L’Olimpia Milano sembrava andare incontro a una stagione profondamente diversa dopo le tante delusioni patite in Eurolega negli ultimi anni. Con le 6 vittorie nelle prime 7 giornate in tanti hanno iniziato a illudersi di vedere le scarpette rosse lottare finalmente per le prime posizioni anche in ambito europeo. Invece poi è iniziato il lungo e inesorabile declino e adesso il quintetto milanese è precipitato addirittura al dodicesimo posto in classifica, con la zona playoff che si sta sempre più allontanando. Il destino dell’anno scorso, dell’anno prima e dell’anno prima ancora, insomma, si sta materializzando anche in questa stagione.
A Kaunas con lo Zalgiris i milanesi hanno lottato fino in fondo, hanno provato a raddrizzare una partita che sembrava mettersi male già nel primo tempo e ci sono parzialmente riusciti perchè hanno allungato la contesa all’overtime sul 91-91, prima di crollare e di consegnarsi ai lituani, che si sono imposti alla fine per 105-97, risultato che consente loro di ribaltare anche l’85-81 con il quale Milano si era aggiudicata la gara di andata. Non è nemmeno fortunato per Ettore Messina, che doveva fare già a meno del forte centro Arturas Gudaitis, sostituito comunque più che degnamente da Tarczewski, tra i migliori con i suoi 18 punti, gli stessi che hanno realizzato anche Micov e Rodriguez, quest’ultimo uscito dal campo pure con qualche acciacco e in dubbio per le prossime partite.
La classifica non è ancora del tutto compromessa perchè mancano ancora 8 giornate alla conclusione e l’ottavo posto dista solo una vittoria. Il problema è che in quella partita di differenza sono racchiuse ben 5 formazioni oltre all’Olimpia e sono il Khimki, il Valencia, il Fenerbahce, lo stesso Zalgiris e l’Olympiacos. E Milano ha lo scontro diretto a sfavore già con russi e lituani. Il calendario inoltre non viene nemmeno incontro perchè presenta per settimana prossima un doppio turno dal sapore spagnolo, con l’impegno molto difficile al Forum contro il Real Madrid di martedì prossimo e la replica a sole 48 ore di distanza sul parquet di Valencia, in uno scontro diretto che suona già come ultima spiaggia.