Quale sarà la fine del basket? Oggi ci potrebbero essere delle novità molto importanti ma intanto la posizione della Virtus Bologna fa discutere
In attesa di capire quale possa essere il destino del basket e quando l’Italia potrà uscire dalla crisi sanitaria per il coronavirus, anche la palla a spicchi si inizia ad interrogare su come strutturare la ripartenza. Le parole dell’AD della Virtus Bologna, Luca Baraldi, hanno un po’ scosso le acque: ““Proporremo alla Legabasket di riprendere la stagione in corso a luglio, con i nuovi roster. Se il campionato dovesse esser cancellato, stimiamo un danno da 5 milioni, oltre ai 10 già spesi. In ogni caso non vogliamo lo Scudetto a tavolino”, ha annunciato l’Amministratore delegato del club al momento primo in classifica.
“Questa deve essere l’occasione per riformare il sistema: dagli impianti ai format dei campionati, dai settori giovanili al tipo di contratti dei giocatori. Il basket è l’unico sport professionistico che di professionistico ha solo i costi”, ha continuato Baraldi che ora attende un confronto con la Federazione e con tutta la Lega Basket, diretta da Umberto Gandini, diventato da poche settimane il nuovo presidente della Lega Basket. Baraldi si è poi esposto, ai microfoni di TMW, in merito ad un’eventuale riapertura dei palazzetti: “Non so se quattro mesi siano sufficienti, dovremo fare delle verifiche. Potremo aprire gli impianti solo agli abbonati, in modo tale da rispettare il distanziamento sociale dei presenti”. Parole che sembrano un po’ stonare con la realtà dei fatti ma che vanno comprese in un’ottica di pensare e studiare una ripartenza. Una cosa però è certa: ci sarà da discutere.