Il 26 gennaio 2020 rimarrà per sempre un capitolo oscuro nella storia dello sport, un giorno in cui il cielo si è offuscato e il mondo ha perso una luce. Kobe Bryant, icona del basket e dello sport e, permetteteci di dire anche del romanticismo intrinseco alla vita, è stato strappato via da noi in un tragico incidente aereo, lasciando dietro di sé una melodia malinconica di ricordi e rimpianti.
Il suo amore intenso – è qui che viene fuori il romanticismo, spesso trasceso in ossessione – per il gioco e per la vita stessa si sono infranti contro le ali di un destino crudele e il vuoto che ha lasciato è palpabile ancora oggi. Kobe, un romantico nel senso più ampio del termine, ha vissuto una storia d’amore incrollabile con il basket, che lo ha portato a dedicare la sua vita agli allenamenti, alla ricerca della perfezione sul campo e fuori, all’essere sempre la versione migliore di sé stessa, talmente duro di mente da rendere docili come agnellini avversari e compagni che gli sono stati accanto nel corso della carriera. Certo, non senza screzi, con gli uni e con gli altri.
Quel giorno ha portato via con sé non solo un campione (e sua figlia), ma anche un uomo che incarnava la passione e la dedizione nella loro accezione più pura. Il suo sorriso contagioso, una volta illuminato da luci di vittorie e traguardi, resta nel ricordo di chi lo amava e anche di chi non lo conosceva, ma ha sentito semplicemente parlare della sua storia, divenuta trasversale, così come era lui. Un personaggio che nonostante l’evidente pesantezza che la sua ossessione portava sulla vita sua e delle persone che gli stavano intorno, è riuscito a esportare la sua Mamba Mentality come concetto fondante per milioni di persone, atleti e non. Le sue imprese eroiche sul campo, i momenti di gloria che ci facevano sognare, restano avvolti da un velo di romanticismo, che emergeva in ogni flessione del suo polso mentre segnava canestri memorabili e nell’abbraccio affettuoso che condivideva con i suoi cari (anche la storia d’amore con la sua Vanessa ne faceva un personaggio romantico).
Mamba Mentality
La “Mamba Mentality” di Kobe Bryant è diventata una filosofia di vita, un mantra che ha definito la sua carriera ispirando milioni di persone in tutto il mondo. Un concetto che va oltre il campo da basket, rappresentando una mentalità che abbraccia la dedizione, la determinazione e la ricerca incessante dell’eccellenza in ogni aspetto della vita. La denominazione “Mamba”, come noto, è un riferimento al soprannome di Kobe, “The Black Mamba”. Il serpente è noto per la sua aggressività, la sua natura indomita e la sua capacità di attaccare con precisione e velocità. Kobe ha adottato questa metafora per descrivere il suo approccio al gioco e alla vita stessa.
Ecco i fondamenti base della Mamba Mentality:
- Dedizione Assoluta: Kobe credeva che per raggiungere l’eccellenza, fosse necessario dedicarsi completamente a ciò che si fa. Questo significa essere disposti a sacrificare tempo, energia e comodità per perseguire i propri obiettivi con passione e intensità.
- Duro Lavoro e Impegno: la Mamba Mentality enfatizza l’importanza del duro lavoro. Kobe era noto per i suoi allenamenti intensi e per la sua dedizione al miglioramento costante. La sua filosofia sottolinea che il successo è il risultato diretto dell’impegno e della costanza nell’allenamento. Da questo ne nasce uno dei suoi dogmi: “l’ossessione batte il talento”.
- Mentalità Vincente: Kobe credeva che la vittoria fosse una mentalità, non solo un risultato. Essere mentalmente vincenti significa avere fiducia in se stessi, affrontare le sfide con determinazione e restare concentrati sugli obiettivi anche quando le cose si fanno difficili.
- Accettazione delle Sconfitte: anche se la Mamba Mentality è associata alla vittoria, Kobe riconosceva che le sconfitte facevano parte del percorso. La chiave era imparare da esse, adattarsi e tornare più forte.
- Preparazione Mentale: questa mentalità richiede una preparazione mentale approfondita. Kobe era noto per studiare gli avversari, analizzare il gioco e visualizzare il successo prima ancora che accadesse. Questo aspetto della mentalità mira a sviluppare una consapevolezza e una visione chiara degli obiettivi.
La Mamba Mentality ha trasceso il basket, influenzando persone in tutto il mondo in vari settori della vita. Kobe Bryant ha dimostrato che con dedizione, determinazione e una mentalità focalizzata sull’eccellenza, è possibile superare ostacoli e raggiungere livelli straordinari di successo. La sua eredità vive attraverso coloro che abbracciano la Mamba Mentality nella loro vita quotidiana.
Un ricordo luminoso in un giorno buio
E questa stessa mentalità, che una volta alimentava l’inflessibile determinazione di Kobe, ora risuona come un’eco lontana, pur restando nelle culture sportive di tutto il mondo. La sua assenza ha trasformato le arene da luoghi di gioia a spazi in cui il ricordo di ciò che era è tangibile. Le lacrime versate da giocatori, tifosi e appassionati di tutto il mondo hanno raccontato nel corso degli ultimi quattro anni la storia di un’emozione condivisa, come se ad andarsene fosse stata non solo un’icona, bensì un amico.
Ogni volta che si associa il suo nome a un evento, ogni canestro viene automaticamente avvolto da una malinconia palpabile, poiché il gioco stesso sembra lamentare la perdita di uno dei suoi più grandi amanti. Le commemorazioni diventano una sinfonia di ricordi nostalgici, una melodia struggente che ricorda il tempo in cui Kobe illuminava le notti con la sua magia.
In questo giorno cupo, con la malinconia che ci avvolge nel ricordare le sue vittorie, i suoi canestri leggendari e le sue indimenticabili esposizioni mediatiche (nelle quali sfoderava sempre qualche frase che sarebbe di lì a poco diventata citazione o aforisma), il suo spirito romantico sopravvive nelle storie d’amore che ha coltivato, nell’eredità di dedizione che ha lasciato dietro di sé. Un ricordo eterno, triste ma intriso di un amore che, come il suo basket, rimarrà nel cuore di chiunque abbia sfiorato Kobe Bryant.