La guardia dei T-Wolves ha eliminato i Suns dei “Big Three” (Durant-Booker-Beal), vincendo la sua prima serie playoff nella lega, e ora, dopo il successo anche in gara 1 contro i Nuggets, ha come unico obiettivo la conquista dell’anello Nba. Nel frattempo molti si chiedono se possa diventare o addirittura se è già diventato la nuova star su cui debba investire la lega: la risposta più plausibile è “sì”, Edwards sembra essersi già preso definitivamente lo scettro.
Eliminare il proprio idolo
Non è un segreto che Ant-Man sia un grande fan di Kevin Durant. Il giocatore in forza a Minnesota ha dichiarato più volte che KD rappresenti il suo modello, una guida a cui ispirarsi e a cui ispirare il proprio gioco, anche a livello di leadership in campo. Ebbene, Edwards, dopo aver traghettato i T-Wolves al terzo posto in Regular Season nella Western Conference (56-26 il record), ha deciso di fare di più, eliminando addirittura i Suns con un netto sweep (4-0). È chiaro che non sia tutto merito suo, dato che Minnesota può vantare una squadra solida: due lunghi di livello (Towns e Gobert), un playmaker ordinato (Conley), il miglior sesto uomo dell’anno (Reid) e, oltre al già citato Ant-Man, un supporting cast di assoluto rispetto (leggasi McDaniels, N. Alexander-Walker e Kyle Anderson). Nelle quattro vittorie al primo turno ai danni di Phoenix Edwards ha disputato una serie impressionante, viaggiando a 31 punti, 8 rimbalzi e 6.3 assist di media e guidando Minnesota al successo in una serie playoff che mancava da vent’anni. In gara 4 in Arizona, il talento di Atlanta classe 2001 ha messo a referto 40 punti con 7/13 da oltre l’arco e un dominio che raramente si vede in Nba. È vero che i numeri spesso non raccontano tutto nella pallacanestro, ma in questo caso non fanno altro che confermare lo strapotere di questo ragazzo.
“Impressionante” è anche il termine utilizzato da Kevin Durant per descrivere il suo avversario: il numero 35 dei Suns ha spiegato in conferenza stampa che seguirà Edwards per il resto della sua carriera, dato che è il suo giocatore preferito da guardare. Un elogio di grande valore, che, in qualche modo, permette di passare parzialmente il testimone di giocatore simbolo della Nba ad Ant-Man. Lo stesso Karl-Anthony Towns, suo compagno di squadra ai Timberwolves, lo incorona già, nel post gara 4, come volto della lega. Un siparietto interessante, in cui Towns esalta Edwards, il quale però, vestito con cappellino e canotta bianca, cerca di mantenere un profilo basso.
La schiacciata-simbolo
Il punto esclamativo della guardia dei T-Wolves nella serie contro i Suns è arrivato verso la fine di gara 4. Sul 113-111 per Minnesota a 2 minuti e 17 secondi dal termine, Edwards riceve palla nella metà campo offensiva sul lato sinistro e si gioca l’uno contro uno con Bradley Beal. Ant-Man fa passare la palla sotto le sue gambe e poi arriva l’accelerazione improvvisa. Beal è battuto ed Edwards vola verso il ferro. Durant prova ad aiutare, ma si accorge che non c’è niente da fare, dato che Ant è un treno in corsa. Destro-sinistro e spicca il volo, andando a schiacciare con una mano, la destra, in piena estensione. Una giocata a dir poco clamorosa, a cui Ant-Man ci ha ormai abituato – citofonare, per citarne alcuni, a Jackson Jr., Sengun, Saric e Watanabe, insomma la lista è lunga e i poster sono tanti. Senza voler essere blasfemi, per certi versi Edwards ricorda il leggendario Michael Jordan, soprattutto dal punto di vista delle movenze (e anche della leadership in campo, compresa di trash talking). Quella schiacciata è il punto esclamativo a livello emotivo di una serie che non ha mai avuto storia.
Parigi 2024
Alle Olimpiadi di Parigi Anthony Edwards ci sarà e, ad ora, sembra essere abbastanza sicuro della partenza in quintetto. La serie contro i Suns ha infatti detronizzato Devin Booker da un possibile starting five, anche se si parla ancora di puro fantabasket e coach Kerr avrà tanto lavoro da fare per trovare gli equilibri giusti. Un roster con un talento infinito, composto da Lebron James, Steph Curry, Jayson Tatum, Joel Embiid, Tyrese Haliburton, Jrue Holiday, Bam Adebayo, Anthony Davis, Kawhi Leonard e i già citati Edwards, Booker e Durant, e che vuole tornare a brillare dopo il quarto posto ottenuto ai Mondiali (2023).
Dicevamo del passaggio di testimone. È la prima volta dal 2005 che al secondo turno di playoff non figurano i nomi di Kevin Durant, Steph Curry e Lebron James, una sorta di ricambio generazionale. Detto di KD, Curry non è riuscito a qualificarsi con i suoi Warriors alla post season, mentre James e i Lakers sono stati sconfitti, ancora una volta, dai Nuggets al primo turno (4-1). Anthony Edwards si sta dunque facendo largo a suon di trentelli e prestazioni mostruose nell’Olimpo dei migliori giocatori sul pianeta. È americano e l’Nba potrebbe andare all-in su di lui in un futuro prossimo, sempre se non lo stia già facendo. Non stupirebbe se la guardia dei T-Wolves diventasse nei prossimi anni Mvp della lega, Jokic e Antetokounmpo permettendo. Di sicuro la sua stella è più che luminosa ed è ben visibile anche senza l’utilizzo del telescopio.
Minnesota contro Denver promette spettacolo
Prima di Parigi, come detto, Anthony Edwards ha un compito da portare a termine. Un obiettivo non semplice da raggiungere, dato che sulla strada dei T-Wolves ci sono i campioni in carica dei Denver Nuggets, usciti vincenti dal confronto con i Lakers grazie ad uno strepitoso Jamal Murray – per lui due game winners in due partite della serie, l’unico a riuscirci dalla stagione 1997-98 ad oggi. Non bisogna ovviamente dimenticare Nikola Jokic, meno appariscente, ma con medie spaventose anche in questo caso (28.2 punti, 16.2 rimbalzi e 9.8 assist di media contro i Lakers).
Sarà uno scontro epico, come dimostrato dal primo atto della serie, in cui i T-Wolves hanno fatto il colpo alla Ball Arena di Denver (106-99). Si sa che i campioni, quelli veri, si esaltano in partite tanto cruciali come queste e Ant-Man ne ha dato una prova: in gara 1 a Denver la guardia classe 2001 ha messo a referto ben 43 punti, suo personale record ai playoff, raggiungendo il compianto Kobe Bryant nella speciale lista dei giocatori di massimo 22 anni ad aver segnato 40+ punti in due gare consecutive di playoff. Un segnale non da poco lanciato da Anthony Edwards a tutta la lega, Jokic compreso.