazionale maggiore. Due le reti, ma con la maglia dell’Augusta in Bundesliga ha già segnato 12 reti.
Un jolly a gara in corso può essere anche Admir Mehmedi. Non parte davanti a tutti nelle gerarchie del CT, ma quasi sempre trova spazio nella ripresa, come dimostrano le sue 73 presenze in nazionale condite da 10 gol. L’attaccante in forza Wolfsburg è davvero una sorta di dodicesimo uomo. Infine, dalla mediana attenzione a Steven Zuber. Il classe 1991 nell’ultima stagione è stato uno dei protagonisti nella rinascita del Francoforte in Bundesliga, mentre sono 36 le presenze con la maglia rosso crociata e 8 le reti.