Da venerdì 14 a domenica 16 febbraio andrà in scena a San Francisco (Chase Center) l’All-Star Game 2025 (tutto in diretta su Sky Sport Nba), con un format decisamente nuovo e fresco. Si parte nella notte tra venerdì e sabato con l’All-Star Celebrity Game (intorno all’1.00, ora italiana) e il Rising Star (dalle ore 3.15); si passa alla notte tra sabato e domenica (dalle ore 2.00) allo Skills Challenge, al 3-point Contest e alla gara delle schiacciate, prima di concludere il tutto con la partita delle stelle tra domenica e lunedì in notturna (dalle ore 2.20).
La possibile svolta
Non sappiamo se la nuova formula permetterà all’Nba di riportare l’All-Star Game ai fasti di un tempo (gli ascolti sono decisamente in calo), ma, come spesso accade, il Commissioner Adam Silver e il suo team stanno cercando una soluzione che possa rilanciare quella che un tempo era una delle sfide più attese dell’anno.
Non ci sarà più una gara secca, ma un torneo a quattro squadre: ognuna avrà a disposizione otto giocatori (24 totali, 12 per Conference), con la quarta formazione che sarà la vincitrice del Rising Stars. Insomma, una nuova esperienza, che renderebbe più avvincente anche il mini-torneo tra rookies, sophomores e giocatori della G League, in programma nella notte tra venerdì e sabato.
Tre sono le partite che si giocheranno domenica: due semifinali e la finalissima (tra le due vincenti). Ogni sfida di questa mini-competizione si disputerà ai 40 punti (vince chi prima arriva a questo target) e, ovviamente, ci saranno dei premi in denaro. Ogni giocatore della squadra vincente si porterà a casa 125 mila dollari, chi giunge secondo 50 mila, mentre a chi chiuderà al terzo o al quarto spetteranno 25 mila dollari. Il format appena descritto sarà anche lo stesso che verrà utilizzato per il Rising Star – le cui squadre sono state descritte più avanti.
Charles Barkley, Shaquille O’Neal e Kenny Smith hanno vestito i panni dei GM per una sera, scegliendo gli atleti delle tre squadre di All-Star, mentre Candace Parker (Nba Analyst e leggenda WNBA) sarà la GM dei Rising Stars Champion.
I giocatori più votati
Tramite il voto di tifosi (50%), giornalisti (25%) e di tutti i giocatori (25%), sono stati scelti i dieci titolari, cinque per Conference. Ad Est è stato Giannis Antetokounmpo ad essere il più votato, raggiungendo quasi 4.5 milioni di voti, anche se, a causa di un infortunio muscolare al polpaccio ha dovuto cedere il suo posto a Trae Young. A lui si sono affiancati ben due giocatori dei New York Knicks, ovvero Jalen Brunson e Karl-Anthony Towns, mentre a completare lo starting-five ci hanno pensato Donovan Mitchell e Jayson Tatum, che, con le rispettive squadre (Cavs e Celtics), stanno dominando la Eastern Conference.
Ad Ovest invece, Lebron James si è confermato come bandiera dell’All-Star Game, essendo giunto alla 21esima convocazione (in 22 stagioni). Per lui il posto di titolare è risultato quasi automatico, così come per Shai Gilgeous-Alexander e Nikola Jokić, il duo che sta battagliando per il titolo di Mvp della Regular Season. Kevin Durant (15esima apparizione) e Steph Curry hanno completato un quintetto con il quale, onestamente, si potrebbe conquistare il mondo per anni.
Le riserve e gli esclusi
Oltre a Mitchell, Cleveland avrà altri due atleti iscritti alla parata delle stelle, ovvero Darius Garland ed Evan Mobley, entrambi nelle riserve della Eastern Conference. A loro si sono aggiunti Cade Cunningham, protagonista indiscusso con la maglia dei Pistons e alla prima chiamata, Jaylen Brown (Celtics), Tyler Herro (Heat), Damian Lillard (Bucks) e Pascal Siakam (Pacers).
Ad Ovest invece, Anthony Davis, appena passato da Los Angeles a Dallas, è stato rimpiazzato da Kyrie Irving nella second unit, composta anche dall’estro di Anthony Edwards (Timberwolves) e dall’eterno James Harden (Clippers). Non poteva mancare anche Victor Wembanyama (Spurs), a cui si sono aggiunti Jaren Jackson Jr. (Grizzlies), Jalen Williams (Thunder) e Alperen Sengun, con quest’ultimo che sta guidando i suoi Rockets ad una stagione più che interessante.
Come di consueto, saranno diversi gli esclusi dall’edizione 2025. In primis, da sottolineare l’assenza ad Est di LaMelo Ball, da molti considerato maggiormente degno di convocazione rispetto a Damian Lillard. Banchero e Franz Wagner, entrambi ad Orlando, avrebbero anche loro meritato un posto, ma i rispettivi infortuni hanno pesato e non poco sulla scelta di escluderli. Ad Ovest mancherà Luka Dončić, il quale, appena passato ad LA, è rimasto ai box per diversi tempo e dunque vale lo stesso discorso di cui sopra per il duo dei Magic. Ancora escluso Domantas Sabonis, nonostante le sue medie da capogiro in stagione (20.5 punti, 14.3 rimbalzi e 6.2 assist).
Rising Star
Anche in questo caso, Rookie (10), Sophomore (11) e atleti della G League (7) disputeranno un mini-torneo “Rising Star” e la squadra vincente parteciperà, come anticipato, all’All-Star Game di domenica.
Dieci sono i rookies chiamati a rapporto, ovvero Bub Carrington (Wizards), Stephon Castle (Spurs), Tristan Da Silva (Magic), Zach Edey (Grizzlies), Dalton Knecht (Lakers), Jared McCain (76ers), Yves Missi (Pelicans), Zaccharie Risacher (Hawks), Alex Sarr (Wizards) e Jaylen Wells (Grizzlies). Undici i sophomore, ovvero Bilal Coulibaly (Wizards), Gradey Dick (Raptors), Keyonte George (Jazz), Scoot Henderson (Blazers), T. Jackson-Davis (Warriors), Jaime Jaquez Jr. (Heat), Dereck Lively (Mavs), Brandon Miller (Hornets), Amen Thompson (Rockets), Cason Wallace (OKC). A questi si è aggiunto anche Victor Wembanyama, già chiamato però tra le riserve ad Ovest di domenica. Per quanto riguarda la G League sono invece sette i “convocati”: JD Davison (Celtics), Mac McClung (Magic), Bryce McGowens (Blazers), Leonard Miller (Timberwolves), Dink Pate (Mexico City Capitanes), Reed Sheppard (Rockets) e Pat Spencer (Grizzlies).
Da sottolineare che McCain, Lively, Miller, Wembanyama e Wallace saranno sostituiti da Ryan Dunn (Suns), Anthony Black (Magic), Toumani Camara (Blazers), Ausar Thompson (Pistons) e Brandin Podziemski (Warriors).
Questi giocatori sono stati poi divisi in quattro squadre:
- La prima, allenata da Mitch Richmond (ex giocatore dei Warriors), è composta dai gemelli Thompson, Amen e Ausar, da Coulibaly, Henderson, Camara, Missi e Carrington;
- la seconda, guidata da Tim Hardaway Sr. (anche lui ex Warrior), è formata da Jaquez Jr., Dick, Black, Risacher, Sarr, Da Silva e Podziemski;
- la terza, condotta da Chris Mullin (sempre ex Golden State), è costituita da Castle, Knecht, Wells, George, Edey, Jackson-Davis e Dunn;
- la quarta, allenata da Jeremy Lin (ex Knicks) e composta solo da giocatori della G League, comprende Davison, Pate, McClung, Sheppard, McGowens, Spencer e Miller.
All-Star Celebrity
Non poteva mancare nemmeno la partita delle celebrità, un match in cui si sfideranno personaggi di spicco provenienti dal mondo del cinema, dell’intrattenimento, dello sport e della musica.
Due saranno le squadre: la prima, condotta in panchina da Barry Bonds (leggenda dei San Francisco Giants) e 2 Chainz (rapper), vedrà innanzitutto il “ritorno in campo” di Baron Davis. Quest’ultimo farà da chioccia ad un gruppo composto anche da Kai Cenat (streamer), Rome Flynn (attore), Allisha Gray (All-Star WNBA), Mickey Guyton (pioniere della musica country), Tucker Halperin (musicista), Noah Kahan (artista), Danny Ramirez (star di Captain America), Masai Russell (medaglia d’oro olimpica di atletica leggera), Pablo Schreiber (attore) e Dylan Wang (cantante cinese).
La seconda invece, guidata dai coach Jerry Rice (tre volte vincitore del Super Bowl) e Kahby Lame (influencer), si baserà sull’ex Nba Matt Barnes, al quale si affiancheranno Bayley (superstar WWE), Chris Brickley (top allenatore di skills di basket), AP Dhillon (cantante indiano), Druski (comico), Walker Hayes (cantautore), Shelby Mcewen (medaglia d’argento olimpica di atletica leggera), Terrell Owens (wide receiver della Pro Football Hall of Fame), Shaboozey (cantautore), Oliver Stark (attore) e Kayla Thorton (campionessa WNBA).
Per Kai Cenat, Dylan Wang, Baron Davis e Walker Hayes si tratta della seconda apparizione al Celebrity Game.
Skills Challenge
All’ormai consueto appuntamento dello Skills Challenge – forse il meno atteso – parteciperanno quattro formazioni composte da due giocatori ciascuna. Il Team Cavs sarà formato da Donovan Mitchell ed Evan Mobley; il Team Rooks dal duo di rookie Zaccharie Risacher (Hawks) e Alex Sarr (Wizards); il Team Spurs sarà composto dalla coppia Chris Paul e Victor Wembanyama, mentre il Team Warriors da Draymond Green e Moses Moody.
3-point Contest
Steph Curry non ci sarà, in compenso Damian Lillard proverà a difendere la corona, lui che ha vinto questa gara già in due occasioni (2023 e 2024). Sette sono gli altri pretendenti, con particolare attenzione a Buddy Hield, tiratore puro ora in forza a Golden State. A lui si aggiungono Jalen Brunson (Knicks), Cade Cunningham (Pistons), Darius Garland (Cavs), Tyler Herro (Heat), Cam Johnson (Nets) e Norman Powell (Clippers), per un’edizione che presenta tanti volti nuovi. A rifiutare la proposta di far parte del 3-point contest è stato invece Anthony Edwards, spiegando che non sapeva come si sarebbe sentito a tirare da solo. Poco male, dato che domenica farà comunque parte del Team Kenny Smith alla partita delle stelle.
Slam Dunk Contest
Sarà presente eccome Mac McClung, vincitore delle ultime due gare di schiacciate e attualmente atleta degli Osceola Magic in G-League. Quattro sono i partecipanti totali, di cui tre esordienti: Matas Buzelis (Bulls), Stephon Castle (Spurs) e Andre Jackson Jr. (Bucks) proveranno a rubare lo scettro al già citato McClung.
Sono però da convincere i giudici, ovvero le leggende Nba Baron Davis, Kevin Garnett, Tracy McGrady e Jason Richardson. Non solo, dato che da quest’anno ogni utente Nba avrà la possibilità di votare in tempo reale tramite App le schiacciate dei partecipanti di cui sopra: questi voti, recuperati dall’influencer Jesser, saranno contati come quelli di un singolo giudice.