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La classifica di Eurolega inizia a prendere una forma sempre più consistente, che vede dopo 6 turni davanti a tutti il Barcellona e lo Zalgiris Kaunas, che aspetta l’imminente arrivo di Lonnie Walker IV, ex NBA trovatosi a non rientrare nei piani di una franchigia del massimo campionato americano.

Ma torniamo a noi, e soprattutto al Barcellona, dove troviamo l’MVP del 6° turno: Chimeze Metu, ala grande/centro statunitense con passaporto nigeriano.

La partita

Nella vittoria netta del Barcellona a Istanbul contro l’Efes c’è una prova da 21 punti e 20 di pir per Metu, che chiude con 4/5 da due, 3/4 da tre, 4/5 dalla lunetta, 3 rimbalzi, un assist e 4 falli subiti.

Prestazione globale del lungo, che sembra aver trovato a Barcellona la sua dimensione perfetta, quella di un giocatore da misurare nel suo impatto in pitturato, dove ha caratteristiche di altissimo livello per il panorama di Eurolega.

Un po’ lungo e un po’ esterno, duttile con capacità di trovare il canestro

Difensivamente è un giocatore dalla grande verticalità nel contestare le conclusioni in avvicinamento, in contesti e situazioni disparate. In transizione difensiva; quando si trova a recuperare in aiuto al contropiede; in aiuto da lato debole sulle penetrazioni in cui il compagno è battuto dal palleggio, prendendo benissimo il tempo di salto; spalle a canestro contro lunghi dalla stazza persino superiore, sfruttando una parte superiore del corpo estremamente solida. Giocatore che tende a cercare la stoppata, rischiando di mettere a repentaglio la tenuta a rimbalzo: un protettore del ferro che richiede l’assistenza dei compagni per non sbilanciare eccessivamente la squadra in caso di conclusione sbagliata.

Offensivamente è un lungo che sa aprire il campo, che gioca con palla in mano e sa leggere il gioco senza palla, evoluto rispetto ai suoi inizi in NBA. Un “4” da considerare più un giocatore esterno che interno, per cui il ferro non è la prima opzione offensiva. La sensibilità di tocco in avvicinamento non è eccelsa, ma il nigeriano non esclude di tentare la conclusione sia di mano forte che di mano debole (nel 22-23 a Sacramento è stato nell’85° percentile NBA per incisività sui tagli). Un giocatore che, in Eurolega, spicca per il tiro dalla distanza, dove la combinazione tra altezza del rilascio, velocità di caricamento e fluidità del movimento lo rendono completo e utilizzabile in più situazioni.

Per il Barcellona un elemento che può diventare sempre più determinante e che, osservando in termini più generali rispetto alla competizione, ambisce a diventare un crack per il basket europeo. Fino a qui il suo talento, fisico e tecnico, non era ancora esploso in questo modo (5.8 punti di media nelle prime 5 gare), ma l’ultima prova potrebbe essere la rampa di lancio verso un futuro a breve termine molto radioso.