Non una normale nottata di Nba: sarà che ci stiamo avvicinando alla fine della stagione regolare e, va detto, nessuno ha più voglia di difendere (non che prima ce ne fosse poi tanta) per diversi motivi ma nei match giocati in quello che dall’altra parta dell’oceano era un Monday Night si sono viste diverse prestazioni da record.
Su tutte quella di un mostruoso Karl-Anthony Towns che dopo essersi preso la gara del tiro da tre punti all’All Star Game, legittimando così la sua fama di lungo (2.11 m) tiratore, non si ferma più. Stanotte, nel pirotecnico 149-139 tra i suoi Timberwolves e gli Spurs, ha toccato il massimo in carriera, che poi è anche il massimo in stagione in Nba, arrivando a quota 60 punti, con ovviamente un altro bel bottino di 7 bombe dall’arco. Altro numero clamoroso quello dei punti nel solo terzo quarto: 32. Avesse tenuto quella media per tutta la partita avrebbe cancellato anche l’irraggiungibile centone di Wilt Chamberlain.
La stagione dei suoi Minnesota Timberwolves con ogni probabilità passerà comunque dai playin, dove se la dovrà vedere anche con le due squadra di Los Angeles, anche se i Lakers stanno facendo di tutto per non meritarsi neanche quest’ultima chance.
Anche contro Toronto è arrivata una sconfitta, la quarta delle ultime cinque uscite (103-114). Da dopo la pausa sono arrivate solo due vittorie, non a caso quando LeBron James è riuscito a segnare più di 50 punti. Ma non si può neanche chiedere ad un 37enne di giocare tutti i giorni su quei livelli. Stanotte si è fermato, per così dire, a 30 punti ma il problema come sempre restano i compagni che ormai hanno mollato. E in fondo anche lui in attesa di giocarsi tutto in una serie sta pensando più che altro alle statistiche (è diventato il primo giocatore della storia con 30.000 punti, 10.000 assist e 10.000 rimbalzi) e in particolare alla classifica dei marcatori.
Per questione di centesimi ora è dietro a Joel Embiid che stanotte a sua volta non è andato oltre i 34 punti in una partita persa dai suoi Philadelphia 76ers (110-114 contro Denver). Il tutto mentre i Milwaukee Bucks di Giannis Antetokounmpo non si fermano più e puntano dritti al primato ad Est, ancora comunque abbastanza saldamente nelle mani dei Miami Heat. 117 a 111 per la franchigia del Wisconsin su Utah, a cui non sono bastati i 58 punti in due della coppia Conley-Mitchell.
Tornando al discorso delle prestazioni fuori dalla norma, stanotte Stephen Curry ha festeggiato i suoi 34 anni con 47 punti a referto nella vittoria dei Warriors per 126 a 112 sui Wizards.
Paradossalmente però non è stata la migliore notizie del giorno per Golden State. Dopo quasi tre mesi infatti si è rivisto Draymond Green e in campo si è così ricomposto il magico trio con Klay Thompson. Gli ex campioni Nba possono ancora far paura a tutti.
È passata quindi quasi in secondo piano l’ennesima prestazione da fuoriclasse di Trae Young che ha firmato la vittoria di Atlanta sui Portland Trail Blazers (122-113) con 46 punti. Danilo Gallinari, tenuto precauzionalmente ai box per un problema al piede destro, si è goduto il tutto dalla panchina, in attesa di tornare a dare il suo contributo ad una squadra che può divertire e divertirsi.