Andrea Cinciarini, playmaker della UnaHotels Reggio Emilia, è l’MVP della 20esima giornata di LBA Serie: è stato il primo giocatore nato in Italia a realizzare una tripla doppia nel successo sulla Nutribullet Treviso.
Quei 36 anni arriveranno fra quattro mesi, il 21 giugno. Ma l’esperienza è una carta che paga sempre. E Andrea Cincarini sta vivendo la sua miglior stagione di sempre, rinato in una seconda e tardiva giovinezza con il ritorno estivo a Reggio Emilia. Ora, con 9.1 assist seriviti a partita, attenta seriamente al record ogni epoca per il nostro campionato.
Il segreto? È molto semplice. Nei tanti anni trascorsi a Milano, Cinciarini ha potuto vivere un ambiente di altissimo livello, giocare partite importanti per vincere trofei, testarsi sul grande palcoscenico dell’Eurolega. E il bagaglio accumulato è ora un plus preziosissimo per coprire un ruolo centrale all’interno di un progetto sano e competitivo con la maglia della UnaHotels. Anche coach Attilio Caja, uno che difficilmente si sbottona in complimenti, l’ha riconosciuto senza troppi giri di parole: avere il Cincia come cervello della sua squadra è un lusso straordinario.
In questa stagione in cui sta dominando la classifica degli assist davanti a leggende del basket europeo come Milos Teodosic e Sergio Rodriguez, Cinciarini ha scritto una pagina indelebile della pallacanestro azzurra. Con 12 punti, 11 rimbalzi e 10 assist messi a referto nel successo sulla Nutribullet Treviso, il Cincia è diventato il primo giocatore nato in Italia a realizzare una tripla doppia da quando la LegaBasket ha introdotto un sistema di calcolo completo delle statistiche.
L’exploit è arrivato al termine di una partita che Cinciarini ha condotto con enorme personalità sin dalla palla a due. A dispetto del risultato finale (un modesto 67-62), Reggio Emilia e Treviso hanno giocato una gara intensa, ad alto ritmo, seguendo spartiti congeniali alle caratteristiche del Cincia. Il playmaker della UnaHotels, aggressivo dal palleggio e nelle classiche giocate in pick’n’roll centrale con Mikael Hopkins, ha subito alzato la pressione sulla difesa avversaria, costringendo un rapido cambio di marcatura: DeWayne Russell, sofferente in avvio per la grande differenza di altezza (193 cm contro 180), è stato rimpiazzato da Michal Sokolowski, più fisico. Ma Cinciarini non ha rallentato. Anzi.
In ogni azione è sempre riuscito a inventare dal palleggio, creando per sé (11 punti nel solo primo tempo) e soprattutto per i compagni. La sua reattività ha trovato sfogo anche a rimbalzo. Sempre attento, pronto a riempire l’area per aiutare i lunghi, ma anche a sgusciare dal nulla per rubare il tempo agli avversari sui rimbalzi d’attacco (4). Gli 11 arpionati valgono il suo massimo in carriera in questa speciale categoria statistica.
La doppia cifra di assist è stata invece l’epilogo di un giallo. Il box-score, rivisto nel corso del match, è retrocesso da 10 a 8, con due passaggi smarcanti cancellati dopo l’assegnazione effettuata con eccessiva generosità degli addetti alle statistiche. Ma il Cincia non si è scoraggiato. Ne ha smazzati altri due e ha raggiunto ufficialmente quota 10 a 4’50” dalla fine, servendo Justin Johnson per il canestro del 64-56. Appena in tempo, verrebbe da dire. Perché, in quegli ultimi cinque minuti scarsi prima della sirena, la UnaHotels ha messo a referto solamente altri tre punti. Nel complesso, Cinciarini ha segnato o assistito 13 canestri sui 24 realizzati di squadra, pari al 54% del totale. Insomma, padrone generale dell’attacco, con responsabilità superiori alla metà del fatturato.
La tripla doppia del Cincia, ottenuta attraverso doppie cifre in punti, rimbalzi e assist, è soltanto la quinta di questo tipo realizzata in Serie A. Prima di lui c’erano riusciti giocatori leggendari della pallacanestro europea e mondiale. Il primo fu Darren Daye, papà di Austin (oggi a Venezia) e campione d’Italia con la Scavolini Pesaro più forte di sempre. Poi seguì Toni Kukoc, addirittura in due occasioni, quando vestiva la maglia della Benetton Treviso prima di iniziare la carriera NBA che lo avrebbe portato a vincere tre anelli con i Chicago Bulls di Michael Jordan. Infine Alexander Volkov, campione olimpico con l’Unione Sovietica a Seul 1988, trent’anni fa, quando trascinò la Viola Reggio Calabria alla miglior stagione della storia (6° posto e quarti di finale).