E adesso, nascondersi sarà quasi impossibile. L’Olimpia Milano non smette di incantare l’Europa del basket, inanellando notti da sogno in una successione che sembra senza fine e in un crescendo del tutto inaspettato.
Il trionfo della Ulker Hall di Istanbul contro il Fenerbahce campione d’Europa solo due anni fa stupisce, infatti, oltre che per le proporzioni del risultato e l’impressionante qualità della prestazione difensiva della squadra di Messina, soprattutto perché arrivato meno di due settimane dopo aver domato al Forum il Barcellona, che fino a quel momento dominava la classifica proprio insieme a Milano e che è indicato tra le favorite per la vittoria finale di quest’edizione.
Un minimo calo mentale, anche inconscio, si sarebbe potuto mettere nel conto, ma evidentemente non per questa Olimpia, che continua a macinare gioco e che è ormai al top a livello di personalità e autostima, che non sembra però poter sfociare in presunzione.
Perché per infliggere al Fenerbahce un 63-48 a domicilio destinato a restare nella storia dell’Eurolega, oltre che di Milano, c’è voluta tanta umiltà, oltre ad una sapiente preparazione del match da parte di Ettore Messina.
Primo quarto da record
Inutile sottolineare che la vittoria è stata costruita nel primo, memorabile quarto, che ha visto il Fenerbahce realizzare appena tre punti (mai successo nella storia del club turco), contro i 22 di Milano. La squadra di Djordjevic arriverà a 20 all’intervallo, totalizzando quindi appena altri 23 punti nella parte restante del match. Come dire, l’Olimpia ha dominato dall’inizio alla fine, senza mai mollare la presa neppure a risultato acquisito.
Alla vigilia Messina aveva messo in guardia la propria squadra circa la fisicità che avrebbe messo in campo il Fener, concetto ribadito poi dallo stesso Sasha Djordjevic, nel ricordo del cappotto rifilato a Milano nell’ultima finale scudetto alla guida della Virtus, puntando l’attenzione in particolare sui rimbalzi offensivi della coppia di lunghi dei turchi, Booker e Vesely. Messina è stato buon profeta, visto che solo su questo fondamentale il Fenerbahce ha retto il colpo (9-11 per l’Olimpia il computo dei rimbalzi offensivi), cedendo però completamente sul resto del fronte.
La sinfonia di Milano è arrivata ad un +27 di massimo vantaggio e non è mai scesa sotto i 15 punti di margine. Nel secondo tempo l’Olimpia si è concessa di perdere qualche pallone in più rispetto alla perfezione dei primi 20 minuti e di segnare appena tre canestri nell’ultimo quarto, ma a quel punto il successo era in cassaforte e la concentrazione della squadra era ancora feroce per azzerare l’entusiasmo dei padroni di casa e i loro timidi tentativi di rimonta.
A livello di singoli la palma dell’mvp va a Shavon Shields, che in 25 minuti ha piazzato 13 punti, ma come non citare i due “ingrati” ex, Gigi Datome (11 punti) e Nicolò Melli (6 con altrettanti rimbalzi), premiati prima del match, eppure subito capaci di entrare in partita marchiando l’inizio-sprint della squadra.
Le altre
Le altre gare del venerdì della nona giornata non hanno regalato sorprese, a meno che non si voglia considerare tale il risultato del Real Madrid, che ha concesso 82 punti al derelitto Zalgiris (nove sconfitte su nove), sconfitto solo di 13 lunghezze (95 il bottino della squadra di Laso).
I Blancos confermano di subire troppo (peggiore difesa delle prime quattro), ma sono in quota. L’Olympiacos rallenta la corsa perdendo contro lo Zenit (84-78), mentre il Monaco ha rullato il Bayern, sconfitto 94-71 con 18 punti di Mike James. E pensare che la squadra di Trinchieri è stata finora l’unica capace di battere la super Olimpia, che nel prossimo turno sarà di scena a Kazan contro l’Unics.
[Credits Foto: Getty Images]