A un anno esatto dagli storici trionfi dell’atletica italiana nelle Olimpiadi di Tokyo, la pattuglia azzurra si presenta ai Mondiali di Eugene (Oregon) con non pochi problemi da risolvere e qualche ambizione in meno. Tra tutti l’eroe del Giappone, Marcel Jacobs, che ha dato forfait nelle semifinali dei cento, così come la Palmisano ancora ai box per infortunio, ma anche un Tamberi tutt’altro che al top della condizione. Ecco allora un quadro generale delle possibili speranze italiane, a caccia soprattutto di qualche nuova sorpresa.
La resa del campione: Jacobs è out
Da quando si è appeso al collo due medaglie d’Oro in quel di Tokyo, per Marcel Jacobs è stato un vero calvario. Continui problemi fisici lo hanno costantemente tenuto fuori non solo dalle gare, ma anche dal provare a mettere insieme una condizione quanto meno accettabile.
Ci ha provato in questi mondiali, scendendo stoicamente in pista per le qualificazioni e centrando la semifinale, pur con il decimo tempo delle batterie. Ma subito dopo la gara, il controllo medico ha evidenziato una contrattura muscolare, che avrebbe messo a serio rischio l’integrità dell’atleta.
Scelta quindi obbligata, con l’esclusione dalle semifinali e l’abbandono prematuro del mondiale (anche in ottica 4×100 quindi).
Il sogno di Tamberi
Anche l’altro Oro azzurro di Tokyo, Gianmarco Tamberi, non si è presentato in Oregon al meglio della condizione. E lo si è decisamente visto nelle qualifiche, dove è riuscito a centrare la finale soltanto all’ultimo salto sui 2.28 (due errori anche nei 2.25 precedenti).
Tanto coraggio e forza di volontà, ma per sua stessa ammissione il dolore fisico è ancora persistente e fatica a prendere il ritmo nel salto. I suoi avversari diretti poi, sono sembrati invece al top della forma: il quartetto Sang-Hyeok, Lovett, Procenko e soprattutto il suo amico e co-vincitore dell’Oro Olimpico Mutaz Essa Marshim, tutti ammessi in finale senza nessun errore.
La speranza di medaglia è appesa a un filo, e coscientemente sembra impossibile un miracolo del genere viste le misure saltate dall’italiano in stagione. Ma si sa, l’adrenalina del grande evento potrebbe spostare l’asticella delle ambizioni (e speriamo anche quella dell’ostacolo).
- Appuntamento –> Martedì 18 luglio Ore 02:45 (Finale)
Elena Vallortigara: un salto verso la medaglia
Nel salto in alto femminile invece, c’è grande attesa per la finale conquistata dalla nostra Elena Vallortigara, che dovrà lottare con le altre dodici finaliste per aggiudicarsi una medaglia.
L’azzurra si era presentata alla partenza con la seconda migliore misura della stagione (1.98) e si è confermata anche nelle qualificazioni raggiungendo comodamente il 1.93 richiesto senza commettere alcun errore (perfetta nei tentativi a 1.81, 1.86 e 1.90).
Certo anche le sue rivali sono agguerrite, a partite dalla Geraschchenko, passando poi per la Mahuchick, la Patterson e la Sadullaye, tutte arrivate in finale senza mai far cadere l’asticella come l’italiana.
- Appuntamento –> Mercoledì 20 luglio Ore 02:40 (Finale)
Andrea Dallavalle: tripla speranza
La progressione della misura di Andrea Dallavalle nel salto triplo, lascia davvero margini di speranza. Il giovanissimo atleta piacentino delle Fiamme Gialle (22 anni appena), ha infatti la quinta migliore prestazione stagionale al mondo (17.28 metri ottenuta proprio il mese scorso) e punta a migliorare il suo personale di 17.35 dello scorso anno.
Obbiettivo podio possibile, ma ci sarà probabilmente da fare la prestazione della vita per stare davanti soprattutto ai cubani, apparsi in grande condizione nei mondiali indoor (Lazaro Martinez su tutti).
- Appuntamento –> Venerdì 22 luglio Ore 03:20 (Qualificazione)
Massimo Stano: incognita 35 chilometri
Dopo aver conquistato la medaglia d’Oro a Tokyo nella venti chilometri di marcia, Massimo ha voluto andare oltre, puntando alla gara dei 35 chilometri.
Tante le incognite sulla distanza lunga per il pugliese, che avrà anche da gareggiare contro avversari decisamente ostici e più abituati alla distanza: da Dawid Tomala che si è portato a casa l’Oro Olimpico nella 50 chilometri, fino al canadese Dunfee (bronzo alle olimpiadi e ai mondiali sempre nella 50) ma anche i giapponesi che portano un gruppo molto competitivo (Kawano, Matsunaga e Noda tutti a puntare al podio).
Un’azzardo? Forse, ma siamo certi che Stano possa dire la sua.
- Appuntamento –> Domenica 24 luglio Ore 15:15
Sara Fantini: podio solo sfiorato
C’era grande attesa anche per Sara Fantini, che ha cercato fino alla fine l’impresa nella gara del lancio del martello.
La sua finale è stata di altissimo livello, con un fantastico 73,18 di misura che arriva però solo ad un passo dal 74,86 valido per il terzo gradino del podio (andato all’americana Kassanovoid).
Per la primatista italiana la strada è comunque di grande ascesa e tutta la concentrazione si sposta ora per gli europei, dove si presenterà da favorita.
Roberta Bruni: niente da fare nell’asta
La quarta miglior prestazione mondiale in stagione, aveva fatto ovviamente sperare nella lotta per il podio nel salto con l’asta per Roberta Bruni, ma purtroppo le cose non sono andate nel migliore dei modi per lei.
Eliminata già nelle qualifiche, non è riuscita a centrare nemmeno la finale, con i suoi tre errori a quota 4.5 metri (misura ampiamente alla portata visto il personale di 4.71 che rappresenta anche il record italiano). Peccato, sarà per la prossima volta.
Altre possibili sorprese?
Sinceramente difficile riuscire a immaginare qualche altra impresa azzurra in questi mondiali. Delusioni sono arrivate anche per la velocità femminile, con la Dosso eliminata già nelle batterie di semifinale.
Per Tortu l’obiettivo è al limite la finale dei 200 metri, ma non ci sono le condizioni per puntare al podio al momento. Così come per la staffetta campione olimpica della 4×100 uomini, dove l’assenza di Jacobs non consente di mirare molto in alto.
Male anche Gaia Sabbatini (squalificata ed eliminata dalla semifinale dei 1500 metri), mentre nel lancio del peso maschile, Nick Ponzio non è andato oltre un comunque onorevole nono posto finale.
Capitolo Larissa Iapichino: la nostra migliore azzurra del lungo, sta pian piano crescendo dopo qualche problema fisico, ma per lei l’obiettivo è la finale, più che la medaglia. Da verificare però, la condizione delle avversarie e chissà, un possibile salto della vita.
Meglio il lancio del martello al femminile, con Sara Fantini che chiude quarta ad un passo dal podio, con l’attenzione che si sposta ora su Daisy Osakue nel lancio del disco, dove può sicuramente centrare almeno la finale.
Ci sono poi le due gare di marcia, maschile e femminile. Francesco Fortunato nella 20 km può fare bene, ma sembra lontano dai tempi per il podio. Stesso discorso per la Trapletti e la Colombi, certamente in grado di puntare alla top10, ma con una medaglia che sarebbe davvero miracolosa.
Insomma i motivi per sperare non sono poi tanti, e non è da escludere una spedizione senza medaglia per gli azzurri, dopo il trionfo di Tokyo.