Manca sempre meno alla finale di Western Conference. A meno di tre anni di distanza, Lakers e Nuggets si affronteranno nuovamente, ciò a dimostrazione del livello di eccellenza di queste due franchigie che, seppur in modo diverso, hanno portato avanti con successo progetti ambiziosi.
Los Angeles ha iniziato questi playoff da settima, tuttavia, questo non le ha precluso una performance sin qui da prima della classe. LeBron e compagni hanno prima archiviato la pratica Memphis, cappeggiati da Ja Morant, poi hanno espugnato Golden State a gara 6. I Warriors, potenziali candidati vincitori per la finale di Western Conference, nulla hanno potuto contro la capacità realizzativa dei gialloviola e al duo James-Davis che ha surclassato la classe e i punti di Steph Curry, l’aggressività agonistica e non di Draymond Green e la capacità di aprire il campo di Klay Thompson.
Tutt’altra la situazione di partenza di Denver. La squadra del Colorado si è presentata ai playoff dopo essersi piazzata prima in classifica ad ovest nel corso della Regular Season. I Nuggets hanno agevolmente superato Minnesota al primo round, dando prova di continuità rispetto a quanto visto in stagione. Successivamente hanno affrontato Phoenix, compagine di tutto rispetto che nonostante i vari problemi societari, ha trovato il proprio stato di grazia. Questo, soprattutto grazie all’arrivo di Kevin Durant che, da fuoriclasse qual è, ha trascinato finché ha potuto i Suns. Tuttavia, KD non è riuscito a trascinare i suoi in finale di Western Conference.
C’è un dato interessante che riguarda le finali di Conference, sia est che ovest. In fondo alla competizione, sono arrivate le stesse quattro squadre del 2020, perciò Lakers e Nuggets da una parte, Heat e Celtics dall’altra. Il 2020, come ben noto, è stato l’anno che ha sconvolto la vita di tutti a causa della pandemia ed in quell’occasione i playoff vennero disputati nella cosiddetta “bolla” di Orlando.
Los Angeles Lakers: la squadra che non tramonta mai
La regular season dei Lakers è stata un rollercoaster caratterizzata da picchi altissimi e cadute libere. Tanto che ad un certo pure sembrava persino improbabile la loro partecipazione ai playoff. Ad essere difficoltosi parevano essere l’equilibrio mentale e la gestione della partita e lampante da questo punto di vista è stato significativo il match contro Indiana Pacers, durante il quale Los Angeles si è fatta rimontare di ben 17 punti. Record negativo per LeBron a cui era già capitato un episodio simile ai tempi di Cleveland.
Parlando di record, stavolta in positivo, non si può non citare il record di King James. Nella notte italiana tra il 7 e l’8 febbraio 2023 LeBron è diventato il miglior marcatore di tutti i tempi della NBA, superando i 38387 punti messi a segno da Kareem Abdul Jabbar in carriera.
Tuttavia, al netto dei record e della stagione altalenante, quando i Lakers si sono ritrovati ai playoff hanno risposto presente e dato prova di essere una grande squadra, di quelle che non devono mai essere considerate come spacciate, perché è proprio in quei momenti che mostrano la loro superiorità.
In gara 6 contro Golden State, Los Angeles ha dato prova di compattezza e tanto il quintetto titolare quanto le riserve si sono dimostrate all’altezza della sfida. Uno su tutti LeBron James che, a 39 anni, ha messo a segno a 30 punti, 9 assist e 9 rimbalzi e a livello realizzato è stato inferiore solo alla punta di diamante dei Warriors: Steph Curry. Altro giocatore fondamentale dei Lakers è sicuramente Antony Davis. Grazie a lui la squadra ha guadagnato maggiore solidità e visione di gioco che associati ai numeri messi a referto dal Choosen One promettono spettacolo in vista della finale.
A tenere gli appassionati con il fiato sospeso, è anche l’altra finale, quella che si giocherà ad est. Le due franchigie coinvolte sono Miami e Boston e se i Celtics dovessero vincere, l’atto finale sarebbe un ritorno alla rivalità storica tra Lakers e il team di Massachusetts.
Denver Nuggets: la coesione come punto di forza
La stagione di Denver è stata abbastanza costante, tanto da valergli il primo posto ad ovest.
Questo grazie soprattutto ad un immenso Jokic che pur non avendo vinto l’MVP per il terzo anno consecutivo, si è rivelato decisivo per la conquista della finale. Virali i video nei quale viene ripreso con le braccia graffiate, risultato di un goffo tentativo delle difese avversarie di minimizzare il suo contributo in partita. Decisivo tanto in attacco quanto in difesa, sarà il nemico numero uno per la retroguardia di Los Angeles.
In gara 6 contro Phoenix, Nikola Jokic ha messo a referto 32 punti, 12 assist e 10 rimbalzi in 38 minuti giocati. Pertanto, il serbo coadiuvato daMurray e Caldwell-Pope, ha permesso ai suoi di chiudere la serie con i Suns per 4-2 e nell’ultimo match sono riuscire a chiudere il quarto quarto a +25.
Il match tra Nuggets e Lakers sarà una sfida dove chi avrà i nervi saldi e saprà avere una visione di squadra avrà la meglio. Il serbo è il maestro della tripla doppia, grazie alle quale riesce ad anelare in media 10 punti e 10 assist a partita. Tuttavia, a fare la differenza è la visione d’insieme e la coesione mostrata fin qui da tutti i giocatori che invece a tratti manca a Los Angeles.