Tenete bene in mente questo giorno: 4 Gennaio 2004, sarà probabilmente la data di nascita più battuta dai giornali e dalle riviste web specializzate che si occuperanno del prossimo draft NBA in programma a giugno.
Victor Wembanyama, il giocatore di basket del quale, se siete appassionati di sport, avrete sicuramente trovato in qualche foto o in qualche articolo dei guru della NBA, è chiamato in causa nell’ultimo anno molto di più di qualsiasi giocatore di seconda fascia della NBA stessa.
Il motivo è molto semplice: non c’è mai stata una certezza così assoluta e chiara nell’arco della storia del basket professionistico statunitense, che abbia fatto capo alla scelta più alta, la prima in assoluto, al draft successivo.
Victor Wembanyama: storia di un predestinato
Cominciamo col dire che Victor Wembanyama non è il classico prospetto che viene catapultato nel basket dei grandi dopo pochi anni di college durante i quali ha dimostrato tutto il suo valore nella, in questo caso, pallacanestro.
Il motivo è semplice e senza fronzoli: è francese, è nato a Le Chesnay e ancora oggi gioca, già professionalmente, nei Metropolitans 92, squadra che milita nella LNB PRO A, squadra che ha sede nell’area metropolitana di Parigi e che dovrà rinunciare al proprio giocatore fin dalla prossima estate, ma che ha aumentato a dismisura la sua visibilità mediatica in virtù di tutta una serie di partite di esibizione contro squadre di G League.
Vi sono pochi dubbi sulle prospettive di carriera di Wembanyama, visto che durante la sua breve carriera di giocatore in erba, il francese si è già accaparrato tutta una serie di premi, personali e di squadra, che lo hanno portato fino alla nazionale francese di basket, dopo aver messo in tasca il titolo di LNB A nel 2021 con l’ASVEL.
Coi Metropolitans è stato nominato per ben due volte LNB All Star, aggiudicandosi anche una doppia nomination come LNB Pro A Best Young Player, andando ovviamente a segno in entrambe le occasioni.
Con la nazionale, a livello giovanile, ha guidato i transalpini ad una doppia medaglia di argento, compresa quella conquistata alla Coppa del Mondo FIBA Under 19 nel 2021.
Papà atleta, mamma ex giocatrice
Nella cittadina di Le Chesnay, Wembanyama è cresciuto respirando sport dalla mattina alla sera, visto che papà Felix, originario del Congo, fu un apprezzato astista e, più in generale appassionato praticante pur senza raggiungere risultati eccezionali, di salto in lungo e salto triplo, mentre mamma Elodie ha passato la sua vita a giocare prima e ad allenare poi all’interno dei palazzetti di pallacanestro di mezza Francia.
Una famiglia di sportivi che non si ferma ai due genitori di Victor. La sorella maggiore Eve è una cestista professionista, mentre il fratello minore Oscar ha diviso la sua giovane età tra pallamano e pallacanestro.
Giocatore di basket professionista sono stati anche nonno Michel e nonna Marie Christine, a completare un quadro che, anche alla luce della notevole altezza dei suoi due genitori, 1,98 papà e 1,91 mamma, non poteva che avere una carriera praticamente segnata sotto le plance.
La primissima squadra di Wembanyama è stata quella della propria città di nascita, grazie alla mamma che in quel periodo, parliamo del 2010/2011, allenava le giovanili. A 10 anni il giovane Victor ha cominciato a entrare nel circuito del Nanterre 92, ben più strutturato della squadra della sua città e incoraggiato dai talent scout di tutto il mondo, incuriositi dalla clamorosa prospettiva che il figlio di Eloide avrebbe potuto originare da parte di squadre ben più blasonate e non solo francesi.
Nel 2018 fu spedito in Spagna in prestito, al Barcellona FC per la Minicopa del Rey, rifiutando, però, un contratto per proseguire la sua carriera in Catalogna.
Il giudizio dei futuri colleghi
A 18 anni appena compiuti, il francese ha già conquistato il mondo del basket e appassionati e addetti ai lavori, sembrano pervasi da un’isteria collettiva che ha portato tutti, o quasi, ai suoi piedi, compreso LeBron James che ne ha parlato utilizzando l’aggettivo di “alieno” e non solo per la sua clamorosa struttura fisica, oltre 2,20 metri di altezza e un’apertura alare di 2,4 metri, ma soprattutto per come si muove in campo portandosi dietro “quella struttura“, come se fosse la cosa più facile del mondo.
A parte “il prescelto“, a parlare benissimo di lui sono altri giocatori NBA, come ad esempio il connazionale Nicolas Batum, che dopo aver visto in azione il ragazzino qualche anno fa in allenamento con la nazionale giovanile, non ha esitato a chiamare il proprietario dell’ASVEL ed ex giocatore NBA, Tony Parker, che tutti voi ricorderete aver fatto le fortune di Popovich e di San Antonio, insieme a Ginobili e Duncan.
L’etichetta di talento generazionale, sembra andare addirittura stretta per uno che alla sua età ha fatto vedere determinate cose sopra un parquet e la definizione di “alieno” sembra essere la più indicata.
A confermare e certificare il tutto, è anche il due volte MVP greco Giannis Antetokounmpo, che ha prima visto giocare, poi conoscere, il selvaggio diciottenne francese, che ha militato nell’ASVEL esattamente come Kostas, il fratello dell’ala dei Bucks. Anche per Antetokounmpo siamo di fronte a qualcosa di mai visto prima.
Le caratteristiche di Wembanyama
Le novità che hanno accompagnato l’esplosione del giocatore francese, sono tutte quelle che fanno capo al suo atletismo abbinato ad una tecnica che si basa su fondamentali indubbiamente acerbi e da valutare in un campionato professionistico come la NBA, ma è abbastanza palese che essi siano un aspetto fondamentale che lo aiuteranno in più di un’occasione e in quei momenti torneranno in mente gli anni in palestra passati con mamma Elodie.
Siamo facili profeti se fin dalla prima stagione che giocherà in NBA, concorrerà al record di stoppate, fondamentale che lo aiuterà a guadagnare punti carisma anche nella propria metà campo, ma punti, capacità di conquistare falli che lo porteranno in lunetta, dove sta palesando percentuali senza senso, rimbalzi difensivi e offensivi, sono tutte caratteristiche del giochino con le quali Wembanyama flirta con ottime probabilità di centrare una lunga e profittevole storia d’amore.
Il prossimo draft e le squadre interessate
Fino a poco prima dell’esplosione del giocatore francese, i favori del pronostico per l’assegnazione della prima scelta al draft della prossima estate, il papabile principale fu Scoot Henderson, ma la prorompente esplosione di Wembanyama ha praticamente fatto terra bruciata e nessuno sarà scelto alla uno il prossimo giugno se non il gigantesco transalpino. Fuori da ogni discorso anche l’altra Top Tre dei possibili papabili alla prima scelta NBA 2023, Brandon Miller.
In attesa della definitiva lottery, prevista per l’ultima decade di maggio e che produrrà la squadra che avrà la fortuna di portarsi a casa i servigi del francese, si possono comunque fare i primi calcoli e i Pistons potrebbero essere favoriti nella corsa alla prima scelta assoluta, con un abbondante 14%, percentuale che non si discosta molto da quelle delle due squadre che seguono, Houston Rockets e San Antonio Spurs.
Ma a chi serve di più un prospetto come il francese?
I Pistons hanno un roster che si sta rimpolpando di giovani anno dopo anno e che in prospettiva potrebbe diventare una squadra dominante nella prossima decade, ma tutto sta nel capire come un giocatore di questa risma possa ambientarsi tecnicamente in una franchigia che esce da un disastroso record di 17 vinte e 65 perse che rappresenta la peggior performance stagionale della storia della franchigia. Le buone notizie arrivano però dalla possibile interazione che Wembanyama potrebbe avere insieme ad altri due tra i migliori prospetti dei prossimi anni, Cade Cunningham e Jaden Ivey, con i quali Detroit può sognare.
Giovanissimi sono anche i Rockets, visto che Kevin Porter Jr, Jalen Green, Jabari Smith Jr e Alperen Sengun, hanno tutti meno di 23 anni e l’arrivo di Wembanyama potrebbe essere un problema solo per la convivenza con quest’ultimo, visto che l’arrivo del francese potrebbe creare un po’ di traffico nel ruolo di centro, a meno che l’intenzione dello staff tecnico di Houston, fosse quello di schierarlo lontano dal canestro e interagire così con la scelta di OKC del 2021.
A prescindere dalla collocazione in campo di Wembanyama, sono probabilmente queste le due squadre dove il francese avrebbe maggiore possibilità di esprimersi, soprattutto grazie all’assenza di pressione dovuta al fatto che sia Pistons che Rockets, non hanno necessità immediata di vincere e il paradigma di questo concetto, trova sfogo nella giovanissima età del roster, ma va da sé che tutti lo vorrebbero come uomo franchigia, anche in prospettiva di quello che potrebbe portare in termini di return on investment, merchandise compreso.
Ma dobbiamo aspettare ancora pochissimo. A giugno scopriremo la soluzione del giallo.