Le migliori squadre NBA vengono spesso ricordate più che per il roster completo e per il proprio quintetto, soprattutto per l’asse portante della squadra.
L’asse al quale ci riferiamo è stato quasi sempre rappresentato dai tre giocatori più in vista della squadra, quelli che, storicamente, hanno originato la dicitura di “Big-Three”.
Probabilmente è piuttosto difficile stilare una classifica che ci aiuti a capire quali siano stati, in ordine gerarchico, i Big-Three più forti della storia.
Più facile è ricordare quali, tra questi, hanno fatto le fortune delle loro rispettive franchigie.
Proviamoci.
Kobe, Shaquille e Fisher
Tutti quanti i nostri lettori, c’è da scommetterci, ricorderanno la carriera di Kobe Bryant, la cui tragica fine ha squarciato l’anima e il cuore degli appassionati di sport in tutto il mondo.
Ma la dinastia Lakers con la quale Kobe ha segnato la sua carriera che è culminata con la bellezza di 5 titoli NBA, va condivisa con un supporting cast molto spesso all’altezza della situazione.
Scegliamo quello condiviso con Shaquille O’Neal e “il venerabile maestro” Derek Fisher.
Di quei titoli, questi memorabili campioni, ne hanno conquistato insieme ben 3, ai quali va aggiunta una finale.
Correva più o meno l’inizio del nuovo millennio, quando lo strapotere fisico di Shaq, insignito anche di un titolo MVP, la sagacia tecnica di Kobe e la materia cerebrale proposto di Fisher, erano un vero e proprio spauracchio degli avversari di quel tempo, già abbastanza strapazzati dalla squadra dei sogni del decennio precedente, i Chicago Bulls di Michael Jordan.
Jordan, Pippen, Rodman
E di quel team scegliamo i tre ragazzi più conosciuti di fine millennio, Michael Jordan, Scottie Pippen e Dennis Rodman.
È opinione di moltissimi addetti ai lavori che Jordan sia stato il giocatore più forte di tutti i tempi, titolo che in tanti provano a mettere in discussione, vista la quantità di materiale a disposizione.
I tre giocarono insieme dal 1996 al 1998 e anche in questo caso tre furono gli anelli messi al dito da questi signori.
Senza stare qui a decantare le solite lodi di MJ, giova ricordare la presenza di Pippen, miglior difensore perimetrale della storia e del “Verme”, Dennis Rodman, probabilmente il miglior rimbalzista della storia di questo gioco.
Johnson, Worthy, Jabbar
Tra le altre caratteristiche di un trio così performante come quello formato da Magic Johnson, James Worthy e Kareem Abdul-Jabbar, c’è quella che non tutti gli altri Big Three della storia possono vantare, la longevità.
Play, Ala e Centro dei Lakers più forti della storia, rimasero insieme per qualcosa come 7 anni, regalando ai gialloviola tre titoli.
I Lakers di quegli anni centrarono otto Finals dal 1980 al 1989 e furono marchiati dalla regia impeccabile di Magic, dalle transizioni di James Worthy e dal centro più forte della storia, inventore dell’iconico gancio-cielo, il tiro meno marcabile da quando è stata inventata la pallacanestro.
Volete trovare un difetto a questo trio? Bene, sappiate che Worthy completò il terzetto da rookie solo nel 1982, quando Kareem aveva già 35 anni…
Duncan, Parker, Ginobili
Non si è mai capito bene se Popovich abbia fatto le fortune dei Big Three meno americani della storia, oppure se sia avvenuto esattamente il contrario.
Manu Ginobili, Argentina, Tony Parker, Francia e Tim Duncan, nativo dei Caraibi, segnatamente nelle Isole Vergini che sembrano tutto tranne un territorio facente parte degli USA, sono stati amalgamati a meraviglia da quel coach visionario che risponde al nome di Gregg Popovich.
I tre, che hanno avuto la fortuna di essersi incontrati più o meno alla stessa età in quel di San Antonio, solo Parker aveva qualche anno in meno, sono diventati per tanto tempo l’emblema del sacrificio unito al talento e alla voglia di allenarsi.
Sono state ben 14 le stagioni passate in Texas, per altrettante apparizioni ai PlayOff, nove titoli di Division, cinque titoli di Conference e 4 titoli NBA.
Insieme hanno centrato qualcosa come 575 vittorie in regular season, contro le 126 sconfitte, record difficilmente avvicinabile in un momento storico, quello che stiamo attraversando, in cui i giocatori cambiano squadra di appartenenza con sempre maggiore frequenza.
Bird, McHale, Parish
Chi ha qualche capello bianco in più, invece, ricorderà le gesta di una delle squadre più forti del decennio che va dal 1980 al 1990.
Questo terzetto viene considerato come uno tra i più pericolosi attacchi della storia della NBA, visto che Larry Bird, Robert Parish e Kevin McHale, hanno conquistato qualcosa come 5 finals e tre titoli.
Larry Bird è stato l’unico giocatore della storia a conquistare tre titoli consecutivi di MVP e si gioca insieme a Lebron James il ruolo di migliore ala piccola della storia del basket professionistico americano.
McHale fu un difensore clamoroso e buona parte del merito dei successi dei Celtics dell’epoca, gli va riconosciuto al pari di Pippen coi Bulls.
Parish fu un faticatore delle aree come pochi se ne sono visti e anche difensivamente garantiva un impatto con centri ben più fisicamente forniti rispetto a lui.
Curry, Thompson, Durant
Sono stati probabilmente il tempo e la sfortuna ad averci privato di un trio leggendario che avrebbe potuto dominare il parquet per un numero di stagioni elevatissimo.
Stephen Curry, guardia dai valori tecnici incredibili e una velocità di esecuzione che ancora non si era vista in NBA, Klay Thompson, storicamente fratellino di Steph, sfortunatissimo possessore di quello che in tanti credono essere stato il rilascio più poetico della storia e Kevin Durant, l’attaccante più completo degli ultimi anni, si sono regalati 2 anelli, rimanendo 3 anni insieme ai Warriors, dal 2017 al 2019.
Thompson è stato tormentato nelle ultime due stagioni da infortuni che ne hanno decimato presenze e possibilità di dare una mano alla causa, ma la partenza di Durant verso lidi più ricchi e appetitosi, è stata la causa maggiore della loro divisione.
James, Bosh, Wade
A Lebron James, Chris Bosh e Dwyane Wade, va invece dato il merito di aver originato il termine etimologico di “Big-Three”, seppur postumo, visti i terzetti che vi abbiamo proposto fin qui.
Protagonisti di alcune stagioni memorabili a Miami, i tre cominciarono a giocare uno con l’altro quando Lebron James e Chris Bosh si unirono a Wade nel 2010, per poi rimanere insieme per ben 4 anni.
La maggior parte del merito, inutile negarlo, va a James, in quegli anni probabilmente al massimo della sua esplosione fisica che gli valse due dei suoi 4 titoli MVP per la regular season ed è considerato come uno dei tre giocatori più forti di tutti i tempi.
Wade è stato il compagno perfetto di Lebron e sono indimenticabili alcuni degli assist che i due si sono scambiati durante i 4 anni insieme.
Dei tre il più sacrificato è stato certamente Bosh, che, nonostante una classe che lo avrebbe portato ad una carriera ben più remunerativa, ha rivestito spesso il ruolo di comprimario, seppur necessario per le vittorie degli Heat di quegli anni. I problemi di salute che fecero capo ai coaguli del sangue, gli imposero le ultime tre stagioni che definire travagliate è un eufemismo, prima del suo ritiro definitivo.