Prosegue la presentazione delle squadre che prenderanno parte alla prossima stagione di LBA, il massimo campionato di basket italiano. In 16 correranno per il titolo, cercando di toglierlo dalle casacche dell’Olimpia Milano, che anche per questa stagione si presenta come squadra favorita.
Dietro di lei la prima alternativa resta sempre la Virtus Bologna, che nelle ultime tre stagioni è stata la contender dei biancorossi, raggiungendo sempre la finale scudetto.
Andando nel dettaglio, dopo aver raccontato del funambolico mercato di Trapani, l’altra neopromossa, che si è mossa decisamente più sotto traccia, è la Pallacanestro Trieste, che partirà con l’obiettivo di mantenere la categoria.
Il mercato
Un paio di nomi arrivati in riva all’Adriatico danno importanza al mercato della proprietà americana: Colbey Ross e Markel Brown. Giocatori che conoscono bene il nostro campionato e che sono chiamati ad essere i trascinatori della squadra. Ross deve riscattare la brutta stagione giocata l’anno scorso a Tortona, mentre Brown, da quando è arrivato in Italia, è stato una certezza per chiunque l’abbia avuto in roster (prima Varese e l’anno scorso Napoli, dove ha contribuito alla conquista di una storica Coppa Italia).
Insieme a loro il mercato ha portato Denzel Valentine, anch’egli atteso da un riscatto dopo l’esiguo impiego in quel di Milano, dove era giunto per il finale di stagione in Eurolega senza praticamente mai giocare.
La proprietà gigliata ha messo nel motore, ancora nelle mani di coach Christian, anche Jeff Brooks in uscita da Venezia e grande esperto della Serie A e due assolute primizie per il nostro torneo: Jarrod Uthoff, ala americana con molta esperienza in G-League e proveniente dal Giappone dove viaggiava in doppia doppia di media e Jayce Johnson, centro alla seconda esperienza in Europa che fa dell’energia e del dinamismo le proprie doti principali.
Quintetto e rotazioni
Non ci sono dubbi sugli esterni titolari del quintetto: Ross, Brown e Valentine per stipendio, status e aspettative dovranno essere i giocatori di riferimento dei set offensivi. Con loro, dal primo minuto, potrebbero esserci Brooks (o Reyes, rimasto dopo una trattativa lunga) e l’ultimo arrivato Johnson, atteso dalla stagione che potrebbe lanciarlo.
Dalla panchina a parte il già citato Reyes, del quale si ricorda il bel campionato disputato con la maglia di Varese due stagioni fa, prova a farsi largo il gruppo di italiani, esperti anziché no, chiamati a essere più solidi possibili per dare minuti di respiro ai componenti del quintetto. Ruzzier come cambio del play è una discreta sicurezza, così come è parso poter essere Deangeli nella prima esperienza in massima serie.
Qualche dubbio in più lo lasciano Campogrande, Bossi e Candussi, premiati per la grande professionalità e per essere stati molto utili nella cavalcata alla promozione, ma che nelle ultime loro esperienze in Serie A non hanno lasciato grandi ricordi.
Il coach
Jamion Christian è stato tra le più belle sorprese della passata stagione di A2. Considerato, fin dal suo arrivo a Trieste nel 2023, tra i migliori giovani allenatori emergenti del basket universitario statunitense, è stato confermato anche per la Serie A.
Distintosi sempre per la sua caratteristica tecnica difensiva, incentrata sulla pressione aggressiva che induce gli avversari alla perdita del pallone e all’immediata trasformazione in attacco attraverso la protezione della palla e la costruzione intelligente del tiro da 3 punti, avrà il non facile compito di far convivere tre amanti del pallone come Ross, Brown e Valentine, dai quali però potrebbe trarre molteplici soluzioni offensive.
Sarà necessario, per lui e per i risultati di Trieste, riuscire a coinvolgere tutti, italiani compresi, perché il roster è corto e la fragilità di giocatori come Reyes potrebbe accorciare ancor di più la panchina.
Obiettivo stagionale
A differenza di quanto detto per Trapani, la sensazione è che Trieste dovrà principalmente lottare per salvarsi. Ross e Brown sono le uniche reali certezze di questa squadra, che ha tante, forse troppe, scommesse.
Altrettanto vero è che, se Uthoff e Johnson dovessero ben ambientarsi e diventare determinanti le ambizioni si sposterebbero immediatamente più in alto. Ma con i se e con i ma si va poco lontano, quindi meglio restare sotto traccia, come fatto sul mercato, e cercare di sognare col tempo.