Il Commissioner Adam Silver: «Valuteremo ogni strada: il nostro desiderio è tornare in campo». Accordo con l’associazione giocatori per la riduzione del 25% dei compensi
Doveva essere il primo fine settimana di play off. Il passo iniziale verso la conquista di quell’anello che, mai come quest’anno, vantava numerosi pretendenti. Alcuni erano già certi di avere questa chance: i Lakers di Lebron e Davis (unici della Western Conference), i Bucks di Giannis Antetokounmpo, Bledsoe e Middleton, i campioni in carica di Toronto, secondi in Conference pur senza Kawhi Leonard ma con Ibaka, Lowry, Gasol, Siakam, Powell e Van Vleet tutti in doppia cifra stagionale e i Boston Celtic di Jayson Tatum, Kemba Walker e Jaylen Brown. E poi tanti attesi possibili protagonisti e tante franchigie già in profumo di post season. Invece la pandemia da Covid-19 ha rotto le uova nel paniere anche al campionato di basket più bello del mondo.
Una situazione di stallo, forzata dagli eventi, ma che in questi giorni è tema delle più disparate ipotesi, avendo, la NBA, fatto capire a chiare lettere che l’intenzione di ripartire è il tasto che cercherà di pigiare ogni giorno, sino a che la palla contesa ricomincerà ad essere rialzata. Lo ha ribadito il Commissionet Adam Silver che ha incontrato i principali media americani in una video conferenza nella quale si sono dibattuti i temi principali della situazione attuale. Silver ha confermato il recente “giro d’opinioni” avuto con tutti i club partecipanti ed non ha potuto far altro che ribadire un concetto più volte ripetuto: «Ad oggi tutto è in forse, è in sospeso – ha detto – ma è chiaro che se c’è un’opportunità per riprendere il gioco sapremo coglierla. Se ci sarà la necessità di cambiare ciò che abbiamo fatto storicamente, dovremmo adattarci». Adam Silver ha confermato che, suo malgrado, non esiste oggi una data certa o presunta sulla possibile riapertura della stagione: si potrebbe andare anche oltre la metà di giugno – ha fatto capire il Commissioner – magari con un successivo slittamento della data di inizio del campionato 2020-2021. Altra strada che la NBA cercherà di percorrere è quella del massimo coinvolgimento possibile di tutte le franchigie della Lega. Scelta che, almeno per ora, pare escludere il ricorso immediato ai play off senza provare a completare la stagione regolare. La chiave di lettura è, ovviamente, quella legata all’emergenza sanitaria: «Nessuno di noi – ha detto Silver ai media americani collegati – ha una comprensione sufficiente di quali siano esattamente gli standard da rispettare per giocare. Neanche gli esperti lo sanno, poiché la diffusione e l’impatto del corona virus cambiano di giorno in giorno. La nostra precisa intenzione – sottolinea Silver – è la tutela della salute dei dipendenti dei fan e dei team. In questo periodo, più che alla data di riapertura, siamo concentrati sui dati che arrivano dalla situazione generale legata alla pandemia. Non siamo in grado di prendere alcuna decisione ed è poco chiaro quando lo saremo». Quale ruolo spetta alla NBA? Silver in merito ha idee chiare: «Rimboccarsi le maniche è l’atteggiamento da avere. Così come lo scorso 11 marzo abbiamo adottato la precauzione di sospendere il gioco, adesso vorremmo svolgere un ruolo guida nell’eventuale ritorno alla normalità».
Inevitabilmente, l’obiettivo è stato poi messo a fuoco sugli aspetti economici legati alla improvvisa ma netta sospensione adottata e che ha frantumato molte certezze di un movimento che vale circa 7 miliardi di dollari: «Le nostre entrate in sostanza sono scese a zero – ha detto Silver – ciò sta avendo un enorme impatto finanziario sul business delle squadre e sull’arena. Mentre questo virus è ovviamente un grave problema di salute pubblica, sta ovviamente toccando anche l’economia. Anche per questo valutare ogni ipotesi perché il campionato riprenda, in modo sicuro, è il nostro obbligo». Altro “lato debole”: i contratti dei giocatori. In questo senso è stato accolto con grande favore l’accordo sottoscritto nella giornata di venerdì tra la NBA e la NBPA, l’associazione che cura gli interessi dei giocatori. Secondo l’accordo raggiunto, sarà applicata la trattenuta del 25% della busta paga di ogni giocatore a partite dal 15 maggio. Una riduzione che risponde anche ad una situazione oggettiva e legata alle partite non giocate di regular season e play off. Eventuali aggiornamenti a tale accordo, come peraltro previsto dal Continental Basketball Association (il CBA, ovvero la struttura che regola il salary cup applicato ai giocatori) in caso di sospensione totale dell’attività.