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Con la vittoria dei Boston Celtics ai danni dei Dallas Mavericks in gara 5 (4-1 la serie), si è conclusa definitivamente la stagione Nba 2023-24 ed è tempo di stabilire, secondo il nostro punto di vista, quali sono i cinque migliori giocatori di queste Finals. I Celtics hanno ottenuto il diciottesimo anello della propria storia e, non a caso, possono vantare diversi atleti in questa speciale classifica.

Luka Doncic

Nello spot di playmaker non potevamo non citare lo sloveno. Pur con qualche acciaccio fisico, “Luka Magic” ha provato a trascinare i Mavs a suon di triple doppie e cifre offensive da capogiro. Doncic è risultato il primo giocatore nella storia a guidare un’edizione dei playoff per punti (28.7 di media), rimbalzi (9.4), assist (8) e rubate (1.8), il tutto in 22 partite disputate in questa post season. Senza di lui, Dallas avrebbe avuto notevoli difficoltà, anche perché, piaccia o meno, lo sloveno ha catalizzato la maggior parte dei possessi offensivi, guidando l’attacco e prendendosi tante responsabilità, come il tiro vincente contro i T-Wolves in gara 2 delle Western Conference Finals in faccia a Gobert. Cosa è mancato? Sicuramente la difesa, specie alle Finals, a cui va aggiunto un contributo minimo di Kyrie Irving nella serie contro i Celtics.

Jrue Holiday

Come guardia, il voto premia Holiday, forse il miglior giocatore sui due lati del campo di questi playoff. A lungo in lizza anche per il premio di MVP, il giocatore americano classe 1990 ha letteralmente trascinato i propri compagni con la sua maturità e la sua leadership silenziosa. La difesa su Kyrie Irving dovrebbe essere studiata all’università, anche perché Holiday ha permesso all’avversario di segnare 20 o più punti in due sole occasioni (su cinque), forzandolo ad un 8/29 da oltre l’arco. L’ex esterno dei Bucks ha anche dato il suo contributo nella metà campo offensiva, mettendo a referto 14.4 punti, 7.4 rimbalzi e 3.8 assist in queste Finals e realizzando spesso tiri importanti in momenti delicati della gara. Il voto finale non può che essere 30 e lode.

Jaylen Brown

Al termine di gara 5 contro i Mavs, Adam Silver premia Brown come Mvp delle Finals – lo era stato anche delle Eastern Conference Finals dopo il 4-0 rifilato ai Pacers. I Celtics intonano il coro classico e lui, davanti ai microfoni, risponde che deve questo premio alla squadra e in particolare al suo “partner in crime” Jayson Tatum. Basterebbe questo a far capire l’unione del team di coach Mazzulla e la maturità raggiunta in questa stagione da Brown, che si aggiudica meritatamente questo riconoscimento.

Per lui sono 20.8 punti, 5.4 rimbalzi e 5 assist di media nella serie decisiva contro Dallas, in cui l’ala biancoverde ha anche fatto, per quanto possibile, un lavoro eccellente su Doncic, mettendoci sempre fisico ed energia per provare a contrastare un giocatore dominante. Senza dimenticare l’importanza che ha avuto nella serie contro i Pacers, in cui ha segnato un tiro pazzesco in gara 1 sulla sirena che ha permesso ai Celtics di vincere all’overtime il primo atto della serie.

Jayson Tatum

Aspramente criticato, Tatum ha risposto sul campo. Nella cruciale gara 5 contro Dallas, l’ex Duke è risultato il migliore in campo, autore di 31 punti e di continue penetrazioni al ferro, non contenute dai difensori dei Mavs. Tatum ha prodotto 22.2 punti di media in queste finali, raggiungendo quota 30 in due occasioni (gara 3 e 5), mettendosi, quando necessario, al servizio della squadra – ciò è testimoniato dai 7.2 assist di media. Per lui in particolare è una vera e propria rivincita, dopo la sconfitta subita nel 2022 contro i Warriors: la sua crescita è stata esponenziale e, pur tirando male da tre punti in queste finali (10/38), la sua maturità gli ha permesso di salire alla ribalta quando richiesto, lasciando anche spazio ai suoi compagni di squadra, di cui si è fidato ciecamente.

Al Horford

Alla diciassettesima stagione in Nba, “Big Al” ha raggiunto l’apice, guadagnandosi il primo anello della sua carriera, il primo dominicano a riuscirci. Un atleta capace di fare la cosa giusta al momento giusto, di lanciarsi sul parquet a recuperare il pallone alla veneranda età di 38 anni, indicando ai più giovani la via. I suoi numeri offensivi (7 punti di media) non rendono giustizia ad un giocatore risultato spesso decisivo e resosi utile in più occasioni (per lui anche 6.2 rimbalzi e 2.6 assist di media, oltre a 8 triple realizzate da oltre l’arco su 17 tentativi in queste Finals). La fiducia accordatagli da coach Mazzulla, vista anche la presenza di Porzingis ad intermittenza, è testimoniata dai 30 minuti di media passati sul parquet da Horford.

Sesto uomo: Sam Hauser

In questo particolare spot, abbiamo deciso di premiare la costanza di uno specifico giocatore che, in entrata dalla panchina, ha dato un contributo significativo – per quanto, sia i Celtics sia i Mavs puntassero molto sul proprio quintetto base. La nostra scelta è dunque ricaduta su Sam Hauser, tiratore mortifero da oltre l’arco che, forse fatta eccezione per gara 2, è sempre stato protagonista nei parziali con cui Boston ha strappato le partite. Le sue cifre dicono 8.2 punti di media e soprattutto un ottimo 11/23 da tre punti, statistica che, tolto il secondo atto della serie, sarebbe anche migliore (11/18). Coach Mazzulla gli ha concesso 15.4 minuti di media e il prodotto di Virginia ha risposto presente, diventando un fattore extra quintetto base.

Una menzione d’onore si merita sicuramente Kristaps Porzingis. Abbiamo spiegato che, come miglior sesto uomo, abbiamo premiato la costanza: Porzingis, se non si fosse infortunato e avesse saltato le due gare in Texas, sarebbe stato a tutti gli effetti la nostra scelta numero uno. Nei primi due atti della serie ha fatto il vuoto e ricordato a tutto il mondo le sue qualità, segnando sulla testa di chiunque e realizzando rispettivamente 20 e 12 punti. L’infortunio, l’ennesimo della sua carriera, lo ha nuovamente limitato e dunque ci siamo sentiti in dovere di premiare Hauser in questa sede.