Ricorre oggi il 49° compleanno di uno dei giocatori più estrosi mai visti sui campi della NBA. Inventò la “remix”. Riuscì a segnate 13 decisivi punti in 35 secondi
Tracy Lamar McGrady jr. è nato a Bartow il 24 maggio 1979 ed è stato uno dei più talenuosi cestisti del pianeta NBA. Fin dai tempi dell’high school, McGrady ha sempre indossato la maglia numero uno in onore di Penny Hardaway. È cugino di terzo grado del cestista Vince Carter, con il quale ha militato nelle file dei Toronto Raptors. McGrady è stato uno swingman: poteva giocare ala piccola o guardia. Era un ottimo scorer ed è ricordato per la sua verticalità e per la sua abilità nella schiacciata (skill che condivide con il cugino Vinsanity): è stato lui l’inventore della remix, ovvero della schiacciata che si effettua buttando la palla contro il tabellone in contropiede e schiacciando al volo. McGrady, che giocava sia da guardia che da ala piccola, è uno dei primi giocatori passati alla lega professionista direttamente dalla high school (la Mt. Zion Christian Academy) senza passare prima per il college. Fu il nono ad essere chiamato nel draft NBA 1997, scelto dai Toronto Raptors. Il general manager dei Chicago Bulls Jerry Krause aveva organizzato uno scambio immediato per mandare Scottie Pippen a Vancouver in cambio della quarta scelta assoluta, che avrebbe usato per prendere McGrady. Krause fu costretto ad abbandonare lo scambio quando Michael Jordan minacciò di ritirarsi se fosse andato in porto. La sua carriera ebbe una svolta significativa quando andò a giocare negli Orlando Magic in cambio della loro prima scelta nel draft dell’anno successivo (2000) coronando il suo sogno di vestire la maglia n.1 di Orlando, appartenuta al suo idolo di sempre Penny Hardaway. Nella stagione 2000-2001 vinse il “Most Improved Player Award” (MIP) e fu selezionato per partecipare all’All Star Game nel quintetto della Eastern Conference. Nella stagione 2002-2003 si affermò come miglior realizzatore della lega con una media di 32,1 punti a partita. Nella stagione 2003-2004 otterrà poi nuovamente questo primato segnando 28 punti a partita stabilendo anche il record stagionale mettendo a referto 62 punti contro i Washington Wizards il 10 marzo 2004, diventando il quarto giocatore negli ultimi 12 anni a segnare più di 60 punti in una partita. McGrady viene accusato di non dare il massimo durante le partite, e il rapporto con il general manager John Weisbrod peggiora a tal punto che il GM decide di scambiare lo scontento McGrady per non rischiare di perderlo l’anno successivo al momento della scadenza del contratto. Il 29 giugno 2004, McGrady e Juwan Howard vennero ceduti agli Houston Rockets in uno scambio che coinvolse 7 giocatori tra i quali Steve Francis, ceduto ai Magic. Il 9 dicembre 2004 mette a segno 13 punti negli ultimi 35 secondi della partita contro i San Antonio Spurs, realizzando una delle migliori performance nella storia dell’NBA. I Rockets vinsero 81-80. Nella sua prima stagione a Houston, McGrady giocò con Yao Ming, centro cinese, finendo la stagione al quinto posto nella Western Conference, senza poi trovare fortuna nella post-season. Il vero problema che ha attanagliato la carriera di McGrady è quello degli infortuni. Nell’annata 2005-2006 il giocatore degli Houston Rockets è stato costretto a saltare metà della stagione regolare per colpa dei dolori alla schiena. A metà della stagione 2008-2009 ha dovuto fermarsi nuovamente a causa dei ricorrenti dolori al ginocchio sinistro, che lo hanno tormentato per tutto l’anno, rendendo necessario un intervento chirurgico che ha posto fine alla sua stagione. Nella stagione 2009-2010, dopo avere cambiato numero di maglia (ha scelto il numero 3), non ha disputato molte partite per gli Houston Rockets e così il 18 febbraio 2010 è stato coinvolto in uno scambio multi giocatore (che ha compreso anche Kevin Martin) ed è finito ai New York Knicks, dopo essere passato anche per i Sacramento Kings. A New York, McGrady nella sua prima partita mette a referto 26 punti contro gli Oklahoma City Thunder. È stato inserito subito nel quintetto titolare come guardia, e in un’occasione il coach Mike D’Antoni ha voluto testarlo anche nel ruolo di playmaker, dove fornì un’ottima prestazione. Dopo i promettenti inizi, però, T-Mac dimostra di essere l’ombra del giocatore che era. Dopo una serie di esperienze non fortunate, in altre franchigie NBA e nel campionato cinese, McGrady il 26 agosto annuncia ufficialmente il ritiro dall’attività cestistica in NBA. Nel settembre 2017 viene introdotto nella Basketball Hall of Fame. Sempre attento anche a ciò che accade fuori dal parquet, nell’estate del 2007 Tracy va in Darfur a visitare i campi per i rifugiati, in favore dei quali ha organizzato poi diverse iniziative benefiche.