Il secondo turno playoff della Western Conference ci sta offrendo una serie molto equilibrata tra Oklahoma City Thunder e Dallas Mavericks, con una sfida nella sfida tra Shai Gilgeous-Alexander e Luka Doncic. Dopo il successo in gara 1 da parte dei Thunder, i Mavs hanno conquistato le due successive partite e ora conducono per 2-1, anche se la serie è tutt’atro che finita.
Doncic, Irving e… P.J. Washington
È abbastanza scontato dirlo, ma il gioco di Dallas si basa sulla creatività dei singoli, in particolare del duo Luka-Kyrie. Se Doncic ha steccato in gara 1, segnando solo 19 punti e soprattutto realizzando una sola tripla su otto tentativi, di certo non lo ha fatto in gara 2 e nemmeno in gara 3. Nel secondo atto della serie, in cui i Mavs hanno approcciato con grande energia e qualità la partita, il talento sloveno si è preso per mano la squadra e si è subito rifatto con gli interessi, avvicinandosi alla tripla-doppia e mettendo a referto 29 punti, 10 rimbalzi e 7 assist, con 4 canestri da oltre l’arco nel solo primo periodo, mentre in gara 3 ha piazzato una doppia-doppia concreta (22 punti e 15 rimbalzi), aggiungendo anche 5 assist, senza forzare particolarmente e mettendosi anche al servizio della squadra.
Irving invece, dopo i 20 punti piazzati nel primo atto, è stato silente in gara 2 a livello realizzativo, anche se la sua fase difensiva ha fatto la differenza, tra palloni sporcati e una difesa forte su Shai nel finale di partita. In gara 3 però si è trasformato nuovamente in “Mr. Clutch”, con un 4/4 al tiro nel solo ultimo periodo: il suo stupendo canestro con la mano mancina a 39 secondi dal termine ha definitivamente spento le speranze di rimonta dei Thunder e ha ricordato, per certi versi e con le dovute proporzioni, il suo stesso buzzer beater in stagione regolare contro i Denver Nuggets.
I Mavs hanno avuto tanto da un supporting cast che si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa, a partire da P.J. Washington, grande fattore anche in attacco. L’energica e carismatica ala di Dallas ha sparigliato le carte in gara 2 con 5 triple su 7 tentativi nei primi 15’ di gioco, dando una grossa mano a “Luka Magic”, raggiungendo quota 29 punti totali e ripetendosi in gara 3 (27 punti). In generale sta viaggiando a 22 punti e 7.6 rimbalzi di media in queste tre partite e, nell’unico match in cui ha segnato solo 10 punti, Dallas ha perso (gara 1). Un altro eroe nel secondo atto della serie è stato sicuramente Hardaway Jr., il quale, in uscita dalla panchina, ha spaccato il match nel terzo periodo, mandando a bersaglio 10 punti consecutivi e rimettendo i Mavs sui binari giusti.
Shai e le triple doppie
A dispetto della giovane età (23.4 anni di media), questi Thunder sono già un gruppo maturo, come ha spiegato coach Mark Daigneault, e sono il più giovane team ad aver vinto una serie playoff (contro i Pelicans, spazzati via 4-0) nella storia della Nba. La sfida contro Dallas è apertissima e, come anticipato, Shai e Doncic stanno duellando a distanza – il canadese ha chiuso al secondo posto le votazioni per l’Mvp della stagione regolare, lo sloveno al terzo. Molti dicono che all’esterno di OKC sia stato “rubato” il premio (assegnato poi, per la terza volta, a Jokic) e allora Shai è tornato al lavoro, flertando per tutte le tre partite contro Dallas con la tripla doppia. Nella serie contro i Mavs, le sue cifre dicono 31 punti, 10.3 rimbalzi e 7.6 assist di media e addirittura in gara 3 ha fatto registrare 5 stoppate, segno che anche in difesa si sta dando parecchio da fare. Un faro che in gara 1 ha vinto la sfida contro Doncic ed è stato aiutato da Jalen Williams e Holmgren (37 punti in due), oltre che dalla panchina (42 punti), mentre nelle successive due partite non ha avuto particolare supporto dai suoi compagni – Holmgren 1/6 da tre e solo 11 punti in gara 2, Giddey non pervenuto e sempre sotto la doppia cifra, Dort parecchio occupato a contenere Doncic.
È invece in fiducia Jalen Williams, un aiuto concreto a Shai nelle prime tre partite della serie. Un compito il suo non semplice, dato che, oltre alla fase offensiva, nell’altra metà campo è accoppiato a Kyrie Irving, cliente particolarmente scomodo, ma che Williams sta dimostrando di essere in grado di contenere. In questi tre incontri ha realizzato sempre 16 o più punti e più in generale, rispetto alla regular season, le sue medie ai playoff si sono alzate (dai 19.1 punti ai 19.9 della postseason), così come il suo minutaggio (dai 31.3 ai 37.1).
Una scelta curiosa è stata quella dell’Hack-a-Lively. Il coach di OKC ha deciso, negli ultimi minuti di gara 3, di spedire il lungo di Dallas diverse volte in lunetta per provare a recuperare qualche possesso cruciale da giocarsi in fase offensiva. Questo ovviamente si basava sulle percentuali non perfette, per usare un eufemismo, di Lively dalla lunetta (41/81 e 50% in RS), anche se la scelta ha pagato buoni ma non ottimi dividendi (8/12 per lui nel terzo atto della serie).
In fin dei conti la serie è in equilibrio e, in virtù di alcuni dettagli, l’inerzia pende leggermente dalla parte di Dallas. Non stupirebbe però che si arrivasse ad una decisiva gara 7, anche se il destino di entrambe si deciderà in larga parte nella prossima gara 4, uno dei più classici “pivotal” game.