Decisione a sorpresa o forse no: i Brooklyn Nets hanno affidato la propria panchina a Steve Nash, pluri-campione NBA ma ancora a secco di panchine da quando si è interrotta la sua avventura sui parquet americani. Una mossa alla Pirlo
Prima è stato Adrian Wojnarowski, rinomato giornalista di ESPN, a sganciare la bomba ma poco dopo è arrivata anche l’ufficialità: Steve Nash, playmaker canadese ex Dallas e Phoenix con 19 anni in NBA con ultima tappa a Los Angeles in maglia Lakers e 2 volte MVP, è diventato il nuovo allenatore dei Brooklyn Nets dopo che Jacque Vaughn aveva guidato la squadra ad interim dopo il lockdown prima dell’eliminazione al primo turno in maniera netta per mano di Toronto campione in carica. La dirigenza dei Nets aveva in mano varie opzioni con Popovich, tecnico di San Antonio, tra i profili più caldi prima della virata su Nash, un leader in campo ma alle prime armi da head coach.
La scelta di Nash ha diviso l’opinione pubblica tra chi caldeggia l’aver puntato su uno dei più grandi di sempre nel ruolo di playmaker – 7 volte è stato inserito nei 3 quintetti NBA dell’anno e ha partecipato anche ad 8 All star game – e chi invece critica tale decisione, considerando irrazionale aver affidato un ruolo così importante ad un profilo senza esperienza, tralasciando nomi più esperti a discapito di un debuttante che conoscerà sicuramente tante sfaccettature da giocatore ma che è un neofita da allenatore. Una scelta che assomiglia tanto a quella fatta dalla Juventus con Andrea Pirlo al posto di Maurizio Sarri: la dirigenza bianconera avrebbe potuto puntare su altri profili – il nome più caldo in tal senso era Pochettino oltre ai più difficili Zidane, Deschamps e Simone Inzaghi – ma Agnelli & Co. hanno preferito optare sull’uomo di casa, quella certezza da giocatore che avrà l’arduo compito di trasmettere mentalità vincente ai giocatori e, al contempo, farsi rispettare e far rispettare le proprie idee. Proprio quello che dovrà fare Steve Nash che, come Pirlo, avrà a disposizione una rosa forte (Irving e Durant sono le stelle come Cristiano Ronaldo e Dybala) ma anche un mix tra esperti e giovani che dovranno essere gestiti in maniera perfetta per portare subito a buoni risultati. Anche perché il rischio di toppare c’è e il primo momento no, che inevitabilmente capiterà nella stagione, sarà la cartina tornasole per capire se le scelte originali siano state anche vincenti oppure no.