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Al termine della kermesse torinese, che ha tenuto l’Italia del basket impegnata a seguire le Final Eight di Coppa Italia, abbiamo fatto le consuete pagelle di fine evento, che premiano ovviamente i vincitori (Trento), ma anche squadre come Brescia e Trieste, con quest’ultima che ha fatto meglio delle aspettative. Male invece Trapani e soprattutto Bologna, uscita malconcia da una competizione dove ha preso una lezione dall’acerrima rivale, Milano, arrivata in fondo ma beffata dall’energia della Dolomiti.

Dolomiti Energia Trentino – 10

Capolavoro collettivo. La Dolomiti Energia Trentino ha vinto per la prima volta nella sua storia un trofeo nella massima serie, dopo quelli conquistati in A2 nel 2012-13, in A Dilettanti nel 2011-12 e nel 2013-14 e ancora prima vincendo la Coppa Italia LNP di C1 nel lontano 2005. A Torino è arrivato il successo che cambia la storia di un club che da anni lavora bene, su giovani e non e che ha trovato in Paolo Galbiati il perfetto artefice di qualcosa di grande, che probabilmente non finirà con la vittoria in questa Coppa Italia. E’ il traguardo del coach, con le sue fissazioni ma anche con i suoi sorrisi e la capacità di non far disunire la squadra anche contro una corazzata come l’Olimpia; è il traguardo del presidente Longhi, che a fine gara ha pianto lacrime di gioia immensa sapendo tutti gli sforzi che ha fatto per portare la squadra fino a questo punto ed è il successo di tutti i giocatori presenti alla Final Eight. Di chi ha giocato di più, come l’MVP Quinn Ellis o i leader tecnici come Lamb, Ford e Cale, o ancora di capitan Forray, che in finale ha giocato solo 8′ ma è stato festeggiato come se fosse il vero grande artefice di questo successo (con taglio della coda annesso). E ancora degli italiani Pecchia e Niang, sempre più in crescita e pronto per un posto da protagonista con la Nazionale, perché nessuno come lui sta sfruttando l’occasione che l’Aquila e Galbiati gli stanno dando. Trento si aggiudica un trofeo che diventa un nuovo punto di partenza per la società, pronta a giocarsi le proprie carte per arrivare in fondo anche in campionato: magari non sarà ancora la volta buona per vincere lo scudetto, ma progetto della Dolomiti Energia può portarla, già in questa stagione, almeno tra le prime 4 della nazione anche a fine playoff.

Pallacanestro Trieste – 8

Solo una grande Trento è riuscita a fermare l’avanza di una commovente Trieste. Quanto fatto ai quarti di finale contro la favoritissima Trapani è stata una prodezza vera e proprio. Un match giocato onestamente male, ma che ha messo in luce le qualità soprattutto morali del gruppo di Christian, che ha trovato negli italiani Ruzzier e Candussi due uomini chiave nel successo ai quarti di finale. Poi è arrivata Trento e anche in questo caso la formazione giuliana ha saputo tenere testa alla prima della classe, mettendo in luce nuovamente il playmaker triestino doc (Ruzzier), che ha saputo caricarsi nuovamente la squadra sulle spalle (25 punti con 3/4 da due e 5/7 da tre, 5 assist e 24 di valutazione) non facendo minimamente rimpiangere l’assenza del più quotato Colbey Ross. A tenere in corsa la squadra fino all’ultimo quarto gli attesi Brown e Valentine, che hanno “rischiato” di far compiere alla formazione gigliata un’altra clamorosa impresa. Chi è mancato contro Trento è stato il protagonista del quarto di finale, Brooks, e con lui Mcdermott, ancora non pienamente inserito nel contesto triestino. Il suo adattamento, oltre che l’attesa per il ritorno di Ross saranno fondamentali per capire dove potrà arrivare Trieste da qui a fine stagione: i playoff sono ampiamente alla portata, poi tutto ciò che verrà, sarà probabilmente un sogno da vivere come fatto da Michele Ruzzier in questa settimana torinese.

EA7 Emporio Armani Milano – 7

8 per aver raggiunto la finale, 6 (ma forse anche meno) per non averla vinta da super favorita. A valle di una settimana in cui sembrava tutto apparecchiato per il comodo successo biancorosso, è arrivata l’ennesima beffa in una coppa che raramente ha sorriso agevolmente all’Olimpia. Se nelle prime due gare la sensazione era sempre stata che la squadra di Messina, alla fine, l’avrebbe spuntata, in finale la faccenda è decisamente cambiata. Trento ha dimostrato più voglia di vincere, ha messo in campo maggiore energia e ha conquistato meritatissimamente il trofeo. L’EA7 paga la prova incolore di troppi giocatori: basti pensare che gli unici in doppia cifra in finale sono stati i soliti LeDay (12) e un clamoroso Mirotic, che in meno di 20 minuti di impiego ha chiuso con 20 punti e un clamoroso 14/14 ai tiri liberi. Dietro di loro troppo poco dal supporting cast, ma anche da Shields, Mannion, Dimitrijevic, Bolmaro e Gillespie, giocatori di livello Eurolega surclassati nei confronti diretti da Ellis, Cale, Lamb, Ford e Niang, che hanno dato una bella lezione di umiltà agli avversari. Ora c’è da ri-azzerare la mente dopo questa delusione, perché ci sono dei playoff o play-in di Eurolega da conquistare a tutti i costi.

Germani Brescia – 7

Una squadra solida, che può arrivare serenamente tra le prime 4 anche a fine campionato, giocandosi poi le proprie carte pur avendo una roster molto corto. Vinta bene la prima gara contro Tortona, Brescia si è poi fermata contro la corazzata Milano, come da pronostico. I ragazzi di Poeta sono stati bene in partita per tre quarti e mezzo, perdendo solo nel finale il contatto contro una EA7 superiore. I numeri di questa Final Eight rimandano a casa Brescia con tante consapevolezze e un giocatore definitivamente rinato e restituito alla causa con il morale alle stelle: Maurice Ndour. La sua prova contro l’Olimpia è di quelle da ricordare: 20 punti con 8/11 al tiro e 7 rimbalzi, facendo meglio dei compagni più attesi come Bilan, Della Valle e Burnell (questi ultimi due assenti ingiustificati nel match contro Milano). Un’ottima notizia per Poeta, che nel periodo della sua assenza aveva dovuto spremere Miro Bilan, che oggi sa di poter contare su un cambio (a volte possono giocare anche insieme) molto valido, che può consentire alla Germani di giocarsi le proprie carte per arrivare almeno alle semifinali scudetto.

Unahotels Reggio Emilia – 6

Ha giocato il suo onesto quarto di finale, senza infamia e senza lode, da sufficienza risicata. Partita molto bene nello scontro contro Trento, si è sciolta come neve al sole nella ripresa, subendo un parziale di 29-16 nell’ultimo quarto che l’ha rimandata a casa con perdite. Questa squadra si conferma regina di incostanza, esattamente come fu l’anno scorso, anche all’interno della partita stessa. Spesso troppo affidata a Winston, ha trovato in Faried un gran punto di riferimento in area, ma sono mancati i canestri di Smith, e Barford, le cui lune sono ancora troppo determinanti affinché la compagine guidata da Priftis raggiunga quella continuità utile a compiere un decisivo salto di qualità per poter puntare con decisione a qualcosa di più di una qualificazione ai playoff.

Trapani Shark – 5

Ci si aspettava sicuramente di più dalla squadra che fino a questo momento si è dimostrata essere la più bella sorpresa della stagione in LBA. La sconfitta nei quarti di finale con Trieste ha messo in evidenza le difficoltà della formazione in assenza del suo leader, Justin Robinson, che anche dopo il rientro in campo successivamente all’infortunio del primo tempo, non sembrava pienamente ristabilito e soprattutto sicuro nelle sue azioni (fisicamente parlando). Questo ha portato Repesa a sbagliare completamente la gestione degli uomini, dimenticandosi Notae per quasi tutto il match e inserendolo sull’ultima e decisiva azione, che l’ha portato a regalare la palla a Brooks, il cui recupero e contropiede hanno deciso la partita al fotofinish. Un errore grave, sottolineato nel post partita dal presidente Antonini, che proprio un anno fa dopo una sconfitta in Coppa Italia esonerò l’allora allenatore Daniele Parente. Il parton della squadra non ha al momento messo in dubbio la permanenza del coach (pur non avendogliele mandate a dire), ma attenzione a ciò che potrà accadere nel prossimo futuro qualora la squadra dovesse avere altre cadute inaspettate.

Bertram Derthona Tortona – 5

Bissiamo lo stesso voto dato a Trapani, per una squadra apparsa un po’ troppo nervosa nella sfida che l’ha vista uscire subito dalla competizione contro la Germani Brescia. De Raffaele, che perdendo Strautins ha perso un grande equilibratore del suo gruppo, deve affidarsi a chi, come Vital, spesso si ferma da solo, spadellando (2/7 da tre) dal campo e innervosendosi oltremodo. Vero che ha trovato 6 uomini in doppia cifra, ma Tortona dà la sensazione di essere troppo legata a determinanti singoli e alle loro lune personali, per poter ambire in questa stagione a stare nella parte altissima della classifica. Giunta da ottava del ranking, al momento è la posizione che probabilmente le si addice maggiormente, ma la storia potrebbe cambiare quando terminerà l’impegno in Champions League, perché il roster non è così lungo per tenere alta la lucidità dei leader in partite senza domani come quelle dalla Coppa Italia.

Virtus Bologna – 4

Difficile andare oltre una grave insufficienza per questa Virtus e per quello che ha messo in campo nel quarto di finale contro l’Olimpia. Accettate le attenuanti delle assenze, che ormai però sono cosa nota da diverso tempo, è parsa spenta, sottotono e per nulla in grado di contrapporsi allo strapotere fisico e tecnico degli avversari. La nota più deludente è sicuramente stato l’ultimo acquisto, il giocatore arrivato per essere il sostituto di Will Clyburn, ossia Justin Holiday. Il suo apporto è stato sostanzialmente nullo: in 17 minuti di gioco appena 1 punto realizzato con 0/4 dal campo, un rimbalzo e un recupero, per -3 di valutazione e davvero un impatto evanescente sulla squadra. Una brutta parentesi per la Virtus, che ora deve concentrarsi esclusivamente sul campionato, perché in queste condizioni potrebbe faticare anche a raggiungere la finalissima per lo scudetto.