Voto 10 – Germania
Otto vittorie su otto, la Germania vince il suo primo storico Mondiale di basket da imbattuta. Dopo aver fatto fuori Slovenia, Lettonia e USA, la finale con la Serbia è sempre stata gestita dalla squadra di Gordon Herbert, tecnico canadese che raccoglie la seconda medaglia internazionale consecutiva: dopo il bronzo di Eurobasket 2022 arriva il metallo più prezioso, che lancia questa squadra nell’Olimpo del basket mondiale. Schroder il trascinatore, autore del canestro decisivo nel finale della sfida con la Serbia nonché MVP della partita, ma note di merito per tutti i tedeschi, bravi a ritagliarsi ognuno il proprio ruolo in squadra e a tenere botta per tutta la competizione, riuscendo a reagire ai vari momenti di difficoltà. Un finale glorioso per un gruppo nel quale le individualità di Schroder, dei fratelli Wagner, Voigtmann sono apparse il plus del lavoro collettivo, che ha portato al più grande successo di sempre nella storia della nazionale tedesca di pallacanestro. Alle Olimpiadi, in casa degli “odiati” francesi, la Germania sarà una delle squadra da temere di più.
Voto 9 – Serbia
Senza Jokic e Micic pensavamo tutti sarebbe stato un torneo molto difficile per la squadra di Pesic. Invece, superato lo scotto della sconfitta con l’Italia, tre vittorie in fila per raggiungere l’insperata finale. Già questo traguardo vale un voto oltremodo positivo alla squadra balcanica, frutto di una voglia di stare nella competizione caratteristica propria dei paesi di quell’area del globo. A questo si è aggiunta la volontà di giocare, e vincere, per Borisa Simanic, compagno di squadra costretto a lasciare la competizione (e forse anche il basket giocato) per la rimozione di un rene dopo aver riportato un infortunio nel match contro il Sud Sudan. È stata questa la miccia che ha animato Bogdanovic e compagni, bravi a fare gruppo arrivando a giocarsi l’oro mondiale.
Voto 8 – Lettonia e Canada
La Lettonia è sicuramente la più bella sorpresa del Mondiale. Allenata magistralmente dal “nostro” Luca Banchi – eletto miglior tecnico del torneo -, che ha raccontato come nelle scuole del paese si siano fermati tutti per guardare le prove della nazionale dando una lezione di come questo sport venga vissuto nelle località baltiche, la squadra è andata probabilmente al di là anche delle proprie aspettative. Priva dell’asso Kristaps Porzingis, la Lettonia ha vinto sei delle otto partite giocate, trovando in Zagars e in Grazulis i due giocatori di riferimento, finiti con l’essere tra i migliori dell’intera rassegna. Una squadra senza fenomeni, spinta da una bella mole di pubblico, che ha fatto gruppo attorno a coach Banchi togliendosi la soddisfazione di chiudere la propria prima partecipazione a un Mondiale con il quinto posto. Andranno a caccia di un pass per i Giochi di Parigi e bisognerà farci molta attenzione, perché con un Porzingis in più questa Lettonia può diventare anche una squadra da medaglia.
Stesso voto, capitolo a parte, per il Canada. Attesi sicuramente più della Lettonia, hanno messo sul piatto una squadra di altissimo livello, meritatamente medaglia di bronzo (la prima della loro storia). La finalina con gli USA ha evidenziato come i canadesi siano stati decisamente, in questa occasione come in altre, costanti, attenti e in grado di saper sfruttare le lacune della difesa statunitense, apparsa pigra e fuori giri. Non solo Shai Gilgeous-Alexander – uno dei più abbacinanti talenti di questo torneo – il Canada ha avuto altri importanti protagonisti, tante facce da NBA. Barrett (16.8 punti a partita), Brooks (15.1 ed MVP della finale per il terzo posto), Olynik (10.9), Alexander-Walker (9.4) e un gruppo di comprimari bravi a sapersi far trovare pronti e a far comparire definitivamente il Canada sulle carte geografiche del basket mondiale. A Parigi 2024 bisognerà vedersela con loro, anche per la zona medaglie.
Voto 7 – Filippine e il suo pubblico
Tanto bello quanto visto fuori dal campo, quanto meno avvincenti sono state le partite e i risultati ottenuti dalla squadra all’interno del rettangolo in parquet. Difficile a bocce ferme immaginare di superare il gruppo con Italia, Repubblica Dominicana e Angola, ma spinti da un pubblico così (che vale da solo il 7 in pagella), ci si aspettava forse qualcosa di più. Una squadra mediocre, quella filippina, ma che aveva in Jordan Clarkson il punto di riferimento totale, al quale forse sono state affidate troppe responsabilità, che anche lui stesso non è riuscito a sostenere. Pur con prestazioni di altissimo livello – 26 punti di media con l’apice dei 34 realizzati contro la Cina nel classification round tra le squadre arrivate dalla 17a alla 32a posizione – si è spesso trovato a forzare tantissime situazioni, chiudendo con un non brillantissimo 29% da tre punti figlio di un 12/41. Ci si poteva aspettare poco di diverso da una compagine con un grande campione e un gruppo di comprimari, ma forse per la passione dei tifosi presenti così copiosamente al palazzo e lo spirito che si respirava a Manila, ci aspettavamo tutti – anche noi osservatori esterni – qualcosa di più.
Voto 6 – Italia
Ci abbiamo provato finché ne abbiamo avuto la possibilità, perché di questo si parla dopo la scoppola rimediata contro gli USA ai quarti di finale. La possibilità di competere contro i migliori, di aggiungere un tassello all’esperienza del gruppo e di inserire dei giovani interessanti che faranno parte della nazionale del futuro. Probabilmente arrivare tra le prime otto è il traguardo più alto che si potesse oggettivamente aspettarsi da questa squadra, ma è chiaro che dopo il successo sulla Serbia l’acquolina di andare oltre ai quarti – ormai nostro standard nelle ultime competizioni internazionali – era tanta. Non è successo, e dopo sono arrivate altre due sconfitte (contro Lettonia e Slovenia), che ci hanno fatto chiudere all’ottavo posto. Gare, soprattutto quella con la Slovenia, giocate al meglio per onorare la competizione e per lasciare il miglior ricordo possibile a e di Gigi Datome, che ha giocato contro Doncic e compagni l’ultima partita della sua carriera da giocatore professionista. Il capitano ci mancherà, con lui probabilmente si chiude un ciclo di giocatori molto validi che non sono mai riusciti a raccogliere i risultati sperati, ma che hanno lasciato sicuramente il segno nel mondo della pallacanestro italiana e internazionale. Il futuro sarà nelle mani di Melli – capitano nell’avvenire – e dei vari Procida, Spagnolo e Diouf, sognando che prima o poi la Nazionale azzurra torni a salire sul podio di una competizione internazionale.
Voto 5 – Slovenia
Chiude la competizione al settimo posto, battendo l’Italia nell’ultima finalina. Il voto finisce con l’essere insufficiente, ma si avvicina molto al 6, perché da una squadra che ha nelle proprie fila il miglior realizzatore del torneo e un talento del calibro di Luka Doncic ci si aspetta di più. Il campo però ha parlato chiaro. La netta sconfitta ai quarti con il Canada ha chiuso le porte della zona medaglie alla Slovenia, che ha poi perso anche la finalina per il quinto/sesto posto con la Lituania. L’assenza di Goran Dragic si è sicuramente fatta sentire, seppur ben rimpiazzata dalla leadership aggiunta di Prepelic e Dimec, ma è indubbio che questa squadra alla vigilia ambisse a qualcosa di più. Ora, per andare a Parigi, ci sarà da passare dal pre-olimpico, e vista la quantità di squadre interessate a ottenere quel pass… non sarà per nulla facile.
Voto 4 – USA
Arrivare quarti (mancando la possibilità di vincere il bronzo perdendo la finalina con il Canada) in una competizione dove la FIBA stessa, attraverso il ranking, e buona parte del mondo del basket prevede che tu vinca più o meno facilmente l’oro, fa passare la rassegna iridata degli Stati Uniti come un fallimento. Le aspettative per ogni Team USA che rispetti, da sempre, sono molto più alte (anche qualora fosse arrivato il bronzo) e, di conseguenza, portano a tanta delusione. Basti pensare che, qualche minuto dopo la sconfitta in semifinale contro la Germania, i social di ESPN (tra i principali media americani) abbiano iniziato il conto alla rovescia per “scongelare” superstars del calibro di LeBron James, Steph Curry e Kevin Durant al fine di portarle alle Olimpiadi di Parigi la prossima estate. Un modo di esporsi che non nasconde minimamente la frustrazione verso una nazionale “nuova” come quella che ha appena chiuso il Mondiale, forse poco rispettoso nei confronti degli stessi protagonisti, ma prevedibile. I prossimi Giochi Olimpici saranno l’appuntamento al quale la selezione a stelle e strisce sarà attesa più di qualunque altra e la squadra potrebbe drasticamente cambiare i propri connotati rispetto a quella vista in Indonesia, Giappone e Filippine.
Voto 3 – Australia
Sembrava potesse essere una delle nazionali candidate a un posto tra le prime quattro, invece non è andata oltre il secondo girone. Certo, ritrovarsi nel gruppo con Germania e Slovenia non era la via più facile per raggiungere le semifinali, ma quella obbligatoria proposta dal calendario. Ne è uscita sconfitta la squadra di Brian Goorjian, che si è allontanata di molto dal quarto posto conquistato all’ultimo torneo iridato, quello di Cina 2019, e dal bronzo olimpico. Apparsa senza quella verve emersa proprio nell’ultima rassegna e Cinque Cerchi, ha subito una lezione prima dalla Germania e poi dalla Slovenia, che nel match decisivo del secondo girone ha vinto 91-80 tenendo a soli 14 punti totali tre giocatori del quintetto (Green, Kay e Reath). Una prova di forza, quella di Doncic e compagni, che servirà da monito per i prossimi impegni dei Boomers, che sanno però già di avere il pass per i Giochi di Parigi 2024 in quanto miglior squadra del continente oceanico.
Voto 2 – Spagna
Quando sei campione in carica del Mondiale e dell’ultimo torneo internazionale giocato – Eurobasket 2022 – hai ovviamente il mirino puntato addosso. Questo però non ha mai messo timore a una squadra che, anche quest’anno, ha mostrato grandi talenti – chi più, chi meno pronto – che costituiranno la struttura portante di questa nazionale negli anni a venire. Però il risultato va valutato per ciò che è: una delusione. Dopo le tre vittorie agevoli in un girone che aveva poco da dire, gli scontri contro Lettonia e Canada hanno messo in evidenza una squadra non pronta per le prove decisive, quelle che inevitabilmente sarebbero prima o poi arrivate. Incartata difensivamente dalla grande prestazione della squadra di Banchi, la Spagna si è spenta nel finale punto a punto anche con il Canada di un sontuoso Gilgeous-Alexander, autore di 30 punti con quasi il 60% al tiro. Ne esce un risultato sotto le aspettative, che ora mette in difficoltà anche per la qualificazione alle Olimpiadi 2024, dove i ragazzi di Scariolo (se sarà ancora lui il ct nella prossima rassegna a Cinque Cerchi) dovranno passare attraverso il torneo pre-olimpico per ottenere il pass.
Voto 1 – Finlandia
Attesa da un torneo in cui sembrava che Lauri Markkanen potesse imporre la propria leadership di giocatore NBA, attorniato da un gruppo mixato di giovani ed esperti come l’eterno Sasu Salin, la Finlandia è finita con l’essere una delle grandi delusioni del Mondiale di Filippine, Indonesia e Giappone. Sicuramente il girone di qualificazione con Germania e Australia non aiutava, ma dai finnici ci si aspettava qualcosa di più. E invece -16 con l’Australia, -10 col Giappone, -26 con la Germania per 0 punti e ovviamente la non qualificazione al secondo turno e, forse ancora peggio, addio alla possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024. A nulla, pertanto, sono servite le vittorie nelle ultime due gare contro le nettamente inferiori Capoverde e Venezuela.
Voto 0 – Francia
Dopo due medaglie iridate consecutive (2014, 2019), l’argento olimpico (2020) e quello europeo dell’anno scorso (2022) i galletti falliscono totalmente abbandonando il Mondiale al primo girone. Presa una batosta all’esordio con il Canada, la sconfitta nella seconda partita contro la Lettonia ha fatto e farà parlare di una squadra spesso altezzosa e prepotente, che non ha sufficientemente fatto i conti con due avversarie di primissimo livello. Il roster è buono e l’anno prossimo alle Olimpiadi in casa sarà sicuramente tra le formazioni favorite, ma questa enorme delusione mondiale potrebbe cambiare qualcosa a livello di roster e, perché no, anche di guida tecnica (Collet è in sella dal 2009).