Vai al contenuto

Nuovo capitolo, potenzialmente determinante, per la storia che vuole un futuro del basket europeo sotto l’egida della NBA. Il 27 marzo si è tenuta la conferenza stampa a margine della riunione dei proprietari NBA, in presenza del Segretario Generale di FIBA, Andrea Zagklis, il quale ha illustrato i progetti di espansione delle Lega al di fuori dai confini americani, che dopo Asia e Africa è pronta allo sbarco in Europa.

Un’ipotesi di lega da 16 squadre: 12 fisse e 4 variabili

Obbligo ancora l’utilizzo di condizionale e forme dubitative, ma le conversazioni tra NBA e FIBA si stanno facendo sempre più intense. “L’idea iniziale è una lega composta da 16 squadre, potenzialmente. È ancora tutto in fase molto preliminare. Forse 12 club permanenti e 4 che competerebbero su base annuale. Ma è qualcosa di molto soggetto a cambiamenti, ed è un’ipotesi che stiamo appena iniziando a esplorare“, ha detto il commissioner NBA Aldam Silver. Una formula ibrida, con licenze fisse e mobili che ricorda quello dell’attuale Eurolega (con proporzioni differenti), non esente da problematiche.

Nessun paletto, ma c’è la volontà di avvicinare le grandi proprietà calcistiche (PSG e Manchester City)

Se alla vigilia della riunione infatti si alternavano voci di contatti già allacciati con alcune società extracestistiche (calcio) per creare da zero alcune franchigie incluse nel progetto NBA Europe (vedi Manchester City), Silver non ha imposto paletti: “Per quanto riguarda la composizione dei club esistenti, è ancora una discussione aperta. Vogliamo valutare meglio il livello di interesse da parte dei club attuali. In alcuni casi, questi club sono già marchi globali enormi – molti costruiti attraverso il calcio piuttosto che il basket – ma riconosciamo il profondo legame che i tifosi hanno con loro, il che è molto rilevante. In quasi tutte le principali città europee esistono ecosistemi legati al basket. La questione è se altri potenziali proprietari si farebbero avanti ed esprimerebbero interesse a possedere un club in quel mercato“. Il riferimento è chiaramente al Qatar Investment Authority, proprietario del PSG e al Newton Investment and Development, azionista di maggioranza del Man City.

Salary cap e più guadagni per i club

Altra informazione interessante è quella relativa al tetto salariale, recente introduzione di Eurolega. “Non siamo interessati a gestire una lega che non abbia un sistema di controllo in termini di competizione e di compensi finali pagati ai giocatori. Abbiamo un sistema salariale nella NBA: condivisione dei ricavi con la lega, enormi benefici per i giocatori. Potrebbe richiedere un approccio diverso rispetto al modo in cui negoziamo collettivamente un sistema salariale negli Stati Uniti. Ma comunque vorremmo una situazione in cui ogni squadra, indipendentemente dalla dimensione del mercato, sia in grado di competere e farlo su un piano il più possibile equo“, ha ribadito Silver, che si è espresso anche rispetto alla tradizione di tanti club europei. “La cosa fondamentale è rispettare le tradizioni del basket europeo, perciò manterremo il formato europeo/FIBA delle partite. Stilisticamente il gioco è diverso e sono aspetti importanti per noi. La tradizione delle leghe aperte, con promozioni e retrocessioni, è diversa dalla nostra, ma ciò nonostante alcune squadre sono perennemente in competizione per vincere. Cercheremo di prendere il meglio da entrambe le parti e di mantenere una base permanente, ma anche la sensazione di speranza che c’è nello sport europeo“.

Parole alle quali hanno fatto seguito quelle altrettanto particolarmente significative di Zaglkis, figura di riferimento di un’istituzione già inserita nel tessuto cestistico europeo: “Tutti i club in Europa sono club FIBA, solo alcuni giocano in quella competizione (Eurolega, nda). Vogliamo unire l’ecosistema del basket europeo. Vogliamo che le squadre di vertice guadagnino di più e siano sostenibili. Dopo i Mondiali 2023 e i Giochi Olimpici di maggior successo di sempre, crediamo anche che sia il momento giusto per fare il passo successivo per il basket a livello di club. FIBA organizza competizioni di club in Europa a partire dalla stagione 1957-58, e certamente abbiamo visto un prodotto di grande qualità, con grandi giocatori. Ma allo stesso tempo, siamo giunti alla conclusione che la popolarità di questo sport e il successo che abbiamo ottenuto con le competizioni per squadre nazionali non sono accompagnati da un interesse dei tifosi e da un impatto commerciale proporzionati a quel successo“.

EuroLeague? Questa sconosciuta

In tutti questi discorsi non si è mai fatto cenno all’attuale competizione di rifermento a livello continentale: EuroLeague, che sarebbe la grande sconfitta di questa rivoluzione del basket europeo. Come riportato da The Athletic, il coinvolgimento nei progetto NBA di club europei già esistenti non sarebbe totalmente parallelo e alternativo a quelli di Eurolega. Real Madrid, ASVEL, Barcellona e FenerbahceMarca menziona anche Panathinaikos, Olympiacos e Bayern Monacoavrebbero ricevuto attenzioni particolari dalla nuova NBA Europe, aprendo a una rinuncia della licenza pluriennale di Eurolega. Questo potrebbe portare a una graduale sparizione della competizione ECA o alla disputa di due competizioni alternative come accaduto nel 2000-2001 (allora Uleb EuroLeague e FIBA SuproLeague), ma saranno i prossimi due anni a dirlo.