Le NBA Finals si spostano sulla costa orientale degli Stati Uniti e i Boston Celtics approfittano brillantemente del fattore campo in gara-3, vincendo 116-100 contro i Golden State Warriors e portandosi sul 2-1 nella serie al meglio delle sette partite, con un’altra gara da giocare in casa tra venerdì e sabato.
Al TD Garden di Boston, Massachusetts, i biancoverdi allenati da Ime Udoka partono meglio e, nonostante un Jayson Tatum inizialmente un po’ impreciso (pesa il problema alla spalla), volano sulle ali di Jaylen Brown e Marcus Smart fino al 54-36 che il tabellone segna a sei minuti e mezzo dal termine del secondo periodo. Piombati a quasi venti punti di svantaggio, però, gli uomini di Steve Kerr hanno un sussulto d’orgoglio e iniziano a macinare gioco e punti: a guidare la riscossa, immancabilmente, sono Steph Curry e il ‘gemello’ Klay Thompson, che a fine partita metteranno assieme 56 punti complessivi (31 il primo, 25 il secondo) e sono i principali protagonisti del parziale di 47-28 (fra secondo e terzo periodo) che porta i californiani inaspettatamente avanti di un punto, sull’83-82, quando Steph firma una tripla vincente a 3:45 dall’ultimo mini-intervallo.
L’energia degli Warriors, però, si esaurisce sostanzialmente lì: Curry firma da lì in avanti appena altri 4 punti – e spaventa inoltre i suoi compagni e lo staff di Golden State quando, nel tentativo di contestare una palla vagante, sembra farsi male nel finale di partita -, Thompson resta a secco nell’ultimo periodo, Andrew Wiggins non va oltre una prestazione da 18 punti con 1/6 da tre e soprattutto Draymond Green fa più falli (6) che punti (appena 2), aumentando i dubbi su di lui dopo un’altrettanto anonima gara-1 e una gara-2 appena migliore dal punto di vista realizzativo. In questa serie finale, Green non è mai arrivato in doppia cifra alla voce punti.
Ad approfittarne, in un ultimo periodo dal parziale di 23-11, è dunque Boston, trascinata da un Tatum capace di chiudere a quota 27 punti e 9 rimbalzi, dai 26 con 9 assist di Brown e dalla prestazione di Smart che, pur collezionando 5 palle perse (è il peggiore di serata, tra le due squadre, nella particolare statistica), contribuisce al successo mettendo a referto 24 punti, 7 rimbalzi e 5 assist.
Alla sirena sono dunque i Celtics ad esultare per il successo e per un 2-1 fondamentale nella rincorsa a quello che, se arrivasse, sarebbe il titolo numero 18 nella storia della franchigia, il primo in quattordici anni.
Golden State, al netto delle condizioni fisiche di Curry, può affidarsi a un precedente recentissimo per sperare nel ribaltone: nelle Finals del 2021, infatti, i Milwaukee Bucks si ritrovarono sotto addirittura 2-0 contro Phoenix, prima di vincere quattro partite di fila e conquistare il titolo della Lega di pallacanestro più ricca e importante al mondo.
Anche se, per continuare a sognare, i californiani avranno necessità di ribaltare il fattore campo vincendo gara-4, sempre in trasferta: un obiettivo non impossibile ma, vista la solidità di questi Celtics, davvero complicato.