Nel vasto panorama del basket internazionale, pochi nomi risuonano con la stessa autorevolezza e rispetto di quello di Pau Gasol. Nato il 6 luglio 1980 a Barcellona, in Spagna, Gasol ha tracciato un percorso luminoso, lasciando un’impronta netta di sé in campo e fuori.
La sua carriera è un’epica narrazione di successi e conquiste, iniziata nel cuore delle strade di Barcellona e culminata sul palcoscenico più prestigioso del basket mondiale: la NBA.
Il “piccolo” Pau a Barcellona
Pau Gasol si incontrò con la pallacanestro a scuola, prima di unirsi alla società del Cornelià, dove iniziò giocando da playmaker. A 17 anni il passaggio al Barcellona, dove chiuse la carriera giovanile nella formazione B esordendo in Liga ACB 2 anni più tardi. La sua affermazione arrivò nel 2000, quando l’infortunio del veterano ex-NBA Rony Seikaly, gli diede spazio, trasformandolo ben presto nel leader della squadra. Gasol guadagnò i suoi primi elogi in Europa, vincendo il titolo di MVP della Liga nel 2001, disputando un’Eurolega di altissimo livello, pur dovendo saltare la seconda fase per via di un’appendicite che causò al Barcellona l’eliminazione da parte delle Benetton Treviso.
La sua abilità straordinaria nel dominare il gioco sotto i tabelloni lo rese un’indiscussa stella del basket continentale, portando il Barça a vittorie e titoli nazionali (3 campionati e una Copa del Rey). Tuttavia, il suo talento era destinato a brillare, ancora più intensamente, oltre l’Atlantico.
NBA: dal draft ai Lakers
Nel 2001, Gasol fece il grande salto verso la NBA, entrando a far parte dei Memphis Grizzlies come terza scelta assoluta del Draft. La sua transizione verso il basket americano fu impeccabile: dimostrò in poco tempo che il suo gioco fluido e versatile poteva farlo stare ad alti livelli anche nella lega più competitiva al mondo.
Ma fu il suo trasferimento ai Los Angeles Lakers nel 2008 che segnò il punto di svolta fondamentale nella sua carriera, e in quella di chi gli giocò accanto da lì in poi. Gasol trovò infatti una particolare sinergia con l’ambiente losangelino, la città, e soprattutto creò un intenso rapporto di amicizia con Kobe Bryant, stella della squadra e dell’intera lega, con cui formò una delle coppie più dinamiche e temute nella storia della NBA.
Da lì in poi il nome di Pau Gasol divenne punto di riferimento per i giocatori europei che approdavano in NBA. Il suo modo di giocare e le sue caratteristiche ne fecero un simbolo di una nuova infornata di giocatori del Vecchio Continente che di lì a poco sarebbe diventati sempre più presenti in una Lega che fino ad allora tendeva a snobbarli.
In grado di giocare sia da ala grande che da centro, Gasol fu un ottimo rimbalzista, sia difensivo che offensivo, dotato di un eccellente tiro dalla media distanza, nonché un buon passatore, oltre che un giocatore molto abile in post basso, negli isolamenti e in pick & roll. Ai San Antonio Spurs aggiunse al suo bagaglio già molto ricco anche il tiro da 3, che lo rese praticamente immarcabile. Queste sue caratteristiche gli consentirono spesso di mettere a referto “doppie doppie”: ne realizzò oltre 550. Lo stesso Kobe Bryant lo definì uno dei suoi migliori compagni di squadra.
Lo straordinario rapporto Gasol-Bryant
L’amicizia tra Gasol e Bryant crebbe non solo sulla base della reciproca ammirazione per le abilità sul campo, ma anche attraverso un profondo rispetto reciproco e una dedizione al gioco che trascinò i Lakers a vittorie epiche. Insieme, guidarono LA a due titoli NBA consecutivi nel 2009 e nel 2010, cementando il loro status come una delle partnership più vincenti del basket moderno.
Ma il più importante dei trofei, consacrato ancor più palesemente dopo la morte di Kobe, fu la connessione umana tra i due. Bryant non solo fu mentore per Gasol sul campo, ma ancor più supporto e supporter fidato al di fuori di esso. Condivisero momenti di gioia, sacrificio e crescita, costruendo un legame che andava ben oltre la competizione sportiva.
La tragica scomparsa di Kobe Bryant nel gennaio 2020 colpì profondamente Pau, che in modo assai toccante ebbe più volte modo di esprimere il suo dolore e la sua perdita, ricordando il campione ma anche l’uomo gentile e compassionevole, il suo caro amico.
Gli allori con la Spagna
Oltre ad aver lasciato il segno nella NBA, Gasol appose la propria firma anche in tanti successi della propria nazionale, rappresentandola onorevolmente a campionati Europei, Mondiali ed Olimpiadi, raccogliendo 6 medaglie continentale (3 ori, 2 argenti, 1 bronzo), l’oro Mondiale del 2006 in Giappone (in cui fu MVP) e 3 medaglie a Cinque Cerchi (2 argenti e 1 bronzo).
Oggi, pur non essendo più attivo come giocatore professionista, l’eredità di Pau Gasol continua a vivere nel cuore dei suoi tanti fans sparsi in tutto il mondo. La sua carriera straordinaria, il suo impegno per l’eccellenza e l’amicizia indimenticabile con Kobe Bryant rimangono saldamente incisi nei libri di storia del basket, ispirando generazioni presenti e future di giocatori e appassionati.