Già da un paio d’anni almeno, il gap che divideva la Western dalla Eastern Conference, sembra essere stato definitivamente colmato. Si sentivano spesso i lamenti e i mormorii da parte dei detrattori di Lebron James, all’urlo di “eh, facile vincere a Est, che provi a farlo a Ovest“.
Accontentati lor signori, con il primo anello conquistato con i Los Angeles Lakers, buona parte dei campioni che per anni hanno fatto fuoco e fiamme nella Western Conference, sono passati ad altra vita, facendo la felicità, più o meno, delle franchigie che li hanno accolti al suono di campane scintillanti.
È stato il caso, tra gli altri, di Durant, Harden e Westbrook, quest’ultimo, peraltro, rientrato a Ovest.
Per tutti questi motivi, e per altri che andremo a scoprire paragrafo dopo paragrafo, il bandolo della matassa della Western Conference è di difficile soluzione, ma noi siamo ostinati e ci proviamo ugualmente, partendo dalle favorite per il titolo.
Jazz, Lakers e Suns, una poltrona per tre
Sono tanti gli osservatori che, durante la off season che sta per terminare e lasciare il passo alla prima palla a due che verrà sollevata il prossimo 19 ottobre, hanno provato a formulare dei pronostici riguardanti la prossima regular season, segnatamente per la Costa Occidentale, ma sono sostanzialmente tre le squadre che tornano quasi sempre, se si vuole parlare delle candidate alle Finali di Conference, Utah Jazz, Los Angeles Lakers e Phoenix Suns.
Partiamo dalla ormai eterna incompiuta e quasi perfetta macchina da guerra del visionario allenatore Quin Snyder. Gli Utah Jazz hanno dimostrato ormai da anni di essere una delle 4 squadre della Lega che interpreta meglio il basket moderno, giocando, caso più unico che raro, con un centro, Rudy Gobert, che poco ha a che spartire con i suoi pari ruolo contemporanei, perla rara di un posizionamento in campo che ormai sembra destinato a scomparire.
La dimostrazione che il basket non è una scienza esatta, ce la forniscono proprio i mormoni, visto che il morboso e pedissequo uso del “pick & roll“, di cui il lungo francese è protagonista assoluto, apre il campo ai celestiali tiratori dal perimetro che nella scorsa stagione hanno tradito in pochissime occasioni.
Il problema dei Jazz in post season è ormai qualcosa di atavico, ma gli infortuni di Conley e Mitchell hanno probabilmente pregiudicato il percorso di Ingles e compagni verso la Finale di Conference. Questa estate sono arrivati Rudy Gay e Hassan Whiteside in luogo di Niang e Favors e la storia si ripete. Favoriti per confermare il primo posto in Regular Season della passata stagione.
Los Angeles sponda Lakers sembra una specie di parata di stelle, visto che agli assi Lebron James e Anthony Davis, sono stati affiancati Russell Westbrook, Carmelo Anthony e Dwight Howard, un quintetto da far tremare i polsi a tutti quanti, se solo Vogel riuscisse a far convivere tutte queste stelle dentro ad un campo.
Melo e SuperMan partiranno con ogni probabilità dalla panchina, ma era proprio questo il fine dello staff tecnico dei giallo-viola, provare ad allungare le rotazioni per sgravare Lebron da buona parte dei suoi infiniti compiti e non presentarlo alla frutta dopo l’All Star Game.
A tal proposito torna a Los Angeles anche Rajon Rondo, anch’egli in odore di 2nd Unit, ma pronto a regalare sprazzi di classe, ma soprattutto assist, per lasciare qualche minuto di riposo in più al quintetto titolare. Ci sono dubbi sulla convivenza tra James, Davis e Westbrook, ma il bello sarà proprio capire come tre campioni di questo calibro riusciranno a dividere il pallone in tre parti.
La spettacolare ultima parte di stagione di un paio di anni fa, quella della famigerata bolla di Orlando, fu marchiata da un sigillo indelebile, quello delle 8 vittorie consecutive dei Phoenix Suns, che mancarono i Play Off per un non nulla, traditi da una parte iniziale di stagione non certo esaltante. Quel ciclo di vittorie ha però avuto un importante seguito durante la season successiva, quando i Suns sono riusciti a mettere le mani sulle Finals, sconfitti solo dai Bucks.
Phoenix ha sostanzialmente mantenuto l’ossatura della passata stagione, sfruttando la possibilità di mantenere alcuni giocatori giovani a roster, specificatamente DeAndre Ayton e Mikal Bridges con un contratto tutto sommato contenuto, per accontentare Chris Paul che proverà a riportare in alto la squadra dell’Arizona. Un anno di maturazione in più anche per uno degli All Stars più forti della Lega, Devin Booker. Con Cameron Payne i Suns possono aspirare a ripetere i fasti della season precedente e venderanno carissima la pelle, soprattutto perché Chris Paul vorrebbe abbandonare il basket con un anello al dito.
Sorprese & Co.
A San Francisco cominciano invece a preparare le bandierine di ben tornato per quello che è visto come una sorta di uomo della Provvidenza che liberi definitivamente la potenza esplosiva di Steph Curry e torni a regalare lo splendore degli anni passati al gioco dei Warriors, Klay Thompson.
Non sarà facile, certo, ma l’altra metà degli Splash Brothers manca ormai da troppo tempo per dare giudizi affrettati su una nuova stagione senza playoff da parte della squadra guidata da Kerr, visto che l’anno scorso furono eliminati solo ai Play-In.
L’ennesima beffa di una finals mancata da parte dell’altra metà di Los Angeles, si è compiuta in modo doloroso anche al termine della scorsa stagione, quando i Clippers si sono dovuti arrendere in Finale di Conference per le note vicende legate all’infortunio di Kawhi Leonard. Ancora oggi il problema persiste e non sono pochi i rumors che danno il nativo di Los Angeles fuori addirittura per tutta la stagione che si sta per aprire. Se l’anno scorso Paul George diventò il “Go-To-Guy” per eccellenza di tutte le serie Play Off dei Clips, quest’anno sembra abbastanza difficile che il miracolo si possa ripetere per tutte le 82 partite di Regular Season.
Discorso simile per i Nuggets, che dovranno fare a meno per buona parte della stagione della loro stella Jamal Murray, una sorta di maledizione per Denver, che continua a cominciare le stagioni tra le favorite, per poi perdere i pezzi quando le cose si fanno interessanti.
Anche qui, il discorso fatto per PG vale per Nikola Jokic, che dovrà tirare la carretta per la prima metà della stagione, almeno fino a quando non tornerà disponibile il costruttore massimo del gioco dei Nuggets. Da quel momento in poi capiremo quale sarà il vero obiettivo della squadra del Colorado.
Contratto leggendario per l’altra vera stella europea che da qualche anno sta imperversando in NBA, quel Luka Doncic in odore di santità, determinato a mettere a ferro e fuoco la regular season per trovare un posto al sole nei play off. Reggie Bullock e Sterling Brown sono le novità nel ruolo di Ala, in attesa che la rinascita di Kristaps Porzingis avvenga finalmente nel migliore dei modi.
Un gradino sotto
Non è stata una gran stagione precedente quella di Portland, che cerca di rinverdire i fasti di un tempo, riproponendo il duo delle meraviglie McCollum/Lillard, anche se i due sono stati al centro di una ridda di voci di mercato che li vedevano in partenza per le destinazioni più disparate.
In particolare, Lillard avrebbe chiesto a più riprese di poter giocare per un’altra franchigia, anche in virtù di un mercato non esattamente sconvolgente, che vede partire i Blazers nella seconda fascia tra le squadre che aspirano a centrare i play off. È giusto ricordare, però, che anche in questo caso gli infortuni non hanno dato una grossa mano, visto che proprio McCollum e Nurkic hanno dovuto saltare buona parte della scorsa stagione. Stando così le cose, le possibilità di Portland sono comunque ridotte al lumicino.
La sign and trade di Devonte’ Graham e Tomas Satoransky, non convince più di tanto nemmeno in casa Pelicans. Perso un elemento fondamentale come Lonzo Ball volato a Chicago, New Orleans non sembra una delle più serie candidate per provare a inserirsi nella lotta di chi porterà a casa almeno la Finale di Conference.
Tutte le speranze sono riposte sul nuovo capo allenatore, Willie Green, che dovrà finalmente mettere nelle giuste condizioni l’unica stella rimasta in squadra, Zion Williamson, intorno ai quali proveranno a darsi da fare Brandon Ingram e Jonas Valanciunas, quest’ultimo in arrivo da Memphis.
E proprio con Memphis chiudiamo il lotto delle squadre che, a nostro parere, lotteranno per un posto nella post season. Perso il centrone lituano sostituito da Steven Adams, ai Grizzlies non rimane che fare affidamento al talentuoso grillo parlante Jaren Jackson Jr., finalmente a posto per iniziare una stagione che lo dovrebbe vedere protagonista.
Ja Morant, però, è la vera stella della squadra che dovrebbe fornire a Memphis quella qualità e soprattutto quei punti, che saranno necessari per raggiungere quanto meno i Play In, vero obiettivo della squadra allenata da Taylor Jenkins.