Ci ha provato fino all’ultima giornata, ma ciò che sembrava quasi certo, lo è diventato totalmente: Pesaro è retrocessa in A2, perdendo a Venezia mentre Treviso vinceva in casa contro Tortona, definendo la propria salvezza, che sarebbe arrivata ugualmente anche in caso di successo della Carpegna al Taliercio.
A Venezia la Vuelle è sprofondata in un terzo quarto terminato 35-11 dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio. Fotografia perfetta di quello che il gruppo ri-plasmato negli ultimi mesi da Sacchetti riusciva a fare: difesa spesso inconsistente e attacco poggiato quasi esclusivamente sul tiro da fuori (classico run’n gun di Meo), che quando le percentuali si abbassano, restano poche alternative.
Non sono state sufficienti le mani di Wright e Foreman, la frizzantezza di Visconti né tantomeno l’esperienza portata da Cinciarini, che ha ricoperto sin dal suo arrivo il ruolo del capitano-allenatore in campo, riuscendo spesso a trascinare con sé tutti: compagni, pubblico e probabilmente anche staff e società.
Ma non è bastato, perché con le appena 10 gare vinte Pesaro saluta la massima categoria, dando appuntamento al prossimo futuro, al quale la dirigenza ha già fatto cenno dicendo chiaramente di voler di tornare al più presto al piano di sopra, ma ben sappiamo quanto sia difficile la Serie A2, da cui risalgono soltanto 2 squadre su 24.
Ora è solo tempo di critiche e rammarico, ma ben presto ci sarà da mettersi al lavoro per costruire una nuova squadra – ipotizzabile una diaspora degli attuali tesserati – che possa lottare già dalla prossima annata per la promozione.