Sono 30 le franchigie che si affrontano ogni anno nel campionato di basket più bello del mondo, quello della NBA.
Uno spettacolo seguito da appassionati di ogni nazione e luogo, ma che però soltanto in pochi possono permettersi di vedere dal vivo. Solo 28 infatti le città americane che ospitano le arene del basket (Clippers e Lakers giocano entrambe a Los Angeles), più una in quel di Toronto.
Ogni partita diventa quindi un evento unico a cui assistere, richiamando spettatori e turisti come in una festa che va al di là del semplice tifo sportivo. Ecco perché questi stadi sono spesso confortevoli e attrezzati di ogni comodità disponibile.
Ma quali sono quelli più belli? Ecco una nostra personalissima lista di arene davvero imperdibili.
Chase Center (Golden State Warrios)
Non solo una delle squadre più forti degli ultimi anni (vittoriosa nel 2015, 2017 e 2018), ma anche una nuova arena inaugurata nel 2019 (con un concerto dei Metallica accompagnati dalla San Francisco Symphony) che rappresenta quanto di meglio uno spettatore possa aspettarsi. Comodo, perché situato proprio nel centro di San Francisco, dotato di oltre 18 mila posti a sedere e con tutti i servizi possibili per un impianto moderno.
Un mega schermo da venticinque milioni di pixel sovrasta il campo di gioco rendendo facile seguire particolari e punteggio da ogni parte delle tribune. Ma il Chase Center è anche struttura più ampia, con addirittura una trentina di ristoranti diversi, 32 lounge privati dotati di tutti i confort (courtside lounges) e 136 suites.
Nonostante la posizione centrale, il Chase Center offre collegamenti di ogni tipo per chi arriva: da mezzi pubblici speciali fino a un trasporto via mare con navetta che arriva fin davanti allo stadio, oltre ovviamente a un parcheggio per le macchine con quasi 3000 posti disponibili (un migliaio al coperto).
Insomma una perla che farà felici gli spettatori presenti, almeno quelli che se lo potranno permettere visto che il costo è tra i più alti in assoluto.
Il Madison Square Garden (New York Knicks)
Molto probabilmente è uno degli impianti sportivi più conosciuti al mondo, teatro di mille eventi di ogni genere, anche se a livello di basket il suo soprannome, “The Mecca”, la dice lunga su quanto sia qualcosa di leggendario ormai. A dire il vero lo stadio attuale è il quarto a portare questo nome, entrato in funzione dal 1968 con una capienza di poco meno di ventimila persone.
Si trova in pieno centro a New York e la sua costruzione è costata qualcosa come oltre 120 milioni di dollari. Come i suoi predecessori, una parte della struttura ospita anche concerti, convention e naturalmente incontri di boxe, con cui c’è un certo legame storico (molte delle grandi sfide di questo sport hanno avuto luogo proprio qui, da Primo Carnera a Nino Benvenuti, passando per Joe Louis).
Un’arena forse già datata, ma comunque di grande impatto emozionale. Peccato che i Knicks non lo siano altrettanto, in attesa di un titolo dal 1973 e in crisi ormai da diversi anni di fila.
Staples Center (Clippers e Los Angels Lakers)
Unica Arena a ospitare due franchigie, i Clipper e i Lakers (anche se i primi sono al lavoro per un palazzo tutto loro), lo Staples Center è stato inaugurato a fine secolo scorso, nel 1999, e può ospitare fino a 19 mila spettatori seduti.
Come quasi tutti gli altri impianti ha funzioni polivalenti, ospitando non solo il basket NBA ma anche l’Hockey (con i L.A.Kings), il Wrestling, la Boxe (il record di presenze è arrivato proprio durante l’incontro tra Antonio Margarito e Shane Mosley) nonché concerti ed eventi di vario genere (tra cui sempre più frequentemente, tornei di eSports).
Fiserv Forum (Milwaukee Bucks)
Altro stadio di avveniristica costruzione, inaugurato appena un paio di anni fa (nel 2018) mandando di fatto in pensione il vecchio Bradley Center, che dal 1988 ospitava le gare dei Milwaukee Bucks.
Un cambiamento che ha portato davvero bene alla compagine, tornata alla vittoria NBA nel 2021 dopo un digiuno durato esattamente mezzo secolo. L’arena vanta ovviamente tutti i confort di un impianto moderno, costato oltre mezzo miliardo di dollari e con una capienza di poco più di 17 mila spettatori.
Little Caesars Arena (Detroit Pistons)
Le vittorie e le glorie di fine anni ottanta e di inizio millennio, sembrano ormai lontane per i Pistons, che negli ultimi quindici anni non sono mai riusciti a lasciare il segno in NBA.
Forse è questo il motivo di una certa disaffezione del pubblico di casa, che pur godendo di un impianto tra i più nuovi in assoluto, non è però tra i più presenti.
L’arena è stata inaugurata nel 2017 ed è costata qualcosa come oltre 800 milioni di dollari. Un’area enorme che comprende oltre al palazzetto anche uffici, negozi, ristoranti, il tutto coperto sotto un grande tetto di vetro. Ventimila abbondanti i posti a sedere, quasi mai esauriti per il basket però.
American Airlines Arena (Miami Heat)
Tre titoli vinti per gli Heat in questo impianto che è la loro casa fin dal 1999 e offre la possibilità a 19.600 spettatori di godersi il grande spettacolo del basket.
Vuoi perchè Miami è una città da sempre in vena di feste e mondanità, ma qua l’atmosfera dentro l’arena è quasi sempre da tutto esaurito.
Lo era nel primo giorno dell’impianto, con il concerto di Gloria Estefan proprio nella serata di capodanno del 1999 (alla faccia del millenium bug) così come nelle finals del 2013, anno dell’ultimo anello degli Heat.
Scotiabank Arena (Toronto Raptors)
Unico stadio fuori dai confini americani, l’impianto non è esattamente dei più nuovi essendo in attività già da febbraio 1999. Quello che davvero fa la differenza è però il calore con cui si respira il basket da queste parti.
L’inizio dell’avventura NBA per i Raptors è stato quasi disastroso, con un gap che sembrava incolmabile. Poi però il progetto è decollato fino a portare Toronto alla sua prima vittoria in NBA nel 2019, con tutto il Canada in pratica a spingere per i suoi eroi.
Qua trovare il tutto esaurito con ventimila spettatori è cosa comune (non a caso hanno costruito un Jurassic Park proprio di fronte con tanto di mega schermo che trasmette le partite), disposti anche a far fronte a prezzi decisamente alti rispetto alla media. Anche in questo caso, sono molti gli eventi di altro genere messi in scena negli anni: dai concerti di Spice Girls, Britney Spears, Police, U2, Cher e persino Laura Pausini, fino ad altre manifestazioni sportive come quelle dei Toronto Maple Leafs in NHL o agli incontri di WWE.
Bankers Life Fieldhouse (Indiana Pacers)
Nell’Indiana il basket è una cosa seria, lo dimostrano le migliaia di appassionati che hanno sempre seguito in tutti questi anni una squadra come quella dei Pacers, da tempo incapace di offrire uno spettacolo di alta qualità e da sempre a secco di titoli NBA.
L’unico titolo di cui si possono fregiare è quindi proprio quello che si è aggiudicato l’impianto di Indianapolis, per tre anni consecutivi vincitore del premio come miglior arena NBA (dal 2005 al 2007). Non si vedrà un grande basket da queste parti, ma se non altro lo si vede belli e comodi sugli spalti.
Struttura peraltro in procinto di una mega ristrutturazione che potrebbe riportarla ai vertici delle arene NBA. In attesa che anche la squadra cresca di conseguenza (e in questo senso c’è ottimismo vista la nuova direzione presa con un progetto basato sui giovani che sembra dare i suoi frutti).
United Center (Chicago Bulls)
Inaugurato nel 1994, esattamente al centro delle due grandi triplette NBA di quella squadra pazzesca che erano i Chicago Bulls negli anni novanta (vincitore nel 91, 92, 93, 96, 97 e 98), tutto qua sembra essere esattamente come allora.
Ci sono ancora ventimila tifosi (anzi, quasi 21 mila, visto che è l’impianto più capiente di tutta la NBA) che ogni volta affollano le tribune dell’arena.
C’è la statua di Micheal Jordan che accoglie tutti prima dell’ingresso. E ci sono sicuramente nella mente le tante vittorie che hanno fatto la storia di questo club.
A mancare al momento è soltanto la squadra, in preda a una rivoluzione totale per cercare di uscire da un apatia che dura ormai da due decenni.
TD Garden (Boston Celtics)
Quando parliamo di Boston stiamo parlando di uno dei centri nevralgici del basket NBA. Una franchigia capace di mettere insieme ben 17 titoli di cui 8 consecutivi (pur se in tempi antichi come quelli dal ’59 al ’66).
A onor del vero dopo l’inaugurazione di questo impianto nel 1995, i Celtics sono riusciti soltanto una volta a mettersi tutti alle spalle (nel 2008), pur fino a inizio anni novanta assoluti protagonisti grazie anche al talento di una figura mitica da queste parti come Larry Bird.
L’arena ha quindi le stigmate di luogo quasi sacro, anche se ormai datato, dove però non si può fare a meno di vivere in pieno la magia del basket e dove si respira il mito del passato, come quei 22 banner che rappresentano gli altrettanti numeri di maglia ritirati dai Celtics per meriti sportivi: da Parish a Dennis Johnson, da Frank Ramsey a Cedric Maxwell.
Ora però, forse è arrivato il tempo di rimodernare (squadra e impianto).