Se per la Western Conference la sorpresa di trovare in finale Clippers e Suns è stata notevole, sull’altra costa le cose sono andate, se possibile, in modo ancora più inaspettato, visto che a giocarsi il passaggio alle Finals saranno Milwaukee Bucks e Atlanta Hawks.
Atlanta Hawks, la sorpresa delle sorprese
Alzi la mano chi, tra i lettori appassionati di basket, si aspettava all’inizio di questa stagione NBA, l’approdo alle finali della Eastern Conference della squadra di Atlanta.
Costruita con un roster piuttosto equilibrato, fino a tre quarti di regular season, la massima aspirazione degli Hawks sembrava essere quella di centrare il passaggio dei play off, possibilmente cercando di evitare la roulette russa dei play in per poi giocarsela dignitosamente al primo turno o giù di lì.
L’obiettivo è stato raggiunto con qualche partita di anticipo, ma il piazzamento finale di Trae Young e compagni, è stato in bilico fino all’ultimo.
Alla fine Atlanta ha chiuso al quinto posto con un record di 41 vittorie e 31 sconfitte, identico a quello degli avversari del primo turno, i Knicks di New York e simile a quello di Miami che ha chiuso sesta con 40 W e 32 L.
Delle squadre che non avevano il fattore campo a favore e della stessa New York, gli Hawks hanno chiuso la regular season con il migliore attacco, secondo solo a quello dei Wizard, poi spazzati via dai Sixers.
La serie contro i Knicks è stata senza ombra di dubbio la meno spettacolare di quelle giocate fino ad ora in questi play off, tanto che, al termine del netto 4-1 rifilato ai ragazzi di Tom Thibodeau, il passo successivo sembrava una facile eliminazione in semifinale.
I Sixers, falcidiati dall’infortunio di Embiid e dalle terribili prove di Ben Simmons, sono invece riusciti nella non facile impresa di farsi sorprendere a Gara 7 da una squadra che oggettivamente ha un talento nemmeno paragonabile a quello di Philadelphia, sconfitta da un Trae Young nemmeno poi tanto straripante nella serie e, soprattutto, da una chimica di squadra che è il vero punto di forza dei dettami tattici di Nate McMillan.
Milwaukee Buck, adesso o mai più
I Bucks hanno costruito ormai da anni un roster atto ad esaltare le caratteristiche del suo uomo franchigia, il due volte MVP Giannis Antetokounmpo e le cose sono andate tutto sommato bene fino a quando non è arrivata la vera e propria resa dei conti, le Finali di Conference.
Nel 2019 il bruciante KO arrivò contro i sorprendenti Toronto Raptors, poi campioni, che approfittarono proprio di un brutto infortunio del greco che permise loro di chiuderla a Gara-6 col risultato di 4-2
L’anno scorso, nella bolla di Orlando, fu invece Erik Spoelstra a imbrigliare Antetokounmpo e compagni con una difesa leggendaria che prevedeva rotazioni spasmodiche sull’ala europea, che portò allo stesso risultato dell’anno prima nella serie dei Bucks contro Toronto, 4-2.
Quest’anno Milwaukee ci riprova e approda per la terza volta consecutiva alle finali di Conference, dove l’avversario è pericoloso, ma non può non definirsi abbordabile per gli uomini di Mike Budenholzer, chiamati da questa sera a condurre in porto la serie contro Atlanta.
In regular season i Bucks hanno battagliato a lungo per il primato, insieme ai 76ers e ai Nets, entrambe eliminate in Semi di Conference.
La serie con Brooklyn è stata drammatica e gli ultimi 5 minuti di Gara 7 hanno mostrato come una stagione così logorante possa mettere in ginocchio anche atleti di questo calibro.
Antetokounmpo vs Young
Va da sé che quando si deve analizzare una serie di Finale di Conference di questa importanza, si parte sempre e comunque dagli uomini più rappresentativi, ma quando si tratta di due giocatori che sono di gran lunga quelli su cui poggia l’attacco delle due squadre, allora l’enunciato va rafforzato.
Trae Young ha chiuso la stagione con 63 giocate, 25 punti e 9 assist in 33,7 minuti di media a partita, forse meno decisivo del greco, ma coadiuvato da un supporting cast che ne ha esaltato le doti di leader in campo, grazie ai vari Collins, Bogdanovic e Capela, con il nostro Danilo Gallinari protagonista di una stagione ai massimi livelli.
Due partite in meno le ha invece giocate Antetokounmpo, che, almeno per quanto riguarda i numeri, ha tolto più di una volta le castagne dal fuoco ai Bucks, con una media di 28 punti a partita, 9 rimbalzi e 6 assist.
C’è ancora da lavorare e non poco, sui tiri liberi, vero e proprio cruccio storico di Giannino, che ha, in compenso, migliorato il suo approccio offensivo nelle prime due serie dei play off, riducendo il tiro da 3 e prendendoselo solo quando palesemente sfidato dai suoi avversari di turno, ma, soprattutto, evitando le scorribande verso il ferro dal palleggio.
Si è visto soprattutto nella sfida contro Nets, come il greco abbia lasciato ad altri il compito della costruzione delle azioni offensive, dialogando molto di più con i compagni che lo hanno spesso liberato verso il ferro, immarcabile nel momento in cui è stato assistito contro avversari che non potevano nemmeno guardarlo…
Le chiavi della serie
In relazione all’ultimo paragrafo che avete appena letto, la chiave della serie tra Milwaukee e Atlanta sta tutta negli adeguamenti difensivi che McMillan riuscirà a mettere in pratica sul 34, possibilmente sulla falsariga di ciò che fece Spoelstra l’anno scorso.
Capela, Collins e Bogdanovic in prima battuta, dovranno provare a limitare, perché fermarlo sembra un’impresa titanica, il giocatore greco, perché se la difesa diventerà statica, allora non c’è una chance perché Antetokounmpo non ne faccia poltiglia.
Dall’altra parte della metà campo, Trae Young dovrà trovare serate positive al tiro, perché le percentuali che si sporcano quando la point guard di Atlanta comincia a spadellare senza senso, sono il maggior rischio di tornare a casa con un sonante 4-0 e simili sul groppone…
Dietro i due uomini d’oro delle due squadre, i Bucks necessitano della buona lena al tiro degli esterni, Lopez, sempre più lontano da canestro e Middleton, su tutti.
Si sono sprecati fiumi di inchiostro sulla stagione di Jrue Holiday, soprattutto in difesa e, sulle partite che si devono ancora giocare, ci sentiamo di apporre una bella firma sotto.
Ad Atlanta non basteranno apporti sufficientemente incisivi di John Collins e Bogdan Bogdanovic.
Una serie di finale di Conference non si può condurre in porto se non si dà qualcosa in più del 100% canonico, che, a questo punto della stagione, sarebbe già comunque un buon risultato.
Ci si aspetta una grande prova difensiva da parte di Clint Capela, necessario ad arginare lo strapotere del greco e per portare a casa il maggior numero possibile di rimbalzi.
Bucks decisamente di un altro livello e con giocatori che hanno più esperienza in questo tipo di partite.
Riusciranno a combinare una nuova frittata?