Sono passati quattro anni dall’epilogo di una delle più affascinanti imprese sportive del Terzo Millennio: il primo, storico trionfo del Leicester di Claudio Ranieri nella Premier
Il 2 maggio 2016 accadde qualcosa che ad agosto 2015, quando si alza il sipario sulla stagione di Premier League, nessuno avrebbe mai immaginato: il Leicester vince, per la prima volta nella sua storia, il titolo di campione. Nell’estate 2015 il presidente thailandese Vichai Srivaddhanaprabha, assume come allenatore per le sue “Foxes” Claudio Ranieri, tecnico italiano di prestigio internazionale, con la speranza di ottenere i migliori risultati possibili. Affida al neo mister una rosa di “gregari” dall’ottimo potenziale. La stagione parte inaspettatamente bene con una serie di risultati utili che portano la compagine in vetta alla classifica.
In una squadra che stava stupendo come collettivo, risulta difficile trovare qualcuno che abbia inciso più degli altri, perché il Leicester è una macchina ben oleata dove ognuno svolge al meglio il proprio ruolo. Il portier Kasper Schmeichel, danese che per la prima volta in carriera esce dalla pesante ombra di suo padre Peter (leggenda del Manchester United e campione d’Europa con la Danimarca agli europei del ’92) grazie alla leadership con cui guida la difesa che si fida di lui e delle sue parate. La coppia centrale formata dal capitano Wes Morgan con il gigante tedesco Robert Huth erge un muro difensivo che dopo le prime uscite trova un equilibrio decisivo per i risultati positivi ottenuti. La spinta sulle fasce, fondamentale per il gioco di Ranieri, creata dalla corsa di Danny Simpson e Christian Fuchs. Danny Drinkwater centrocampista centrale di voglia e tecnica è affiancato da N’golo Kanté, polmone della squadra onnipresente in tutte le zone del campo. Di lui Ranieri in una conferenza stampa dirà: «Correva così tanto che pensavo avesse delle pile nascoste nei pantaloncini. Non si fermava mai in allenamento. Dovevo dirgli di rallentare, gli ho detto “un giorno farai un cross e andrai tu stesso a colpire di testa in area”…». Le due ali, Marc Albrighton e l’algerino Riyad Mahrez dotati di tecnica sublime e velocità rendono le ripartenze fulminee e micidiali. Shinji Okazaki il giapponese che con la sua capacità di difendere la palla e le sue doti in mezzo all’area gioca sempre per i compagni: anche se chiuderà il campionato con solo 5 reti, verrà sempre definito da Ranieri fondamentale per il suo gioco.
Ma se c’è qualcuno che merita di essere menzionato come anima e trascinatore della squadra, non può che essere Jamie Vardy attaccante inglese che pochi anni prima era, tra le altre cose, un metalmeccanico, e che ora si trova a vivere un sogno, e lo vive a suon di gol (chiuderà la stagione a 24 reti a pari merito con Sergio Aguero del Manchester City e secondo solo ai 25 centri di Harry Kane del Tottenham Hotspur”). Circondati dallo scetticismo generale della gente, che vedeva e apprezzava le ottime prestazioni dei “Foxes”, ma che credeva che i giocatori non sarebbero riusciti a mantenere quel ritmo a lungo, il Leicester riesce a smentire tutti: tra febbraio ed aprile grazie ad una serie positiva di risultati si porta a sette punti di vantaggio sul Tottenham, seconda in classifica. A cinque giornate dal termine del campionato, la squadra di Ranieri centra la prima, storica qualificazione alla Champions League per la stagione successiva. Il primo maggio 2016 durante il trentaseiesimo turno Vardy e compagni pareggiano 1-1 in casa del Manchester United e il giorno dopo, 2 maggio, il pareggio per 2-2 ottenuto nel posticipo del derby londinese tra Tottenham e Chelsea, regala aritmeticamente la vittoria della 117° edizione della Premier League inglese al Leicester con due giornate d’anticipo. Le “Volpi” chiudono la stagione con 81 punti, dieci in più dell’Arsenal secondo, collezionando 23 vittorie e solo 3 sconfitte, con una media di 32.021 spettatori per le partite casalinghe.
Nessuno avrebbe mai immaginato, dicevamo, questo straordinario epilogo. Due persone però ci hanno sperato parecchio. Karishma Kapoor e Leight Herbert, rispettivamente una ragazza di venti anni ed un falegname di trentanove tifosi del Leicester, che ad inizio stagione avevano puntato due e cinque sterline sulla vittoria della loro squadra del cuore portandone a casa rispettivamente diecimila e venticinquemila. Un’altra certezza completa quella che in molti hanno definito una tra le più affascinanti ed esaltanti mprese sportive del Terzo Millennio: chiunque, appassionati di calcio o meno, in quella stagione hanno fatto il tifo per quello splendido gruppo di ragazzi, sentendosi, magari solo per un attimo, un po “Volpi”…