E se la panchina salta? No, nessun problema. Di tecnici n’è pieno il mondo. Ma il mondo intero. Anche per questo è sempre più facile, e quasi naturale, vedere allenatori che perdono il posto e “nuovi” che subentrano. Le virgolette fanno tutta la differenza del mondo: perché le aule di Coverciano saranno pure piene, ma il ricambio generazionale sembra sempre più complicato.
Così, dall’Italia all’Inghilterra, passando per i guru più esotici di Spagna e Portogallo, le occasioni per chi decide di invertire la rotta non mancano. E ci si può affidare, tanto per fare qualche esempio, ad allenatori più navigati come Allegri e Rafa Benitez, a scommesse giovani e intriganti come Terzic e De Rossi. Oppure a tecnici super vincenti, vedi Klopp e Zidane. Tutti a rappresentare una categoria, tutti però con caratteristiche ben diverse dagli altri. A partire da chi conosciamo meglio, come i condottieri italiani.
Ne abbiamo selezionati alcuni, ancora oggi in attesa di una chiamata per ricominciare il tran tran, le pressioni, le emozioni di guidare una squadra. Di renderla propria. E – magari – di portarla persino alla vittoria.
Massimiliano Allegri
Non possiamo non partire da Max Allegri, da maggio scorso la sua avventura alla Juventus è finita. E non benissimo. L’allenatore livornese è stato, comprendendo anche la pausa di riflessione e comunque ben pagata, per dieci anni in bianconero. Segnando un’era. Prima nel bene e poi con una Coppa Italia nell’ultimo triennio.
Vuole una chance ad alto livello e aspetta solo che gli venga data. Possibilità in Premier League? Sì. In Italia in pochi possono permettersi il suo stipendio annuo.
Maurizio Sarri
Chiede meno, ma comunque non poco, Maurizio Sarri. L’ex tecnico della Lazio ha voglia di rientrare e non ha preoccupazioni nel farlo a gara in corso. Al momento si gode un buen retiro, sempre tenendosi aggiornato e guardando partite su partite. Se n’era parlato in ottica Milan, con Fonseca che sembrava traballante. Poi il derby. E non se n’è fatto più nulla. Il grande rimpianto di Sarri? Lasciare il Chelsea troppo presto, per l’occasione Juve. Forse ha voglia di tornare in Inghilterra…
Daniele De Rossi
Non ha fretta di rimettersi in pari, De Rossi, che solo qualche mese fa aveva firmato un triennale con la Roma. Ecco: poi sappiamo tutti quel che è successo. Un bel caos, terminato persino con le dimissioni della CEO giallorossa Lina Souloukou. Ebbene: dove potrebbe ripartire, DDR? Da una proposta importante, magari anche in Italia. No, non deve lottare necessariamente per la Champions League…
Igor Tudor
Altro disoccupato di lusso è Igor Tudor, che con la Lazio, prima di salutare per incomprensioni con la dirigenza, stava allestendo proprio una bella squadra. Ricca di vibrazioni positive. Ha raccolto il testimone di Sarri e ha portato i biancocelesti in Europa League, sfiorando la finale di Coppa Italia. Adesso vuole una sfida più che stimolante: il suo nome è sul taccuino di diverse big.
Walter Mazzarri
L’esperienza a Napoli è stata deleteria, ma Mazzarri resta un professionista serio e alla ricerca di una nuova occasione. Certo, quanto accaduto l’anno scorso, lascia una scia di dolore difficilmente ricomponibile. Le occasioni però non mancano, magari alla guida di una Nazionale: Mazzarri non l’ha mai nascosta, quella passione. E qualcosa di esotico può sempre arrivare…
Rudi Garcia
Alla fine, chi ha avuto ragione? Il presidente De Laurentiis o Rudi Garcia? Forse è stato troppo frettoloso, l’esonero dal Napoli. O forse era giusto così. Chi può dirlo, davvero? Garcia intanto si rimetterà presto in carreggiata, con quel suo 4-3-3 che alla Roma aveva fatto faville, al Napoli aveva solo incartato un meccanismo apparentemente perfetto.
Zinedine Zidane
Vinci tre Champions e non trovi panchina: esattamente, perché? Zinedine Zidane però vorrebbe tornare e vorrebbe farlo alla grande. No, non più al Real Madrid: lì ha già dato, sebbene nella capitale spagnola continui a vivere insieme alla sua famiglia. C’è chi dice che stia sognando la panchina della Juventus, per un altro ritorno al passato, ma Thiago Motta ci sembra bello saldo. C’è chi dice, invece, che stia meditando di raccogliere l’eredità di Deschamps come CT della Francia. Si torna sempre dove si è stati bene.
Jurgen Klopp
Un anno sabbatico: era tutto ciò che cercava Jurgen Klopp. E lo sta avendo, almeno un anno. Dal prossimo? Beh, ci penserà chi vorrà cambiare i piani a partire da gennaio, magari qualche big scandalizzata dal percorso – ce ne sono sempre – e desiderosa di cambiare marcia. Ha giurato, però: in Inghilterra solo Liverpool. Hai capito, Man United?
Thomas Tuchel
Ecco, per lo United potrebbe andar bene Thomas Tuchel, che con il Chelsea avrà pur rotto ma intanto la Champions in bacheca porta il suo nome e cognome. Tuchel ha allenato Dortmund, PSG, Chelsea e Bayern Monaco. Sopra questo? Solo il Real Madrid, probabilmente. Se Carletto lascia, il suo nome c’è. Capiremo però cos’accadrà. Intanto, aspetta…
Edin Terzic
A proposito di Dortmund. E di Champions. L’autore della finale del Borussia, Edin Terzic, è ancora a spasso, senza panchina, in attesa di una chiamata. Pure per lui c’erano stati contatti con il Milan, che attendeva di capire il destino di Fonseca. Ebbene: sapete com’è andata a finire. Ma no, non sapete ancora come finirà…
Xavi
Dopo le vittorie al Barcellona, ma pure le incomprensioni con Laporta, il carattere di Xavi vuole una chance di redenzione. L’allenatore catalano ha guidato la squadra del suo cuore ed era solo la seconda esperienza dopo quella in Qatar. E adesso? Deve togliersi di dosso la ruggine delle prime volte, nonostante l’esperienza acquisita e conclamata. Non è al primo giro del draft, almeno per le big.
Sergio Conceicao
Non allenerebbe mai la Roma – per il suo passato laziale – però buona parte della Serie A ha guardato a lui con deciso interesse. Conceicao aspetta un’occasione nei top tre campionati: Spagna, Inghilterra e appunto Italia. Può arrivare molto prima del previsto.
Gareth Southgate
Nome buono per tutte le stagioni, soprattutto per la prossima, e specialmente in Inghilterra. Southgate è il grande cruccio dell’estate della Premier: ha lasciato la nazionale troppo tardi per essere infilato in un treno di possibilità. Certo, va testato giorno dopo giorno, da allenatore di club. Ma le doti sono importanti.
Rafa Benitez
Si vede più nei podcast che in panchina. Ma la voglia è quella di sempre, e le conoscenze comunque ultra-moderne. Rafa Benitez è un grande allenatore e vuole l’occasione giusta per ribadirlo. Sono passati vent’anni da quelle cavalcate Champions con il Liverpool, ma non vuol dire che una versione diversa del suo “prime” non possa tornare. Occhio alla Spagna.
Jorge Sampaoli
Sanguigno e di carattere, ma pure nozioni tattiche importanti. Il suo Siviglia aveva alti e bassi, ma i picchi di bravura erano semplicemente devastanti. Per chi vuole salvarsi o per chi vuole sognare: Sampaoli è quell’allenatore che trascina tutto con sé, per questo quando va via è destinato a fare sempre e solo rumore.
Graham Potter
Lo chiamavano il “mago” ai tempi del Brighton, però la magia vera l’ha fatta al Chelsea: dopo di lui, nessuno è rimasto, e l’augurio per Maresca è che spezzi l’incantesimo. Ha ancora parecchio hype, però, Potter. E in tanti lo vedrebbero bene lì dov’è stato benissimo: ancora tra le Seagulls, ancora a imprimere la sua idea di calcio.
Frank Lampard
Frankie ha girato, ma Frankie non trova più margine di ripartenza. Lampard è uno di quei nomi inglesi che aspetta un colpo di fortuna, o una telefonata di un amico. Ha voglia di rimettersi in gioco e il suo nome è stato pure collegato alle voci sul futuro CT dell’Inghilterra. Per tutta risposta, Lampard ha avanzato la candidatura a Sports Agent: “Ora come allenatore, sai, penso che sarei un pazzo a dire: ‘Oh no, non mi interesserebbe mai.’ Ma ovviamente dovrebbe essere qualcosa che loro, dalla Federazione, vorrebbero che io facessi. E devo farlo essere qualcosa che voglio fare, ho pensato di potervi aggiungere valore in qualsiasi modo”.
Quique Setien
Il Sarri spagnolo. Un percorso dalla gavetta alle più alte ambizioni di Liga e d’Europa. Attenzione al nome di Setien, profilo molto sottovalutato quando si parla di allenatori a disposizione. Non è da stagione in corso, è da percorso insieme. Bella differenza.
Joachim Low
Più o meno, un anno fa, aveva detto alla Bild: “Ritiro? Assolutamente no. Non sono in pensiero. Sono fermo da due anni (oggi tre, ndr), ma era importante prendere le distanze”. Ecco: distanze prese, ora serve capire dove possa andare per fare la differenza. Magari un club, non più una selezione. Low aspetta dallo scorso Europeo…
Ole Gunnar Solskjaer
“Torneresti al Manchester United? Ma certo, è ovvio che tornerei a guidare lo United”. Solskjaer si è già candidato, anche perché Sir Alex Ferguson sa benissimo di avere poche opzioni (c’è Allegri, tra queste). Che possa essere più di un eventuale traghettatore? Ragioniamo coi “se” e con i “ma”. Troppo presto per capire.
Fatih Terim
Se ve lo state chiedendo, no: non ha voglia di salutare il ruolo di allenatore. Lo scorso Natale, Terim diventava il nuovo allenatore del Panathinaikos, dopo essersi dimesso all’inizio del 2022 dal Galatasaray. Che giri incredibili, di vita e professionali. Adesso vuole cambiare il proprio passo e magari la prossima destinazione.