Il 15 novembre l’Nba ha rilasciato la classifica attuale della corsa all’Mvp, inserendo al primo posto il centro dei Nuggets, il quale, grazie ad una serie di prestazioni clamorose, ha riportato il record di Denver in positivo. Appena dietro di lui Jayson Tatum, mentre rimane in top 5 Anthony Davis. E Donovan Mitchell?
Nikola Jokić
Dopo una partenza a singhiozzo, i Denver Nuggets si sono ripresi eccome dal torpore, andando a vincere sette delle ultime nove partite (7-5 il record). Gli infortuni di Murray e Gordon non hanno spaventato il Joker, che, pur avendo saltato l’ultima sfida contro Memphis per motivi personali, sta viaggiando ad una tripla doppia di media (29.7 punti, 13.7 rimbalzi e 11.7 assist). Senza dimenticare che, negli scontri diretti contro Dallas e OKC ha fatto registrare rispettivamente 37 punti, 18 rimbalzi, 15 assist e 23 punti, 20 rimbalzi e 16 assist. Il vincitore del premio di Mvp della passata stagione vuole guadagnarsi il back to back.
Jayson Tatum
Tutti hanno bene in mente la tripla di Tatum scoccata a fil di sirena per la vittoria nell’ultimo match dei suoi Boston Celtics ai danni dei Raptors al TD Garden (126-123 con il brivido al supplementare). La marcia vincente dei biancoverdi (11-3 il record attuale) sta proseguendo a gonfie vele, con l’ala dei Celtics autentico mattatore delle sfide fin qui giocate. Le sue medie recitano 29.7 punti, 7.9 rimbalzi e 5.9 assist, oltre ad un flert continuo, almeno nelle ultime uscite, con la tripla doppia, e oltre agli otto trentelli già realizzati in stagione. Insomma, Jayson Tatum c’è e sta convincendo, in attesa dello scontro al vertice in Emirates Nba Cup contro i Cleveland Cavaliers, in programma nella notte tra martedì e mercoledì.
Shai Gilgeous-Alexander
Il playmaker dei Thunder ha aperto la quarta settimana facendo registrare il suo career high, con una prestazione folle da 45 punti, 9 assist e 5 rubate contro i Los Angeles Clippers. OKC, pur senza veri centri di ruolo al momento (causa infortuni), è al secondo posto della Western Conference (11-3) e Shai sta viaggiando a medie interessanti in vista della corsa all’Mvp (27.9 punti, 5.5 rimbalzi e 6.2 assist), nonostante la sconfitta rimediata nello scorso turno contro una Dallas priva di Luka Dončić. Nell’Mvp Ladder stilato dall’Nba, l’esterno dei Thunder appare al quarto posto ed ora più che mai sta cercando di caricarsi la squadra sulle spalle visto l’infortunio occorso a Chet Holmgren.
Anthony Davis
L’avvio di stagione di Davis, in entrambe le metà campo, è stato fenomenale e, se nella preseason non veniva quasi considerato per la corsa all’Mvp, il numero 3 gialloviola sta facendo ricredere tutti a suon di canestri (31.1 punti di media), rimbalzi (11.2) e stoppate (1.9). I Lakers hanno un record di 9 vinte e 4 perse ed il merito, oltre che dell’eterno Lebron James (quasi tripla doppia di media), è proprio di Anthony Davis, un califfo del pitturato (e non solo). L’immagine che abbiamo davanti agli occhi è chiara: la rubata a Wembanyama nel sabato di Nba Cup, con conseguente contropiede e due punti facili, ci fa capire quanto Davis stia mettendo in campo tutto quello che ha. E se dovesse proseguire in questo modo, l’Nba non potrà che prenderlo in seria considerazione per il premio di Mvp finale.
Anthony Edwards
A chi citofonereste per vanificare una prestazione da 60 punti di un avversario e vincere una partita complicata? Noi sicuramente ad Ant-Man, il quale ci è riuscito, nella notte tra venerdì e sabato, nella gara vinta contro i Sacramento Kings. I T-Wolves, guidati dai 36 punti di Edwards (con annessa tripla del colpo di grazia), hanno sconfitto una Sacramento che ha potuto contare sul sessantello di Fox, letteralmente imprendibile nel corso della partita, anche se alla fine l’istinto da leader dell’esterno classe 2001 di Minnesota è venuto fuori ancora una volta. Ad ora, Edwards non è stato inserito nella top5 della corsa all’Mvp settimanale stilata dall’Nba, ma ha tutte le carte in regola per agguantare il premio (28.4 punti, 5.2 rimbalzi, 3.6 assist e 1.2 rubate di media), per quanto la concorrenza, come ricordiamo spesso, sia spietata.
Luka Dončić
Ha perso qualche posizione nella week 4 lo sloveno dei Mavs, anche se non abbiamo il minimo dubbio sul fatto che ritornerà in corsa in men che non si dica. Le sue due pigre difese contro i Jazz sono costate la partita ai suoi Mavs nella notte italiana di sabato, ma da buon compagno di squadra si è subito assunto la colpa in conferenza stampa, stemperando gli animi con grande maturità. La contusione al ginocchio gli è costata la sfida contro i Thunder, in cui, purtroppo, non abbiamo potuto assistere alla sfida tra Mvp con Shai: insomma, una settimana complicata per Dončić, così come per Dallas, che ha perso 4 delle ultime 5 partite giocate e che attualmente ha un record di 7-7.
Giannis Antetokounmpo
Un capitolo a parte merita il greco dei Bucks, il quale è più che da solo sull’isola in questo avvio di stagione. Milwaukee ha iniziato nel peggiore dei modi, perdendo 9 delle 13 gare giocate, l’ultima anche con un fischio dubbio che ha portato ai due liberi (segnati) da LaMelo Ball, il quale ha regalato alla sua Charlotte il successo. In questo disastrato contesto, in cui viene messo in seria discussione coach Doc Rivers, Giannis sta continuando a predicare nel deserto, come dimostrano i 50 punti segnati nella vittoria all’overtime contro Detroit e i 32.3 punti di media realizzati (conditi da 12.3 rimbalzi, 6.1 assist e 1.4 stoppate) nelle prime 13 gare. È chiaro che, se l’annata dei Bucks dovesse risultare fallimentare, Giannis non sarà preso con tutta probabilità in lizza per il premio di Mvp, “rovinando” una sua eccezionale stagione individuale.
E Donovan Mitchell?
L’Nba ha inserito il nome di Mitchell in nona posizione in questa speciale classifica settimanale. La guardia dei Cavs è stato il trascinatore in questo inizio di annata indimenticabile (15 vinte e 0 perse), producendo 24.6 punti, 4.4 rimbalzi, 4.1 assist e 1.5 rubate di media. Quattro sono i trentelli raggiunti da Mitchell a livello realizzativo nelle prime 15 gare giocate dalla sua Cleveland, numeri che non passano ovviamente inosservati: a differenza di Giannis, l’ex giocatore di Utah è sicuramente proiettato nella corsa all’Mvp anche grazie al fantastico record di squadra, ma attenzione a sottovalutarlo perché le sorprese sono sempre dietro l’angolo.