Abbiamo seguito i passaggi di questa lunga e complessa trattativa, che alla fine ha portato Nico Mannion a essere un giocatore dell’EA7 Emporio Armani Milano. Da ex stella dell’Openjobmetis Varese, ora Mannion è chiamato a diventare l’apriscatole delle difese avversarie per l’Olimpia, quel giocatore che sia in grado, in LBA come in Eurolega, di bucare le difese nemiche con le sue penetrazioni e di dare un po’ di brio al playmaking delle scarpette rosse, fin qui latitante con Dimitrijevic e Bolmaro.
Con Varese non è finita benissimo
Per come sono finite le cose, non è stato un bell’addio quello di Mannion a Varese. Ringraziamenti di rito da parte della società lombarda, neanche un accenno dal Red Mamba, che poi però su Instagram ha scritto un post di ringraziamento ai tifosi biancorossi. Così si è chiusa una storia d’amore durata 10 mesi, bruciata in fretta ma vissuta intensamente, regalando a entrambe le parti delle soddisfazioni (su tutte, la salvezza). Non si è conclusa con il lieto fine delle favole, ma questo è lo sport odierno e il professionismo, c’è poco spazio per il romanticismo.
Cosa può dare e non dare a Milano
Nico Mannion è un giocatore che divide, nel bene e nel male. Attaccante esaltante, è in grado di distruggere le difese avversarie grazie alla sua indole da penetratore, con buone percentuali al tiro dall’arco. Nell’altra metà campo però non ha mai dimostrato di essere un difensore imbattibile, anzi, spesso nell’1v1 con la palla viene spesso battuto, lasciando ai diretti avversari dei vantaggi consistenti.
Per lui sarà la terza esperienza in un club di Eurolega dopo quelle con Baskonia e Virtus Bologna e i numeri con cui si presenta sono buoni: 26.3 punti e 5.7 assist di media nelle prime tre, e uniche, gare giocate in Serie A.
Mannion avrà sicuramente spazio in campionato, rispondendo alla necessità dell’Olimpia di ampliare la profondità e la qualità degli italiani a disposizione, ma dovrà essere fondamentale anche in Europa, perché è li che c’è bisogno di fare la differenza e alzare la propria asticella insieme a quella della squadra. Dovrà pertanto dimostrare di aver migliorato la fisicità, la durezza difensiva e la freddezza nella gestione dei possessi e della squadra rispetto alle precedenti esperienze tra Bologna e Paesi Baschi.
La grande occasione, dopo l’NBA
Sarà per lui una grande occasione, a 23 anni, per cimentarsi al livello più alto possibile in Europa, nel club che più di tutti, in Italia, ha una gestione internazionale. Mannion avrà anche l’arduo compito di rinvigorire l’entusiasmo dei tifosi biancorossi, in buona parte già depressi (ma quello è abbastanza un’abitudine per i meneghini) e rassegnati a un’altra stagione europea senza possibilità di sognare i playoff, men che meno le Final 4. Non sarà facile, perché le richieste di ambiente e pubblico sono ben diverse rispetto a quelle di Varese, ma per Nico è la prova del 9: l’occasione di capire se il suo passato giovanile tra America ed NBA, sotto le cure di Steph Curry, valga un posto tra chi può fare la differenza anche la massimo livello europeo. Ora è il momento di dimostrarlo!