Doveva essere una giornata di verdetti e in effetti questa 14ª di Serie A ha fornito alcune prime risposte importanti.
Il Napoli vola in vetta solitario dopo la seconda sconfitta di fila del Milan, mentre il gruppo di testa si accorcia con cinque squadra che sembrano prendere il largo tra cui la rediviva Roma di Mourinho.
Poi il grande gruppone centrale con otto squadre in quattro punti dove ancora tutto è possibile, dai sogni di alcuni (Fiorentina, Bologna, Verona ed Empoli) agli incubi di altri (Juventus e Lazio).
Mentre anche in coda le ultime quattro cominciano a preoccuparsi seriamente di essere lasciate sole a contendersi i tre posti per la retrocessione.
La strada comunque è ancora lunga, ma vediamo di riassumere tutte le curiosità e le statistiche di questo turno nei nostri consueti dieci punti salienti.
1. Spallettismo vs Sarrismo 4-0 nel segno di Mertens
Con Osimhen fuori per almeno tre mesi, ecco che la banda di Spalletti ritrova il suo folletto d’attacco, un Dries Mertens che trova il suo secondo gol di fila dopo il suo rientro e che continua ad avere la Lazio nel mirino dopo che è stato partecipe di ben 13 reti nei 14 incrocio giocati (sei gol e sette assist). Il belga è anche il giocatore che ha segnato più gol da fuori area dal suo arrivo in Italia (2013) con 26 reti dalla distanza.
Il Napoli torna quindi in vetta da solo, infilando la sesta vittoria in casa su sette (più un pareggio) e mantenendo la porta inviolata per la nona volta in campionato, tre in più di qualsiasi altra squadra (e si conferma miglior difesa con soli 7 gol subiti fin qua).
2. La palla al Toro, il gol alla Roma
C’è una statistica che più di tutte identifica la partita dell’Olimpico: il possesso di palla dei granata al 69%. La squadra di Juric tiene costantemente il pallino del gioco, tira anche di più (17 conclusioni di cui 3 nello specchio), fa più attacchi (148 azioni offensive contro le 70 della Roma), compie qualcosa come 504 passaggi completati (solo 206 per i giallo rossi) e si porta a casa 9 calci d’angolo contro i 2 della Roma.
Sembra un dominio, ma totalmente sterile visto che è la Roma a segnare per poi gestire il vantaggio forte di una difesa che ha totalizzato fin qua già sei “clean sheets” in campionato (solo il Napoli ha fatto meglio). Per il Toro quarta sconfitta di fila in trasferta, tutte con il medesimo 1-0 (da altrettante partite quindi i granata non riescono a segnare in esterna). Un problema per Juric, che pure vanta la seconda miglior difesa della Serie A (sempre dopo il Napoli).
3. Sprofondo bianco-nero
Non bastassero le vicende societarie, per la Juventus questa annata terribile sta procedendo malissimo anche sul campo, tanto che con questa terza sconfitta casalinga su sette partite (le stesse che aveva subito in tutta la stagione scorsa), eguaglia il record negativo del 1956 e del 1948. Ora la Champions è sette lunghezze, ma davanti corrono una marcia decisamente più alta rispetto ai bianco neri.
Ed è proprio l’Atalanta a consolidare un quarto posto che ora può guardare anche più in alto, vista la terza vittoria di fila e un bottino tra i più alti dell’era Gasperini a questo punto della stagione (che poi è il momento in cui i bergamaschi di solito ingranano la quinta). Nessuna squadra in Europa ha ottenuto più successi in trasferta rispetto alle partite giocate (6 su 7, un 86% di vittorie), e nessuno (a parte il solito Lewandowski) ha segnato più gol di Zapata da ottobre a oggi (9 reti in 11 partite) segnando peraltro in tutte e sette le ultime partite giocate dai nero azzurri tra tutte le competizioni.
4. Calhanoglu-Martinez e l’Inter vola
Dopo la qualificazione agli ottavi di Champions, per l’Inter è il momento di guardare in alto anche in campionato con i cugini ormai a un solo punto di distanza. Merito di una squadra che sta crescendo in ogni suo elemento e di Inzaghi che sta riuscendo a valorizzare al meglio tutti i suoi uomini. A cominciare naturalmente da quel Calhanoglu che ha già segnato 4 reti in campionato (tanti quanti in tutta la sua passata stagione) e di un Lautaro Martinez che alla sua 150ª presenza in maglia nero azzurra (così come Skriniar) ha siglato il suo settimo rigore su nove calciati.
Continua quindi la marcia dell’Inter che mantiene aperta sia la striscia di partite con almeno un gol all’attivo (siamo ormai a quota 33, un record assoluto) sia quella relativa alle sole partite in trasferta, dove va a segno da 17 esterne di fila a un passo dal record assoluto stabilito nel 1951 con 18.
5. Romagnoi fa, Romagnoli disfa
La seconda sconfitta di fila per il Milan (un solo punto in tre giornate) è un segnale forte su quanto i rosso neri abbiano bisogno di rifiatare dopo le fatiche di Champions (speriamo non vane). Sette gol subiti in due partite sono però troppi per la squadra di Pioli, che proprio nel reparto difensivo ha mostrato qualche crepa di troppo.
Romagnoli aveva fatto ben sperare portando in vantaggio il Milan e ritrovando un gol che mancava da novembre 2020 contro la Fiorentina, ma ha poi vanificato tutto con qualche errore di troppo e soprattutto l’espulsione che ha chiuso la partita. Rimane qualche nota lieta come il 12° uomo diverso ad andare a segno (come Inter e Napoli) e un Theo Hernandez che ha già eguagliato il suo record di assist in una stagione, cinque (ma ha ancora tutto il campionato per migliorarsi).
6. Bologna, vittoria di rigore
Dopo l’occasione sprecata contro il Venezia, il Bologna risale in classifica aggiudicandosi un match molto combattuto e sbloccato solo su calcio di rigore. Per Marko Arnautovic si tratta del suo sesto gol in campionato, diventando così il primo austriaco a segnare almeno sei gol in una stagione dal 1987 (allora furono Walter Schachner e Anton Polster, che poi chiusero a quota nove il campionato).
E dire che anche questa partita sembrava stregata per i felsinei, che avevano colpito altri tre legni portando a nove il totale in stagione (solo il Napoli con 11 ne ha colpiti di più) con Barrow e Arnautovic arrivati a quota 3 a testa (secondi solo a Abraham con quattro). 100ª partita per Soriano con la maglia del Bologna, anche se il centrocampista è a secco di gol da ormai 22 gare.
7. Non basta Vlahovic, Andreazzoli sogna
Per il solito Dusan Vlahovic è bastato il primo tiro in porta per sbloccare il risultato, in un derby toscano che a quel punto sembrava indirizzato con i Viola in controllo del match e un altro paio di occasioni sprecate all’attivo. Con la sua 28ª rete nell’anno solare 2021, Vlahovic ha anche superato il mito di Harmin in questa speciale classifica (fermo a 27).
Merito però anche dell’Empoli che ci ha creduto fino alla fine e che con i suoi 19 punti raccolti, è al suo secondo miglior risultato di sempre dopo quello del 2002 (con 20 punti). Record anche per Pinamonti, arrivato a quota cinque gol in stagione per la prima volta in carriera.
8. Nel segno del Pari
Non poteva che finire così la partita tra le due squadre che più di tutte hanno pareggiato in questo campionato: sette per il Genoa (tutti in rimonta fin qua) e sei per l’Udinese. Primo punto per Shevchenko, il decimo per il grifone, ovvero gli stessi che aveva raccolto in tutte le ultime due stagioni di Serie A (salvandosi in entrambe le occasioni).
Non una gran partita a onor del vero, con soli cinque tiri in porta tra tutte e due e i friulani leggermente più propositivi in attacco nonostante abbiano agito di rimessa lasciando il gioco in mano ai rosso blu (con il 57% di possesso palla ma 8 conclusioni contro le 17 dei padroni di casa). Per il Genoa un buon punto, ma una vittoria che manca ormai da 11 giornate.
9. La Sampdoria (e un Candreva) che non ti aspetti
Doveva essere la conferma per i giallo blu, lanciatissimi verso la zona europea e in vantaggio dopo la prima metà di gara. Ma poi come spesso è successo in trasferta, la squadra veneta si è spenta ed è salita in cattedra la Sampdoria, con un Candreva che quest’anno sembra veramente in grande condizione. Con sei reti è il centrocampista che ha segnato di più in Serie A ed è uno score che l’ex azzurro non realizzava dal 2016 (allora furono 8 le reti segnate con l’Inter).
Considerato anche gli assist, nessuno come Candreva ha partecipato a più reti tra i centrocampisti dei cinque maggiori campionati d’Europa: solo Wirtz e Faivre con 10 hanno fatto meglio del blucerchiato a quota 9 (6 gol e 3 assist).
10. Pari inutile in coda
Tutti si aspettavano il riscatto di Mazzarri e del Cagliari, ma è invece arrivata la beffa nel finale che porta a un pareggio contro la Salernitana che non accontenta nessuno e lascia le due squadre in fondo alla classifica. Con otto punti per i sardi si tratta della peggior partenza nell’era dei tre punti a vittoria, seconda solo a quella del 1999 con sette.
Uniche note liete, il gol dei rispettivi attaccanti (entrambi soggetti a qualche critica ultimamente). Da una parte Pavoletti che segna il suo secondo gol in tre gare, il primo da subentrato da tre anni a questa parte. Dall’altra Bonazzoli che con tre reti ha già migliorato il bottino dello scorso anno (quando erano solo due in 22 partite).