Le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono state già di per sé un evento straordinario. Non solo per l’aspetto sportivo, sempre affascinante e sorprendente ma soprattutto per quello umano. Lo spettro della pandemia aleggiava nei pensieri di tutti e l’Italia soprattutto aspettava questo evento per poter celebrare le vittorie del tricolore. Dal nuoto, alla scherma, al salto in alto il Belpaese sapeva di poter competere per ottenere ottimi risultati. Tra di essi non era certo compreso l’oro nei 100 m.
Dopo Mennea nulla
L’ultimo italiano ad aver primeggiato nella gara regina dell’atletica leggera fu Pietro Mennea. Originario di Barletta, non aveva di certo il fisico del velocista. Come ha più volte ricordato il suo allenatore storico, nemmeno lui lo prese particolarmente sul serio quando lo vide correre. Eccessivamente pallido e ossuto ma con una disciplina fuori dal comune. Il suo talento era impossibile da nascondere e la sua incoronazione avvenne in occasione delle Olimpiadi di Mosca del 1980.
I giochi olimpici del 1980 sono stati tutt’altro che semplici e scontati. La dicotomia tra USA e Russia si stava facendo sempre più acre, tant’è che gli statunitensi cercano in ogni modo di sabotare la manifestazione in oggetto. Nessun sabotaggio effettivo se non una mancata partecipazione da parte degli atleti a stelle e strisce. Ciò non deve ingannare. Mennea ha meritato l’oro, nonostante la politica. La sua vittoria non è stata perfetta. Al traguardo alza le dita al cielo per celebrare il successo.
A riscrivere la storia nostrana è stato 41 anni dopo Marcell Lamont Jacobs Jr. Il nome non deve creare confusione così come il fatto che la sua carta d’identità indichi El Paso come luogo di nascita. Nato negli Stati Uniti ma cresciuto in Italia, nello specifico vicino al Lago di Garda. Più eccentrico e massiccio rispetto a Mennea, il campione olimpico in carica rappresenta a tutti gli effetti la figura dell’atleta sottovalutato che riesce a brillare.
Il lungo viaggio verso le Olimpiadi di Tokyo
Marcell Jacobs si è approcciato all’atletica leggera a soli 10 anni. Si è inizialmente dedicato esclusivamente alla velocità per poi nel 2011 iniziare ad abbracciare altre discipline. Una su tutte il salto in alto, attività nella quale ha ottenuto risultati alquanto soddisfacenti, specie a livello giovanile. La sua esperienza si conclude nel marzo 2017 in occasione degli Europei Indoor di Belgrado. Qui si piazza 11°. Dall’anno successivo, si concentra prevalentemente sulla corsa.
Jacobs continua a lavorare su di sé e nell’anno teoricamente antecedente alle Olimpiadi di Tokyo, migliora il suo record nei 100 m piani in occasione del meeting di Padova. In occasione dei campionati del mondo di Doha nel settembre 2019 e corre in 10”7 in batteria. Il 2020 è stato una sorta di turning point. Se da un alto ha penalizzato molti atleti, impedendo loro di giocarsi le proprie carte su un palcoscenico internazionale, dall’altro ha permesso ad alcuni di prepararsi al meglio.
La pandemia ha congelato tutti i più importanti eventi, non solo sportivi, da tempo programmati. Gli atleti avrebbero dovuto essere impegnati dal 24 luglio al 9 agosto 2020. La drammatica situazione pandemica con cui tutto il mondo si è dovuto confrontare ha portato allo slittamento dei giochi all’anno successivo. Ciò è già di per sé sintomatico di un olimpiade atipica e potenzialmente imprevedibile. Difatti, questa è la prima volta nella storia in cui questo maestoso evento è stato posticipato invece che annullato. Tra l’altro la cancellazione dello stesso si è verificata solo perché si stavano combattendo le due guerre mondiali (1916-1940-1944).
Al termine di infiniti dibattiti si è scelto di posticipare i giochi nel 2021, pur mantenendo la dicitura Tokyo 2020 per questione di brandizzazione e marketing. Questa giochi sarebbero stati i primi senza Usain Bolt sui blocchi di partenza dei 100 m . Il giamaicano ha monopolizzato la gara per tre olimpiadi consecutive ed ora se da un lato la competizione è a livelli umani, coloro che vogliono vedere il proprio nome a seguito di quello dell’irraggiungibile velocista sono agguerriti.
Prima delle Olimpiadi, Jacobs mostra la sua strapotenza ai Campionati Europei di Torun (Polonia), vincendo l’oro nei 60m maschili. Qui si impone sugli avversari con il tempo di 6.47 stabilendo così il suo record personale nonché il nuovo record italiano.
L’Italia trova il suo bagliore nell’atletica dopo 13 anni
Marcell Jacobs regala al pubblico a casa, dati gli spalti vuoti dei palazzetti, alcuni sprazzi della sua straripante velocità. Dalla batteria alla semifinale aveva mostrato di avere le qualità per poter tornare a casa con un ottimo risultato. Onestamente nessun italiano si sarebbe aspettato quello che poi in realtà è successo. In occasione della finale si trovata nella seconda corsia. Gli americani, soprattutto Fred Kerley che si trova alla sua destra. Nonostante il nome statunitense ed il doppio passaporto l’azzurro ha sempre dichiarato di sentirsi italiano, per cui quella si preannunciava come una sorta di doppia sfida.
Come già accennato, Jacobs si trova in corsia due. La finale prende il via con la falsa partenza del britannico Zharnel Hughes che costringe tutti gli atleti a riprende posizione sui blocchi. La seconda è quella buona. L’italiano ha qualcosa in più degli avversari. Non si tratta solo di qualità o potenza fisiche. È rabbia agonistica e consapevolezza di sé.
Jacobs mostra una partenza non esattamente da manuale. Sguardo concentrato ma la tensione non ha fatto che aumentare al ritorno sui blocchi. Kerley ha cercato di mettersi davanti a tutti nei primi metri per poi perdere di velocità a circa metà della gara. Al quel punto, l’italiano ha capito che quello era il momento di emergere. Nella fase finale l’americano perde fluidità nella corsa ed al traguardo il tricolore verde bianco rosso decreta la vittoria dell’azzurro.
Marcell Lamont Jacobs entra nell’albo d’oro delle olimpiadi e d’Italia. Conquista l’oro olimpico dopo aver corso in 9”80 con una velocità media di 38.4 km/h. L’Italia è così ritornato a vincere una medaglia dopo tredici anni da quella ottenuta da Alex Schwazer ed è il primo europeo dai giochi di Barcellona 1992 ad imporsi sui 100m. Il palmares italiano si è quindi arricchito con una gara sprint dopo 41 anni, quando Mennea dettò legge nei 200 m.
L’esultanza ed il valore
Quando Jacobs taglia il traguardo, Tamberi aveva appena conquistato l’oro, a pari merito con Barshim nel salto in alto. Doppietta azzurra che rimarrà nella storia. Il successo sportivo, come spesso accade, ha unito l’Italia da nord a sud per la seconda volta dopo la vittoria degli Europei di calcio a Wembley. Il 2021, nonostante dal punto di vista umano sia stato infausto, è stato paradisiaco per lo sport azzurro. L’attesa per le Olimpiadi di Parigi 2024 è tanta e la speranza è quella di rimanere incollati allo schermo e gioire per i futuri successi.