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L’ultimo titolo dei Celtics risaliva al 17 giugno 2008, quando la squadra di coach Doc Rivers vinse contro i Lakers in una gara 6 senza storia (131-92). A guidare i biancoverdi in quella partita fu il quartetto delle meraviglie, composto da Garnett, Allen, Rondo e Pierce, autori di 90 punti in quattro. Boston è tornata ora sul gradino più alto del podio, conquistando, esattamente 16 anni dopo, il diciottesimo anello della proprio storia, battendo in gara 5 i Dallas Mavericks (106-88). Un segno del destino.

History has made

I Celtics superano i Lakers per il maggior numero di titoli vinti nella storia della Nba. Lo fanno disputando una post season da veri campioni, perdendo solo tre partite in quattro serie (una contro gli Heat al primo turno, una contro i Cavs al secondo e una contro i Mavs in finale).

Boston è ritornata dunque al titolo in grande stile, guidata dal suo quintetto, che ha prodotto ben 90 punti (sui 106 di squadra) nella decisiva gara 5 contro Dallas. I biancoverdi hanno perso meno palloni degli avversari (7 contro 13), hanno catturato più rimbalzi (51 contro 36) e hanno smazzato più assist (25 contro 18), segnali inequivocabili del dominio del team di coach Mazzulla. Si era capito subito su che binari potesse andare il quinto e decisivo atto della serie: Dallas ha approcciato il match forzando tanti tiri da tre e faticando a creare in fase offensiva (1/9 in avvio), mentre Boston è risultata subito energica, attaccando molto il ferro. Il match, di fatto, non è durato nemmeno un periodo, dato che, negli ultimi due minuti del primo parziale, i Celtics hanno piazzato un break terrificante (9-0) e si sono definitivamente sbloccati, spiccando il volo.

Jaylen Brown è l’Mvp di queste Finals (20.8 punti, 5.4 rimbalzi e 5 assist di media contro Dallas), dopo il premio di miglior giocatore guadagnato alle Eastern Conference Finals. Per lui altri 21 punti, con 8 rimbalzi, 6 assist nel quinto atto della serie e il solito dispendioso lavoro in fase difensiva su Doncic, anche se, per questa gara 5, il migliore risulta Jayson Tatum, il quale, pur sparacchiando da oltre l’arco (1/7), è infermabile quando attacca il ferro. Una sorta di carrarmato in corsa, su cui la difesa di Dallas non sa come difendere. 31 punti, 8 rimbalzi e soprattutto 12 assist (di cui 8 nel solo primo tempo), una supremazia assoluta. È il primo anello per il duo Brown-Tatum, che si prende una bella rivincita dopo la sconfitta subita nel 2022 contro i Golden State Warriors di Curry.

Jrue Holiday e Al Horford

Un discorso a parte meritano i due veterani dei Celtics, autentici fattori sottotraccia (ma nemmeno tanto) del successo biancoverde.

Per Holiday si tratta del secondo titolo, dopo quello conquistato con la canotta dei Bucks nel 2021. E molti si chiedono come Milwaukee si sia lasciata sfuggire un giocatore del genere, capace di essere decisivo tanto in fase difensiva, marcando e tenendo spesso fuori dai giochi Irving (solo 15 punti in gara 5), quanto in quella offensiva (14.4 punti, 7.4 rimbalzi e 3.8 assist in queste Finals). Un giocatore capace di fare la cosa giusta al momento giusto, un discorso che vale anche per il suo collega Al Horford, primo dominicano ad ottenere un anello Nba. Alla diciassettesima stagione nella lega, “Big Al” si è gettato e buttato sul parquet come fosse un rookie, recuperando palloni, difendendo su esterni e lunghi e dando sempre (e sottolineiamo sempre) il suo contributo, pur senza essere appariscente a livello offensivo (solo una volta in doppia cifra in queste Finali).

Mavericks sconfitti

Da “underdogs”, la run ai playoff di Dallas non può che essere stata positiva, secondo molti anche al di sopra delle aspettative. Battuti Clippers, Thunder e Timberwolves, i Mavs si sono scontrati contro il muro difensivo dei Celtics, non riuscendo a trovare le soluzioni offensive di cui invece il team di coach Kidd aveva potuto usufruire nelle precedenti serie – merito anche della retroguardia Boston e delle contromosse di coach Mazzulla.

Doncic è risultato il primo giocatore della storia a guidare un’edizione dei playoff per punti, rimbalzi, assist e rubate. È mancata la difesa in diversi frangenti, è mancato anche il tiro da tre punti (11/42 contro i Celtics), ma senza di lui la nave Mavs sarebbe affondata ben più di quanto abbia fatto in queste Finals.

Anche perché Kyrie Irving ha giocato da Kyrie forse in un paio di partite, in gara 3 e 4 (rispettivamente 35 e 21 punti), limitato nelle altre da Holiday e compagni (41 su 99 al tiro, ma soprattutto 8/29 da tre). Il supporting cast ha avuto anch’esso un rendimento ondivago, così come non è stato eccellente il tiro da tre punti di squadra (47/156 nelle Finals), non un fattore come nelle serie precedenti.