L’anima del campione si distingue da tutto il resto. Gigi Datome in carriera ha vinto tutto, tranne lo Scudetto. Perché quello che figura nel suo palmarès, conquistato da juniores nella Mens Sana Siena nel lontanissimo 2003-04, non l’ha mai sentito realmente suo.
In quei playoff, il 16enne Datome non era mai sceso in campo.
Una gara-6 spettacolare, da massimo in stagione
Gigi ha potuto colmare l’ultimo vuoto in bacheca conquistando il tricolore nella finale vinta per 4-2 sulla Virtus Segafredo Bologna, al termine di una delle serie dal livello più alto viste nel passato recente della nostra Serie A. Quei 16 anni, oggi, sono diventati 34. Un peso logorante sul fisico e sulle articolazioni, ma anche un bagaglio sconfinato di esperienza, accumulata in una lunghissima serie di battaglie vinte sul campo.
E, in gara-6, quella decisiva per cucirsi lo Scudetto sul petto, Datome è stato sensazionale. L’appannamento che lo ha avvolto nelle due gare precedenti è stato spazzato via con un colpo di spugna. Gigi, partito in quintetto, è rimasto in campo per 30 minuti, massimo in stagione. Trenta minuti in cui ha deliziato con una serie di giocate decisive: 23 punti (altro season-high) con 5/10 dall’arco, 4 rimbalzi e 20 complessivo di valutazione.
Il premio di MVP delle finali è andato, giustamente, a Shavon Shields, il più continuo su tutta la serie. Ma Datome, top-scorer di gara-6, si merita il riconoscimento per il giocatore più decisivo della partita che ha riconsegnato il titolo a Milano dopo quattro anni di attesa.
Una serie iniziata bene e conclusa da grande eroe
A differenza dello scorso anno, quando l’Olimpia, dopo aver disputato le Final Four di Eurolega, crollò sotto il peso della stanchezza al termine di una stagione esaltante ma altrettanto distruttiva, la squadra si è presentata con una freschezza differente all’appuntamento finale del campionato.
I grandi veterani hanno risposto con forza, intensità ed entusiasmo, Datome compreso. Le sue prime tre partite della serie sono state ottime, tutte concluse in doppia cifra realizzativa. Grazie a lui, Milano ha ritrovato completezza nelle rotazioni e pericolosità sul perimetro, oltre che a un giocatore con una durezza mentale spaventosa.
Il giro a vuoto, puramente fisiologico, sofferto in gara-4 e 5, disputate con minutaggio limitato soprattutto a causa di problematiche difensive, è stato dimenticato con un’ultima partita da eroe assoluto. Ora è tempo di rimettersi al tavolo delle trattative, perché, anche l’anno prossimo, un Datome così sarà imprescindibile per Milano.