Mancavano quattro pass da assegnare per le Olimpiadi di Parigi 2024: a Riga, al Pireo, a Valencia e a San Juan sono andati in scena i quattro tornei Preolimpici che hanno consegnato la vittoria a tre squadre padrone di casa (Grecia, Spagna e Porto Rico), con il solo Brasile a sparigliare le carte a Riga. Cade nettamente l’Italbasket, sconfitta in semifinale dalla Lituania.
Il Brasile vince a domicilio
E se vi dicessimo che il Brasile ha cominciato la finale contro la Lettonia con un 8/8 da oltre l’arco e 34 punti totali nel solo primo periodo, di cui un canestro allo scadere da metà campo di Bruno Caboclo? Ebbene, non è una storia inventata, ma un vero e proprio capolavoro degli uomini del maestro Aza Petrovic, che hanno sbaragliato la concorrenza dei padroni di casa della Lettonia. A Riga non c’è stata partita, con il team di coach Banchi che non ha avuto la forza mentale per rialzarsi dopo la batosta: i dati dei lettoni dicono 8/29 da tre punti e un Davis Bertans limitato ad un solo canestro (da tre) segnato. A non mollare mai sono stati Richards Lomazs e Arturs Zagars, sui quali è necessario spendere due parole. Il primo è stato fedele scudiero di coach Banchi, autore di 12 punti di media (20 punti in semifinale e 15 in finale) nelle quattro partite disputate e con un minutaggio di 24 minuti a gara. Il secondo, grande protagonista del mondiale 2023, sembra stia tornando sui suoi livelli – dopo il brutto infortunio subito con la maglia dei BC Wolves ad ottobre 2023 – ed è stato uno degli ultimi a mollare contro il Brasile.
I verde-oro però sono risultati assolutamente perfetti. L’8/8 da tre punti di inizio gara, diventato 13/24 al termine dell’incontro, ha sicuramente fatto la differenza in finale, così come Caboclo, che, piaccia o meno, è stato il vero dominatore di questo Preolimpico (17.8 punti e 7 rimbalzi di media). Che dire poi di Huertas? Il mix di qualità ed esperienza ha ancora una volta sbaragliato la concorrenza e il suo palleggio, arresto e tiro dal cuore dell’area è una bellezza per gli appassionati di pallacanestro (per lui 11.5 punti, 4 rimbalzi e 5.3 assist di media, eroe nella vittoria contro il Montenegro). Il team di coach Petrovic ha avuto tanto anche da Meindl e De Paula, tiratori mortiferi dalla lunga distanza (7/13 in finale), con il primo che ha realizzato complessivamente 10 delle 19 triple tentate in questo Preolimpico. I brasiliani vincono meritatamente e a Parigi affronteranno Francia, Germania e Giappone nel gruppo B.
Questo il miglior quintetto del Preolimpico a Riga: Richards Lomazs (Lettonia), Jeremiah Hill (Cameroon), Justin Brownlee (Filippine), Leo Meindl (Brasile), Bruno Caboclo (Brasile).
Grecia in scioltezza
La Grecia ha sicuramente impressionato. Coach Spanoulis, dopo l’avventura sulla panchina del Peristeri, sta dando una grossa impronta anche alla sua nazionale. I Greci sono una squadra che, grazie alla difesa e all’aggressività, oltre che alla fisicità, è riuscita a viaggiare in contropiede, a segnare tanto (94.5 punti di media, ben due volte sopra i 90 segnati e una sopra i 100) e a limitare molto gli avversari. Calathes ha marcato Hezonja in finale ed è risultato uno dei migliori dei suoi (doppia-doppia di media tra punti, 10, e assist, 10.5), Antetokounmpo ha messo a referto i soliti 23 punti contro la Croazia (22.7 punti in 22.5 minuti di media, a riposo con l’Egitto), ma soprattutto Papagiannis è stato un fattore assoluto da tre punti in finale (5/8 e 19 punti). I greci hanno eliminato in rapida sequenza la Repubblica Dominicana, coriacea ma pur sempre senza Towns, il modesto Egitto, la Slovenia di Doncic (96-68 il risultato) e, come anticipato, la Croazia. Ora, dopo un Preolimpico poco combattuto, la Grecia è attesa dal salto di qualità: tornata alle Olimpiadi dopo 16 anni (ultima apparizione nel 2008), i ragazzi di coach Spanoulis sfideranno Canada, Spagna e Australia in un girone clamoroso e in cui ogni minimo errore sarà punito.
Questo il miglior quintetto del Preolimpico al Pireo: Chris Duarte (Rep. Dominicana), Luka Doncic (Slovenia), Giannis Antetokounmpo (Grecia), Nick Calathes (Grecia), Ivica Zubac (Croazia).
In casa della Spagna non si passa
Quella tra la nazionale spagnola e le Bahamas era forse la partita più incerta e con il tasso tecnico più elevato delle quattro sfide. Le Bahamas avevano un sogno concreto e hanno dimostrato per tutto il Preolimpico di valere tanto, ma la Roja, ancora una volta, non ha tradito i suoi tifosi e si è guadagnata il pass per Parigi. L’ennesimo, dato che è la settima Olimpiade consecutiva raggiunta dalla Spagna, la sesta, pensate un po’, per Rudy Fernandez, il quale, al termine del match, è uscito in lacrime dal campo per l’obiettivo appena raggiunto.
Le Bahamas vengono comunque eliminate a testa altissima, dopo aver battuto in ordine temporale Finlandia, Polonia e Libano, e dopo aver giocato una finale sicuramente di grande qualità. I tre Nba ci hanno provato, spinti da un Ayton a dir poco incontenibile (17 punti e 8/13 al tiro in finale, 19.5 punti e 11.8 rimbalzi di media nel Preolimpico), ben coadiuvati dal 18enne Edgecombe (insieme a Muurinen della Finlandia una delle giovani promesse del basket), ma la Spagna, come spesso è accaduto negli ultimi anni, era in missione. A Valencia i tifosi si sono goduti un Lorenzo Brown trasformatosi in Kyle Korver, che realizza le tre triple dell’allungo nel secondo quarto e la tripla della sostanziale staffa nell’ultimo. I simboli delle “Furie Rosse” rimangono però Rudy Fernandez e anche il sottovalutato Alberto Diaz. Del primo c’è poco ancora da dire: 9 punti a bersaglio in 20 splendidi minuti sul parquet, canestri essenziali e una difesa intensa nel finale di partita su Buddy Hield, nonostante le 39 primavere sulle spalle. Alberto Diaz, giocatore di Malaga, è stato altrettanto essenziale per coach Scariolo e il suo minutaggio (18’ in campo, cruciale negli ultimi 10’ di gara) testimonia l’apporto decisivo, soprattutto in fase difensiva, in cui si è occupato della star Nba Eric Gordon, limitandolo quanto possibile. Gli spagnoli proveranno ad andare nuovamente a medaglia in quel di Parigi e se la vedranno proprio con Canada, Australia e Grecia, decisamente non il girone più semplice.
Questo il miglior quintetto del Preolimpico a Valencia: Mikail Jantunen (Finlandia), Omari Spellman (Libano), Santi Aldama (Spagna), Willy Hernangomez (Spagna), Deandre Ayton (Bahamas).
Porto Rico da paura!
La favorita nel torneo Preolimpico svoltosi a San Juan era sicuramente la Lituania. Con un roster solido, fisico e di talento, privo di Valanciunas, il team di coach Maksvytis sembrava poter dominare. Invece la realtà è stata diversa, con i lituani che non hanno avuto particolari problemi a giungere alla finale, battendo Messico, Costa d’Avorio (col brivido) e Italia, ma poi hanno dovuto fare i conti con Porto Rico.
I caraibici, come la Spagna sopracitata, erano in missione. Alvarado, Mvp della competizione, ha spinto sull’acceleratore dal primo minuto della prima partita fino all’ultimo della finale, guidando i suoi compagni ad una qualificazione storica, giunta 20 anni dopo l’ultima volta (Atene 2004). L’idea chiara di Porto Rico era di alzare il ritmo e così è stato (11-3 per cominciare la partita): maggior numero di possessi e maggior possibilità di sprigionare il talento dei propri esterni, aumentando anche il punteggio. Ne è nata una partita conclusasi sul 79-68, in cui la Lituania ha faticato a rincorrere i portoricani, questi ultimi spinti da un pubblico caldissimo. Indovinate gli eroi della partita? Alvarado e Waters, sempre loro (41 punti in due), senza dimenticare i lunghi Romero e Conditt, grandi “rim protectors”. A steccare, per merito anche della difesa portoricana, è Grigonis, che realizza solo 8 punti con 2/6 da tre. L’impresa dunque è servita: Porto Rico vola a Parigi e giocherà contro Stati Uniti, Serbia e Sud Sudan nel gruppo C.
Questo il miglior quintetto del Preolimpico a San Juan: Danilo Gallinari (Italia), Tremont Waters (Porto Rico), José Alvarado (Porto Rico), Marius Grigonis (Lituania), Joshua Ibarra (Messico).
Italbasket delusa
Inutile girarci intorno, la delusione è tanta. Di certo, l’Italbasket non aveva il roster migliore sulla carta e non era la favorita di questo Preolimpico. La vittoria contro il Barhein era scontata, mentre le sconfitte contro Porto Rico e Lituania sono arrivate rispettivamente con 11 e 24 punti di scarto, con grandi difficoltà giunte nella seconda metà di gara. Si poteva fare di più? Difficile a dirsi, ma senza Fontecchio (infortunato e che ha da poco rifirmato a 16 milioni per due anni con Detroit) l’Italia ha faticato e non poco in fase offensiva, concedendo troppo anche in quella difensiva. È anche chiaro che Porto Rico e Lituania, contro la nostra nazionale, si sono esaltate, specie dalla lunga distanza: Alvarado ha messo a ferro e fuoco la difesa azzurra, segnando da ogni parte del campo, anche da 9 metri; stesso discorso per Grigonis, autore di 23 punti contro l’Italbasket e di un sontuoso Preolimpico.