Dopo questa decima giornata infrasettimanale, si allunga la distanza tra le “Sei Sorelle” (la sconfitta della Juventus la allontana dal sesto posto della Lazio) e il resto della classifica, così come in coda la vittoria della Salernitana (unica a vincere della parte destra) compatta un po’ il gruppo delle pericolanti, coinvolgendo praticamente mezza Serie A.
Prima di concentrarci sul prossimo turno già in vista, proviamo però a fermarci un attimo su quelle che sono le statistiche e le curiosità della giornata appena passata.
1. Una Lazio finalmente cinica
Nella panchina numero 200 per Maurizio Sarri, la sua Lazio non solo è tornata alla vittoria ma è riuscita anche a mantenere la porta inviolata, cosa che non gli era ancora mai riuscita in questa stagione (erano dieci partite che subiva sempre almeno un gol al passivo).
Segno di una ritrovata stabilità difensiva, ma forse anche di un’impostazione di gioco più equilibrata, come dimostrano i soli cinque tiri effettuati in partita (la Lazio non vinceva una partita effettuando così pochi tiri da quella contro lo Spezia nella stagione scorsa).
2. Pedro, amuleto di vittorie
Nella vittoria della Lazio contro la Fiorentina, il gol decisivo è stato segnato da Pedro, che peraltro in casa in Serie A ha sempre trovato il gol contro la Fiorentina (anche l’anno scorso con la maglia della Roma).
Non solo, da quando è approdato in Italia, la sua presenza tra i marcatori è sinonimo di vittoria. Nelle sette partite in cui ha trovato la via del gol in Serie A (cinque con la Roma e due con la Lazio), la squadra ha poi sempre vinto l’incontro. Per i bianco celesti, parte del merito è anche di Savic, che trova il suo quarto assist in campionato (a meno uno solo da Barella).
3. Scusi, chi ha fatto palo?
A quanto pare, la Roma. Solo in questa stagione siamo ormai arrivati a quota otto, facendo dei giallo rossi la squadra dei maggiori cinque campionati europei che ha colpito più legni dopo il Real Betis (arrivato a nove). Si spiega (anche) così il motivo per cui la Roma è la squadra della Serie A ad aver effettuato più conclusioni (17.1 a partite, nettamente meglio della seconda che è l’Inter con 15.5 e il Napoli con 15.1).
Per fortuna a risolvere i problemi e a fare il gol vittoria, ci ha pensato ancora una volta Lorenzo Pellegrini, che dopo ben 26 tentativi ha centrato finalmente il suo primo gol su calcio di punizione diretta in Serie A (per la Roma la rete su punizione mancava invece dal dicembre 2019, quando fu Kolarov a segnare).
4. Inter, ci vuole testa
Torna alla vittoria l’Inter, espugnando il campo di Empoli senza subire reti, ed è la prima volta che gli succede in trasferta in questa stagione. A sbloccare la partita D’Ambrosio, che con il suo gol aggiorna un paio di statistiche interessanti.
Da una parte è l’unico difensore insieme a Bonucci, ad aver sempre segnato almeno un gol in ciascuna delle ultime sette stagioni di Serie A.
Ma è anche il difensore che ha segnato più gol di testa (10) dal 2012 a oggi, secondo solo al duo De Vrij (che festeggiava la 100° partita in nero azzurro) e Gonzalo Rodriguez, entrambi a quota 11. Per l’Inter si tratta anche dell’ottavo gol in stagione fatto di testa, meglio di ogni altra squadra del campionato.
5. La prima volta non si scorda mai
E dire che lo chiamavano “scansuolo” fino a qualche tempo fa, sottolineando come tra la Juventus e gli emiliani fosse quasi sempre finita a favore dei bianco neri. Specialmente allo Stadium, dove i nero verdi non avevano mai vinto nella loro storia. Fino a questa ultima giornata.
Proprio nel giorno della 200° panchina di Allegri e della 400° di Bonucci (tra i peggiori in campo però), la Juventus incassa il suo 13° gol in stagione che vale la sconfitta e il record negativo di reti subite a questo punto del campionato dal 1988 a oggi.
6. Gasperini: 200 e Lode
La partita che segna la presenza in panchina numero 200, l’ha vista dalla tribuna questa volta, ma certo Gasperini sarà molto meno arrabbiato dopo la bella vittoria dell’Atalanta in quel di Marassi, con un 3-1 che per certi versi poteva essere anche più rotondo. In questo anno solare i bergamaschi hanno messo a segno ben 38 gol in trasferta ad oggi, appena uno in meno di Napoli e Milan che sono a quota 39.
Assoluto protagonista in campo è stato Ilicic, che a partite dal minuto 60 quando è entrato in campo, ha fatto letteralmente impazzire la difesa blucerchiata con le sue giocate geniali, ivi compresa l’ultima invenzione che al minuto 94 e 16 secondi, vale il gol più “tardivo” segnato dall’attaccante nella sua carriera in Serie A.
7. Nomen Omen… o quasi.
Prima presenza da titolare in Serie A per Isaac Success, che con un nome del genere non poteva che far registrare subito il gol più veloce per i friulani dal gennaio scorso (allora era stato Pereyra al primo minuto di gioco). Una rete però che non basta davvero per il “successo” dell’Udinese, poi raggiunta dal Verona fissando così il suo quarto pareggio consecutivo (non capitava dal marzo 2020).
Anche al Verona la vittoria in trasferta manca da nove partite (4 pareggi e 5 sconfitte nel mentre), ma può consolarsi con lo score di Igor Tudor, che dal suo arrivo in veneto ha subito una sola sconfitta (meglio hanno fatto solo Napoli e Milan) e una classifica con 12 punti all’attivo.
8. Milan: massimo risultato, minimo sforzo
La partita la fa il Torino, che chiude con il 56% di possesso palla, 12 conclusioni contro 10 e qualcosa come 62 attacchi pericolosi contro 26. I tre punti però, l’unica cosa che conta al momento, vanno tutti alla squadra di Pioli che resta così al comando con un ruolino di nove vittorie e un pareggio.
Soltanto un’altra volta nella sua storia i rosso neri erano partiti così bene, ma era il lontano 1954. Striscia positiva anche in casa, dove ha raggiunto le cinque vittorie di fila: l’ultima volta era riuscito solo a Seedorf nel 2014. Una partita che segna anche diversi “ritorni” statistici: Tatarusanu torna alla porta inviolata che gli mancava dal 2017, mentre Krunic torna a partecipare attivamente a un gol come non gli capitava dal maggio scorso (casualmente sempre contro il Torino). Festa anche per Tonali, che raggiunge quota 50 partite con il Milan e lo fa da migliore in campo, come gli capita spesso in questa stagione.
9. La Salernitana inguaia tutti
La vittoria della Salernitana a Venezia, ha riaperto la lotta salvezza praticamente per metà delle squadre in gioco. Classifica piuttosto corta in cui tutto può davvero succedere. Per la prima volta i campani raccolgono tre punti in trasferta in stagione (erano quattro le sconfitte di fila), così come per la prima volta riescono a concludere per ben 21 volte verso la porta avversaria, contro gli 11.8 di media delle partite precedenti.
A giovarne è Bonazzoli, che ha segnato tutti e tre gli ultimi suoi gol in Serie A in esterna e Frank Ribery, autore del suo secondo assist consecutivo in campionato come non accadeva dal 2017 in maglia Bayern. Per la Salernitana resta solo da sfatare il “tabù” del gol nella prima mezz’ora, visto che mai è riuscita a segnare in quel frangente.
10. Genoa, ancora in rimonta sul finale
Non esiste squadra che ha subito più rigori dello Spezia negli ultimi cinque minuti di gioco. Con quello concesso ieri al Genoa sono già quattro solo in questo campionato. Quello di Sirigu però è stato il primo autogol in assoluto in Serie A a favore dello Spezia.
Per il Genoa ennesima rimonta sul finale in questo campionato, dopo che aveva recuperato sul pareggio anche contro Bologna, Verona e Sassuolo.
Questo non basta però a evitare la settima partita di fila senza vittorie, a un passo dal record di Ballardini già arrivato a quota otto nel 2013. Per Criscito un gol su rigore che lo porta a un 6 u 6 dal dischetto nei suoi ultimi tentativi, diventando peraltro il difensore che ha segnato di più nei cinque maggiori campionati d’Europa (quattro, tutte su rigore).