Vai al contenuto

I Mavericks ci hanno provato in tutti i modi, con una partenza sprint e un Doncic in grande spolvero nel primo tempo, ma, pur non mollando mai, è mancato qualcosa alla banda di coach Kidd per piazzare il colpo in trasferta. I Celtics ne hanno ovviamente approfittato, mascherando una prova complicata da oltre l’arco nei primi tre quarti e aggrappandosi alle proprie punte di diamante, su tutti Holiday (uno spettacolo su entrambi i lati del campo). La serie non è ovviamente chiusa, anche se i Celtics sembrano avere il pieno controllo delle operazioni.

Boston oltre le difficoltà

In un match in cui i Celtics hanno tirato molto male da oltre l’arco nei primi tre quarti (5/30), raddrizzando le percentuali nell’ultimo parziale (10/39 finale), i ragazzi di coach Mazzulla hanno saputo adattarsi. Tante le penetrazioni fino al ferro da parte del duo Brown-Tatum, rifinite a volte dai tagli di Holiday e White, abili a farsi trovare pronti nel cuore dell’area per due punti facili. Lo stesso Tatum, per la verità, non è stato brillante al tiro (6/22 con 1/7 da tre), ma si è sacrificato per la squadra, facendo muovere la difesa avversaria e soprattutto catturando 9 rimbalzi e smazzando 12 assist.

Per il resto, il piano partita e gli accoppiamenti di Boston sono stati simili a gara 1. Togliere dal gioco Kyrie Irving è stato il primo punto della lista dei Celtics, i cui esterni hanno fatto nuovamente un lavoro egregio, a partire dal già citato Jrue Holiday, un mastino dal quale è quasi impossibile liberarsi e Mvp del match (per lui anche 26 punti e uno spettacolare 11/14  al tiro complessivo). Così facendo, Doncic si è trovato isolato, anche perché i biancoverdi hanno deciso di far marcare Gafford a Tatum, in modo tale da poter cambiare sul pick and roll avversario e uscire forti sull’eventuale tiro di “Luka Magic”.

Altra partita importante anche per Porzingis. Si sa che la seconda gara di ritorno dall’infortunio è sempre la più difficile, ma il lungo lettone ha dato ancora prova di avere gli attributi e, in entrata dalla panchina, è stato un fattore. Dopo le tre stoppate nel primo atto della serie, “l’unicorno” ne aggiunge altre due e realizza 12 punti in 23 minuti sul parquet. La sequenza appena entrato in campo? Due liberi segnati, una stoppata e un canestro da due punti, tanto per dare a Boston la spinta giusta dopo un inizio singhiozzante. Nel corso dell’ultimo periodo però Porzingis ha accusato un piccolo problema fisico, anche se sarà abile e arruolabile per le prossime partite, come spiegato da lui stesso e da coach Mazzulla nella conferenza stampa post gara.

Da sottolineare anche che, nel momento più complicato (Dallas a -5, 103-98 a un minuto dalla fine), i Celtics ne escono alla grande ancora grazie alla propria difesa: White stoppa Washington e sul capovolgimento di fronte è Brown ad appoggiare il lay-up che sigilla la vittoria. I biancoverdi, come avevamo anticipato su questi schermi, prendono forza dalla propria difesa e ancora una volta si è visto.

Ai Mavericks manca sempre qualcosa

Non c’è dubbio che Dallas abbia approcciato decisamente meglio gara 2, anche se i Mavs non hanno saputo approfittare degli errori avversari. Sottotono Kyrie Irving, per lui troppe palle perse o comunque sporcate dalla difesa avversaria e tanti tiri sbagliati, con 0 triple a referto (16 punti e 7/18 al tiro). Contributo minimo anche da parte della panchina (solo 9 punti totali) e di Derrick Jones Jr. (11 punti e 0/3 da tre), mentre P.J. Washington ha giocato una partita solida (17 punti), attaccando bene i closeout avversari in penetrazione, anche se gli è mancato nuovamente il tiro da tre punti (1/5). Coach Kidd, ad inizio secondo tempo, ha provato a cavalcare per due possessi il post basso di Gafford contro Tatum: ne sono scaturiti due canestri, con Gafford che ha dato segni di rinascita nella ripresa, ma è una carta che, per forza di cose, non può essere giocata troppo spesso.

Se la palla comunque non passa dalle mani di Doncic, per i Mavs è notte fonda. Passato da “questionable” a “ready to play” (per lui colpo al torace in gara 1), Luka Magic ha sfornato canestri su canestri, specie su una gamba e buttandosi indietro, ricordando, per certi versi, il suo ex compagno Dirk Nowitzki. 23 punti nel solo primo tempo (9/13 al tiro), 32 al termine della partita e tripla doppia sigillata (11 rimbalzi e 11 assist). C’è un però. Come lui stesso ha sottolineato nel post partita, i 4 tiri liberi sbagliati (4/8) e le 8 palle perse sono state decisive in negativo. E’ chiaro comunque che sarebbe ingeneroso imputare la sconfitta allo sloveno, senza il quale, come detto, Dallas ha poche idee in fase offensiva. Anche perché, recuperando un dato significativo, Doncic ha messo a referto 8 triple in due partite, mentre ognuno dei suoi compagni di squadra non ne ha realizzata più di una nei primi due atti della serie.

In sostanza, Boston sembra in assoluto controllo e ora la sfida si sposta in Texas, all’American Airlines Center. Una gara 3 che è già un “pivotal game”, assolutamente da non sbagliare da Irving e compagni se vogliono provare a rendere difficile la vita ai Celtics, i quali, in ogni caso, hanno per ora dimostrato di averne di più, sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista fisico.