Quella che andiamo a raccontare è una storia dell’arte, sì, come la materia che si studia a scuola. Protagonista dell’analisi però non è un quadro né una scultura, bensì una palestra, o almeno questa è una delle funzioni che questo storico edificio ha avuto in passato. La Misericordia di Venezia è una delle nove Scuole Grandi della Repubblica marinara, luogo oggi adibito ad eventi legati all’arte o manifestazioni durante il periodo di Carnevale, che un tempo fu il campo di gioco della Reyer Venezia per circa 50 anni, dal 1925 al 1976.
Edificio del ‘500 progettato da Jacopo Sansovino situato nel sestriere di Cannaregio alla confluenza tra Rio della Misericordia e Rio di Noale, la Scuola Nuova di Santa Maria della Misericordia, questo il nome completo, è un complesso a due piani che tanto assomiglia a una chiesa ad ampie campate, oggi restaurato e riqualificato come spazio polifunzionale. Una volta qui dentro la squadra di basket della città ci vinceva trofei e faceva impazzire il pubblico: due gli scudetti conquistati al cospetto degli affreschi, attribuiti alla scuola del Veronese e raffiguranti i dodici profeti maggiori.
La storia
Il termine Scuola a Venezia indicava una sorta di confraternita, laica o religiosa, che al tempo aveva un ruolo chiave all’interno del tessuto sociale, politico e religioso della Serenissima. Non si occupavano solo di opere di carità, ma costituivano un sistema di sostegno economico e di mutua assistenza ai cittadini. Le più importanti erano le nove Scuole Grandi, a cui partecipavano le istituzione della città e la Misericordia era di queste: una realtà così facoltosa che poté permettersi una nuova e più grande sede al posto dell’originaria, costruita nel 1308 in Campo dell’Abbazia.
Il compito fu affidato all’architetto toscano Jacopo Sansovino, da non confondere con il suo maestro, l’altro Sansovino (Andrea Contucci), che ottenne il progetto per la Misericordia sostenuto dal doge Andrea Gritti, promotore di un programma di rinnovamento architettonico dell’intera città. Lavori iniziati nel 1532 e finiti nel 1583, oltre 10 anni dopo la morte dell’artista, per una Scuola che rimase attiva fino al 1806, quando venne soppressa durante la dominazione napoleonica in Italia e destinata a funzione militare.
Lo sport nella Misericordia
La storia di quando, come e perché fu costruito l’edificio è la base, ma la parte per noi interessante arriva adesso. Dopo essere stata infatti alloggio per soldati, magazzino e archivio statale, a fine ‘800 la Misericordia iniziò a ospitare attività sportive, nell’epoca in cui fiorirono le moderne discipline, soprattutto al piano superiore dove l’assenza delle enormi colonne consentiva agli atleti di non avere strutture d’intralcio.
Nel 1872 nacque la Società Veneziana di Ginnastica Costantino Reyer, che iniziò a utilizzare la Misericordia nel 1914 con le proprie attività: ginnastica, lotta e pugilato, con il basket che aprì la propria sezione nel 1925 e divenne presto l’attività prevalente. Le partite si giocavano in un campo di bitume fino al 1954, poi venne posato il parquet, circondato da tribune in legno. Qui la Reyer vinse lo scudetto nel 1942 e 43, primeggiando anche l’anno successivo quando però il campionato non fu omologato per via del conflitto bellico. Nel 1946 anche la sezione femminile divenne campione. La cosa però che colpiva maggiormente (e lo fa ancora nel rivedere le immagini di allora), è la quantità di gente che gremiva le piccole tribune, predisposte per circa 1000 persone e costantemente occupate da almeno 1500. Divenne il fortino della formazione cestistica di quegli anni, oltre che un posto che ancora oggi fa respirare un’atmosfera magica al pensiero che lì dentro, compressi ma circondati dalla bellezza dell’arte, si potesse disputare una partita di pallacanestro.
La Reyer è stata ospite della Misericordia fino al 1974, quando le norme sulla capienza degli impianti costrinsero la società a spostarsi al palazzetto dell’Arsenale. Grazie a deroghe il club riuscì a tornarvi più volte per altri due anni, con le squadre giovanili che hanno giocato li fino al 1989. Fu definitivamente chiusa nel 1991, per poi essere recuperata, dopo una lunga dismissione, nel 2016 e utilizzata solo – da parte della Reyer – per servizi televisivi o attività promozionali/mediatiche.
Un tempio senza tempo
Tra tutte le palestre vintage del nostro Paese – ma potremmo serenamente dire del Mondo -, la Misericordia è senza dubbio la prima della classe: un luogo che rendeva unico il basket perché giocato tra pitture pregiatissime, soffitti a capriate, capitelli scolpiti e finestroni ad arco, con una pavimentazione che trasuda storia ad ogni listello. Un luogo che, in occasione delle partite casalinghe, si trasformava in un fortino inespugnabile in cui la Reyer perse poche volte, sfruttando al meglio la vicinanza al pubblico.
Quel migliaio abbondante di persone che potevano starci, stipate in ogni dove, trasformavano il campo in un catino, facendolo diventare un vero e proprio fattore determinante. Qui dentro, sentire il fiato sul collo dei tifosi, era realistico!
Oggi, purtroppo, alla Misericordia non si gioca più a basket, ma in quello che fu un tempio della palla a spicchi riecheggiano ancora fortissimi il suono del pallone e quello delle grida del pubblico, che ha reso questo luogo “La palestra più bella del Mondo e… di sempre”.