Insieme al PSN AWARDS 2021 che ci siamo divertiti a proporvi per quanto riguarda la NBA, completiamo il corner dedicato alla pallacanestro, andando a dare uno sguardo a quello che è successo nella massima manifestazione europea riservata ai club, l’Eurolega.
La scorsa stagione l’EFES Anadolu è emersa al termine di una stagione che definire travagliata è un eufemismo, alle prese fin dai primi mesi con la difficilissima situazione legata al COVID.
Gli attuali chiari di luna non portano buone novelle e Milano, proprio quando usciamo con questo pezzo è la squadra che, insieme al Real Madrid, sta attraversando le maggiori difficoltà alla luce di un numero di contagiati che supera di gran lunga gli otto effettivi minimi utili per poter scendere in campo.
Ma questa è una dinamica che per il momento non vogliamo affrontare, visto che il focus fa capo ai PSN AWARDS, la nostra rubrica di fine anno che mira a scovare i migliori giocatori ed allenatori dell’anno solare.
Così come abbiamo fatto per il pezzo sulla NBA, anche per la Euroleague abbiamo deciso di suddividere i giocatori per ruolo, con una piccola differenza, quella per cui, invece di distinguerli per PG-SG,SmF-ShF-C, per l’Eurolega, in virtù della minore quantità di giocatori impegnati nella manifestazione, faremo una cosa molto più semplice: li suddivideremo per Guardie, Ali e un Centro, più il sesto uomo e il coach dell’anno.
Guardia 1: Shane Larkin
La stagione della consacrazione della Guardia dei Campioni d’Europa dell’EFES, è stata quella precedente rispetto alla trionfale che si è conclusa alla vigilia dell’estate 2021. “Inshane” ha ancora una volta messo in atto il suo show preferito, quello di mettere a soqquadro la maggior parte delle partite, soprattutto quelle più importanti, nel momento topico della stagione, quando, coi suoi compagni di squadra, ha piazzato un parziale di 16 vinte e due perse che ha permesso all’Anadolu di avere il vantaggio in casa nei playoff.
Durante queste partite Larkin ha tirato con un irreale 49% al tiro da 3 e 17 punti a match, in una squadra dove non mancava, e lo vedremo, la concorrenza, anche nel suo stesso reparto. La capacità della Guardia americana di Cincinnati, di performare nei momenti topici della stagione, è stata confermata anche e soprattutto nella partita decisiva contro l’altra finalista, il Barcellona di Mirotic, quando mise a referto un totale di 21 punti.
Guardia 2: Vasilije Micić
State leggendo benissimo, non è un errore. L’altra guardia fa parte dello stesso team che ha sbaragliato il campo nella scorsa stagione, l’EFES. Non potevamo tagliare fuori l’MVP della scorsa stagione solo perché il suo compagno di reparto, se di reparti possiamo ancora parlare in questo periodo storico del basket internazionale, è l’altra Guardia scelta per questi PSN AWARDS.
Se Larkin ha fatto benissimo per la sua squadra, Micic ha fatto ancora meglio, risultando il migliore della sua squadra per punti segnati per partita, 16,3 e per assist, quasi 5 di media per match. Il suo status di MVP della stagione 2020/21, non è più stato messo in discussione dopo le clamorose prestazioni durante la drammatica serie contro il Real Madrid, che ha riportato l’EFES alle Final Four.
Ala 1: Nikola Mirotic
Anche in questo caso pochissimi dubbi per scegliere una delle due ali. Il montenegrino Mirotic, rientrato in Europa dopo le scorribande agrodolci in NBA con le maglie di Bulls, Pelicans e Bucks, ha preso per mano attacco e difesa del Barcellona.
Il giocatore europeo aveva cominciato la sua carriera cestistica con il Real Madrid, dove rimase ben sei stagioni,delle quali le ultime “parcheggiato” in attesa della chiamata in NBA, dopo la scelta di Houston alla 23 nel 2011.
Protagonista indiscusso della scalata dei Blaugrana chiusasi solo in Finale contro l’Anadolu, Mirotic sta dimostrando anche dopo il girone di andata dell’Eurolega di quest’anno, di poter conquistare il titolo di MVP sfuggitogli nel 2020 per il mancato completamento della manifestazione.
Ala 2: Tornike Shengelia
Non è stata una cosa facile trovare la seconda Ala da inserire nel novero dei papabili. Il primo nome, oltre a quello di Mirotic, è stato Jan Vesely, ma la non eccezionale stagione del Fenerbahce in preda ad una crisi di identità senza precedenti e un nuovo infortunio che terrà fuori il ceco per un bel po’, abbiamo optato per il georgiano.
Vero è che Shengelia è il classico giocatore che va a fiammate, ma non lo si può certo crocifiggere per questo, visto che, comunque, a Mosca hanno bisogno come il pane dei suoi lampi, visto che la concorrenza è diventata serrata e, alla fine della fiera, saranno 8 le squadre a disputare la post season. I suoi 13 punti di media a partita, originati da percentuali discrete al tiro in questa stagione, Shengelia tira col 39,4% dalla lunga distanza, anche se la sua caratteristica più importante non è il tiro da 3. Solidità difensiva e spalle larghe in attacco contro pari ruolo fisici e scattanti, ci hanno fatto propendere per l’Ala Georgiana.
Centro: Walter Tavares
Se già dalle precedenti stagioni il Real Madrid poteva contare sulle prove solide e convincenti di uno dei suoi “Big Man”, soprattutto nei possessi difensivi, quest’anno Walter Tavares sembra attraversare un periodo di forma strepitoso che si trasforma in produzioni offensive di altissimo livello.
Le capacità del lungo del Real espresse quando c’è da difendere, sono ormai note a tutti, in virtù del titolo di miglior difensore della D-League con i Raptors 905 e dei ben due trofei per miglior difensore della Regular Season in Eurolega, nel 2019 e nel 2021. Ma l’inizio della stagione in corso è stato fulminante anche in attacco, con oltre 12 punti di media segnati per partita e ben 7 rimbalzi catturati, oltre a un Performance Index Rating (PIR) vicinissimo a 20.
Miglior sesto uomo: Sergio Rodriguez
È già qualche stagione che “El Cacho” non parte più in un quintetto di una partita in una manifestazione così importante come l’Eurolega, non di certo perché la sua classe e il suo blasone non lo permettano, quanto perché il ruolo di “spacca partite” uscendo dalla panchina, sembra cucito su misura per lui.
Non è nemmeno una questione di carta di identità, tanto è vero che seppur gli anni di basket alle spalle cominciano a farsi sentire, Rodriguez è nato nel giugno del 1986, il minutaggio dell’ultima stagione di EL, nella quale la AX Armani è arrivata a un tiro dalla finalissima, è stato, e lo è ancora oggi, piuttosto elevato, alla luce dei suoi 20 minuti di media.
Il faro della squadra allenata da Ettore Messina fa sentire la sua presenza anche sotto il profilo numerico, visto che sono più di 8 i punti segnati a partita e ben 5 gli assist distribuiti ai propri compagni, oltre che, ovviamente, ad una voce che nello spogliatoio milanese non rimarrà di certo inascoltata.
Coach dell’anno: Ergin Ataman
Pochissimi dubbi sul miglior allenatore dell’anno, giunto alla sua naturale consacrazione dopo aver masticato amarissimo e avere portato l’EFES Anadolu Istanbul dall’ultimo posto di metà stagione nel 2017/2018, fino al trionfo della passata edizione della Eurolega.
Ergin Ataman ha lavorato duro in questi tre anni alla corte della squadra turca, seppur con un roster di altissima qualità che è però caratteristica di parecchie squadre, le più attrezzate del Vecchio Continente. Certo, gente come i già citati Larkin, Micic, Beaubois e Simon, aiutano, ma la sagacia tattica dell’allenatore turco ha permesso ad un gruppo di giocatori originariamente male assortiti, di fare fuoco e fiamme e conquistare il titolo. Quest’anno l’EFES è partito malissimo e non è stato facile rialzarsi dopo la sbornia della passata stagione, ma, ancora una volta con il lavoro, il mantra preferito di Ataman, adesso l’Anadolu può di nuovo sorridere.