Una rondine non fa primavera e allora trarre conclusioni dopo appena una partita della maratona chiamata Eurolega potrebbe rivelarsi pericoloso, oltre che illusorio.
Non si può tuttavia negare che anche i tifosi più ottimisti dell’Olimpia Milano avrebbero fatto fatica a immaginarsi un debutto migliore nell’edizione 2021, quella della tanto sospirata conferma dopo la Final Four dello scorso maggio a Colonia.
Esordio coi fiocchi
Affrontare in casa il Cska Mosca, ovvero una delle tre favorite assolute per la vittoria finale insieme a Efes e Real Madrid, e riuscire a sconfiggerlo di dieci punti (84-74), ma soprattutto a domarlo con quelle modalità viste al Forum era tutt’altro che scontato, in particolare ripensando a come la squadra di Messina era uscita malconcia, sul piano tecnico e fisico, dalla Supercoppa Italiana contro la Virtus Bologna.
E invece, ecco la metamorfosi più inaspettata, ma anche sognata dal coach dell’Olimpia, che ha così festeggiato al meglio i 62 anni compiuti proprio nel giorno della sfida alla squadra portata per due volte sul tetto d’Europa, ma soprattutto dalla società, che non fa mistero di guardare con più concupiscenza al palcoscenico internazionale, con il sogno di essere stabilmente tra le prime quattro, rispetto al comunque non trascurato campionato italiano.
E allora in base a quanto visto dopo i primi 40 minuti, questa nuova Olimpia può davvero far divertire anche quest’anno nel confronto con le super potenze del continente.
La creatura di Messina è ancora in gestazione perché le mosse di mercato sono state volte a costruire un roster più fisico, ma anche più tecnico, con soluzioni diverse sul piano del gioco, più varietà in attacco e più solidità in difesa, rispetto alle (poche) lacune emerse nella scorsa stagione, ma i primi passi sono stati molto confortanti.
Anche perché il Cska non è certo venuto a Milano in gita, sottovalutando l’impegno o, peggio, ritenendo poco importante il primo appuntamento di una regular season che certo non dovrebbe regalare sorprese negative ai russi in chiave qualificazione.
Difesa d’acciaio e singoli sugli scudi
La formazione di Itoudis era partita e anzi quel 29-21 del primo quarto sembrava il preludio ad una notte da incubo per Milano, capace però poi di svoltare grazie alla classe delle proprie stelle e all’impronta di gioco che Messina vuole per questa stagione, ovvero più fisicità e difesa d’acciaio, come testimoniato dai 29 punti incassati in tutto il secondo tempo.
Con Chacho Rodriguez regista freddo e sempre lucido, ad esaltarsi è stato il “play aggiunto” Kyle Hines, rivelatosi imprendibile per il Cska e imprevedibile in ogni sua iniziativa.
E poi c’è Shavon Shields, che fa bene letteralmente tutto: 17 punti, 7 rimbalzi, 5 assist. Leggasi miglior realizzatore, miglior rimbalzista e miglior assistman dell’Olimpia, e lo sarebbe stato dell’intero match se Lundberg non avesse servito un assist in più.
Si aggiunga il contributo della coppia italiana Ricci-Melli ed ecco che Milano può pure permettersi di aspettare la crescita di chi è in ritardo, come Delaney e Tarczewski. Il calendario sorride, perché le prossime due partite contro Baskonia in trasferta e Maccabi in casa potrebbero permettere di allungare il passo.
Le altre
Come si diceva il percorso è appena iniziato, ma in attesa che si completi il programma della prima giornata Milano si siede al tavolo delle grandissime insieme al Maccabi, che ha beffato di un punto il Bayern Monaco di Trinchieri (69-68), ma soprattutto alla sorpresa Monaco, protagonista di un debutto da sogno contro il Panathinaikos, battuto 75-63.
Un po’ più su c’è il Real Madrid, che ha schiantato i campioni in carica dell’Efes Istanbul grazie a un super Walter Tavares (doppia doppia con 13 punti e 12 rimbalzi): l’82-69 non rende l’idea della forza dei Blancos.
La squadra di Laso sembra ingiocabile anche per questa Olimpia: ma vietato sottovalutare i progressi di Milano in vista della super sfida del 16 dicembre…
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